data: 04.08.2024.
Il terzo giorno del 35o Incontro Internazionale di Preghiera dei Giovani - Mladifest è iniziato in un clima un po' più piacevole, grazie alla pioggia che ha rinfrescato almeno un po' Medjugorje durante la notte. Prima dell’inizio ufficiale della parte mattutina del programma, i giovani hanno cominciato a prendere posto nell’area dell’altare esterno della chiesa di San Giacomo, dove si svolgono tutti i programmi del Mladifest. E tutto è iniziato questa mattina con la preghiera guidata dal parroco di Medjugorje fra Zvonimir Pavičić, seguita dalle piacevole musiche del coro internazionale e dell'orchestra di quasi 100 membri sotto la direzione del maestro Damir Bunoza.
Il motto dell'incontro di quest'anno, "Maria ha scelto la parte migliore", è stato lo stimolo e l'ispirazione per la catechesi odierna del vicario parrocchiale di Medjugorje, fra Ivan Hrkać. In modo profondo, ma anche divertente, ha interpretato il brano delle Sacre Scritture che riporta l'episodio della visita di Gesù alla casa di Maria e Marta.
«Il Signore vuole sottolineare quello che fai e come lo fai, che tipo di cuore hai nel servizio», ha detto fra Ivan. Entrambi i ruoli di Marta e di Maria sono importanti, ma è importante soprattutto ascoltare profondamente il Signore. «Ecco perché il Mladifest è importante, viviamo di fretta, è importante venire e sedersi. Rallentare il passo, sostare accanto a Gesù, nella preghiera, nell'Eucaristia, tutto questo significa sedersi vicino ai piedi di Gesù», ha sottolineato, tra l'altro, fra Ivan nella sua catechesi, in cui ha parlato del motto del Mladifest di quest'anno e ha raccontato come le porte dei nostri cuori possono essere aperte solo dall'interno e mai dall'esterno con la forza.
«Ecco perché in questi giorni è importante aprire la porta del tuo cuore affinché la luce della Parola di Dio entri davvero nel nostro cuore; affinché un giorno io e te potremo ascoltare queste parole al posto di Maria, potremo sentir dire: Fra Ivan ha veramente scelto la parte migliore che non gli verrà tolta», ha detto Ivan Hrkać.
La prima testimonianza riguardava le mani che aiutano, ed è la testimonianza di un membro dell'associazione umanitaria con sede nella parrocchia di Medjugorje, "Le Mani di Maria".
Karlo Šego, volontario dell'Associazione, ha detto che l'associazione "Le mani di Maria" è stata fondata nel 2016 con l'obiettivo di aiutare i poveri, ma anche tutti coloro che hanno bisogno di aiuto. Il veggente Jakov Čolo si è messo a disposizione dell'ex parroco fra Marinko Šakota, che lo ha incaricato di guidare l'Associazione. All'inizio gli utenti dell'Associazione erano pochi, ma col tempo il numero è aumentato. Attualmente l'Associazione si prende cura di 700 famiglie bisognose. I volontari costituiscono la forza dell'associazione “Le Mani di Maria”, sono persone che hanno risposto alla chiamata della Madonna e vogliono essere le Sue mani tese. Attualmente nell'associazione sono presenti 50 volontari che donano altruisticamente il loro tempo a fratelli e sorelle in difficoltà.
Fra Zvonimir Pavičić ha parlato ai giovani anche dei Centri della pace che nel mondo trasmettono il messaggio di Medjugorje, del loro significato e della loro forza.
«Medjugorje non ha confini, ma queste sono le persone che danno tutto affinché Medjugorje raggiunga tutti gli angoli del mondo». Lo scopo del Centro è annunciare il Vangelo, portare le persone a Dio, alla preghiera, mostrare quanto è bello stare alla presenza di Dio. Che tutte le cose belle che viviamo a Medjugorje, le viviamo dove siamo adesso», ha detto tra le altre cose fra Zvonimir.
Padre Carlos Pinero Medina dalla Spagna questa mattina ha parlato ai giovani del cambiamento avvenuto nella sua vita a Medjugorje tredici anni fa.
«Ringrazio Dio per i miracoli che compie nella nostra vita. Dio è stato grande attraverso Sua Madre, e mia Madre mi ha detto: hai scelto la parte migliore», ha detto padre Carlos Pinero Medina.
Il programma pomeridiano del Mladifest è continuato dalle 16 con le testimonianze. Il primo è stato Dario Bezik, uno degli organizzatori del pellegrinaggio a Medjugorje dalla Croazia, da Zagabria.
È nato completamente cieco e accompagna pellegrini a Medjugorje, anche se, come dice, pensava che qualcuno dovesse guidarlo a causa della sua cecità, ora porta molti gruppi a Medjugorje, e ha scalato innumerevoli volte i luoghi di preghiera di Medjugorje. Ha parlato anche della sua esperienza a Medjugorje, e ogni anno porta dai 20 ai 30 gruppi di pellegrini alla Regina della Pace, di cui è molto grato al Signore, oltre che per le numerose grazie ricevute.
Anche il vescovo ausiliare di Kiev Oleksandr Yazlovetskiy ha testimoniato al Mladifest. Ai giovani ha detto che non si trovano a Medjugorje per caso, ma che la Beata Vergine Maria ha voluto incontrarli, e che questo luogo e questo incontro con la Madre di Dio e Suo figlio lasceranno un segno nella loro vita e forse, attraverso di loro, nella vita degli altri. Poi si è ricordato del 2010, quando è venuto qui per la prima volta come sacerdote mentre studiava a Roma: è venuto senza collarino e altri segni sacerdotali e poi ha spiegato perché.
«In quel periodo ho sentito molto parlare di questo luogo delle apparizioni della Madre di Dio, sia testimonianze positive che critiche, soprattutto critiche. Poi ho deciso di vedere con i miei occhi cosa stava succedendo qui e sono venuto come una sorta di spia. Ho assistito a un'apparizione, ho celebrato più volte la santa Messa, sono andato all'adorazione, ho confessato. In sostanza niente di straordinario, niente di speciale, ma da allora non ho più dubitato che la Madre di Dio sia qui presente», ha detto monsignor Yazlovetskiy, che ha poi presentato alcuni esempi dell'aiuto della Beata Vergine Maria nella guerra in Ucraina e ha ringraziato tutti per le loro preghiere per la pace in Ucraina, convinto che molti si sono salvati grazie alle preghiere di Medjugorje.
La santa Messa è stata celebrata da monsignor Evelio Menjivar-Ayala, Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Washington. Com lui hanno concelebrato 707 sacerdoti.
Nella sua omelia ha parlato di come «il mondo è ferito, che tutti abbiamo bisogno di guarigione, ma sfortunatamente molti di noi sono separati dalla fonte da cui provengono la nostra vita, la nostra forza e la nostra pace».
«Cari giovani, anche voi da terre lontane siete venuti a Medjugorje, in questo santuario di Maria Regina della Pace, cercando la fonte della vera pace e di ogni bene, la pace che è frutto dell'incontro personale con Gesù e dell'incontro fraterno con gli altri. Lo Spirito Santo che abita nel cuore dei credenti è colui che ha chiamato ciascuno di voi ad uscire nuovamente per incontrare Colui che è la Via, la Verità e la Vita. È ovvio che portiamo tante ferite interiori, le nostre famiglie sono ferite, le nostre comunità sono ferite, il mondo è ferito. Le guerre, l’insicurezza, l’emarginazione, le migrazioni forzate, la perdita del valore della vita e della dignità umana sono ferite profonde che fanno sanguinare il mondo, l’umanità; abbiamo perso la pace e l'umanità sembra aver smarrito la direzione che Dio ha indicato», ha affermato Monsignor Menjivar, sottolineando che «da molti anni Medjugorje è una vera scuola di pace e di fraternità per il mondo intero».
«Medjugorje è da molti anni una vera scuola di pace e di fratellanza per il mondo intero. Maria, Regina della Pace, ha raccolto in questo Santuario, attraverso iniziative pastorali, come il “Festival Internazionale dei Giovani”, milioni di suoi figli, soprattutto giovani come voi, e ha insegnato loro dove trovare la fonte della vera pace e il significato della vita. Di solito, questo incontro con Gesù per mezzo di Maria inizia con un forte impulso del cuore al silenzio, al raccoglimento, alla preghiera e al sacramento della Riconciliazione. Quante persone sono tornate alla fede e ai sacramenti in questo santuario di Maria Regina della Pace? Il sacramento della Confessione porta la pace interiore, perché siamo riconciliati con Dio, con noi stessi e con i nostri fratelli e sorelle. Quante persone sono tornate a casa con la ferma intenzione di migliorare il rapporto con i propri cari, di ristabilire un rapporto con un amico dal quale si erano allontanati, di combattere una dipendenza o di liberarsi di cattivi attaccamenti? Cari giovani amici, quando ritornerete a casa, si notino sui vostri volti la gioia e la pace perché siete amati e riconciliati. Riscoprite il valore incommensurabile che avete come esseri umani e come figli di Dio. Quando vi sentite vuoti o soli, andate a Gesù. Lui può riempire quel vuoto con la Sua presenza», ha detto monsignor Menjivar. Ha concluso la sua omelia invitando tutti ad essere «messaggeri di pace, fratellanza e misericordia» dopo questo incontro a Medjugorje.
Dopo la santa Messa si è svolta la preghiera davanti alla croce e la meditazione con le candele. (FOTO)