data: 18.09.2025.
La festa dell’Esaltazione della Santa Croce, domenica 14 settembre, è stata solennemente celebrata a Medjugorje con la santa Messa sul Križevac. In questo luogo, da quando la croce è stata eretta, i parrocchiani celebrano la Messa da oltre novant’anni, e da oltre quarant’anni non c’è stato Paese al mondo da cui i pellegrini non siano venuti su questo monte sopra Medjugorje con le loro preghiere, i voti, i ringraziamenti, le lacrime… E così, con i loro piedi spesso scalzi e con le lacrime, trasformano la dura pietra erzegovese in ciottoli levigati; i padri portano i figli in braccio, le madri sgranano il rosario… Così è stato anche quest’anno. I fedeli, con le loro preghiere, salgono sul monte, i padri portano i figli in braccio, le madri pregano il rosario… Sul Križevac quest’anno c’erano soprattutto pellegrini locali dalla Croazia e dalla Bosnia ed Erzegovina, ma non sono comunque mancati i pellegrini stranieri; dalle parrocchie erzegovesi alcuni sono arrivati a piedi per partecipare alla celebrazione della Santa Messa in questo luogo santo.
«Ogni luogo dove si trova la croce è santo. E ogni volta che percorriamo la via della croce siamo sul cammino di ciò che è santo», ha detto introducendo la celebrazione eucaristica il provinciale della Provincia Francescana Erzegovese, fra Jozo Grbeš.
Nella sua omelia, fra Jozo ha affermato che «la croce ci porta a riflettere su Colui che su di essa ha cambiato il mondo».
«Ha cambiato ogni uomo che vuole seguirlo. In tutta la storia dell’esistenza umana solo Uno è conosciuto per la croce. Solo con il Suo nome si associa la croce. Solo con Lui è legata la crocifissione. Egli stesso è la croce! Solo Uno ha rovesciato il mondo. E il Suo nome è Gesù. Egli è provocazione, ispirazione e salvezza per questo mondo», ha proseguito fra Jozo, aggiungendo che «sebbene il mondo sia pieno di teste intelligenti e di saggi di ogni tipo, pieno di filosofi d’Oriente e d’Occidente», solo Gesù ha invitato all’umiltà, alla croce, all’amore, agli ultimi posti…
Fra Jozo ha poi sottolineato che donare la vita è una perdita che vince, perché nel donare l’uomo riceve sempre, infatti la storia ricorda chi dona, non chi prende.
«Quel Gesù di Nàzaret, Colui che fu inchiodato alla croce, ha umiliato se stesso per scendere fino all’uomo. Egli “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,6-11). Per questa umiltà, ci dice Paolo: Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra”. Oh, quanto grande è questa umiltà! “Perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3,13-17). Quanto semplice è questa formula – diventa amico di Gesù e avrai l’eternità. Se l’umiltà ha portato Dio sulla terra, l’umiltà può portarlo anche nella nostra vita. Perciò, cari cristiani, voi avete una sola via, e questa via si chiama umiltà», ha detto fra Jozo Grbeš, ribadendo che Gesù è l’unico davanti al quale pieghiamo le ginocchia.
«Quando adoriamo Lui, allora non adoriamo nessun altro e nessun’altra cosa! Nessun uomo, nessun oggetto, nessun potere, nessuna ideologia. Se adoriamo altri, allora non adoriamo lui! Nel Suo nome noi ci rialziamo, speriamo, guariamo, perdoniamo, ci liberiamo dal male, ci salviamo… Il Suo nome dà forza! Nel Suo nome avviene la salvezza. Perciò invochiamo il Suo nome», ha esortato fra Jozo, richiamandosi al Salmo 78, in cui si dice: “Non dimenticate le opere del Signore”.
«Non dimenticate Lui! Potete dimenticare tutto e tutti, ma non dimenticate Lui! Nessuna anima vuole essere dimenticata. Questa croce ne è il segno. Sì, è vero: se non dimenticate Lui, allora non dimenticherete nessun uomo. Egli ci dona sempre persone perché non restiamo soli lungo il cammino. D’altra parte è anche vero: se dimenticate Lui, inutili vi saranno tutti coloro che ricordate. Resteremo soli. La realtà più dolorosa della vita umana è restare soli. Non sentire amore. Non essere perdonati. “Non dimenticarmi…” – grida ogni uomo. Perciò, cari amici, non dimentichiamo Lui. Se non dimentichiamo Lui, allora nella nostra vita tutto si sistemerà come deve. È una formula semplice di sapienza», ha detto fra Jozo Grbeš, sottolineando come la croce sia segno, perché su di essa si sono compiuti perdono, maternità, abbandono…
«Che questa croce qui sul Križevac, e ogni croce, in casa nostra o al nostro collo, sia segno che lo seguiamo: che diventiamo persone umili, viviamo l’amore, perdoniamo tutto e a tutti e diciamo: Signore, la mia vita nelle tue mani! Io credo in te! Non abbiamo nessun altro a cui andare, perché il mondo non perdona. Il mondo odia la verità! Dire la verità è molto pericoloso in ogni tempo, e nel nostro in particolare! Il mondo uccide. Quel mondo ha ucciso il grande uomo d’America, ha ucciso Charlie, uccide i bambini di Israele e di Gaza, i bambini dell’Ucraina, del Sudan, della Somalia, milioni di persone in tutto il mondo. In tanti luoghi, in ogni parte della terra, quel mondo uccide.
Quel mondo che odia la verità ha ucciso fra Bernardin Smoljan, che insieme al popolo di Medjugorje ha eretto questa croce più di novant’anni fa. Noi dobbiamo sempre scegliere nella vita, ogni giorno, perciò scegliamo Lui. Con Lui l’uomo è sicuro. Con Lui sarà più semplice essere umili e dire la verità. Scegliamo Lui. Cristo è amore. Se scegliamo Lui, sarà semplice vivere e diventeremo testimoni», ha detto fra Jozo Grbeš, e alla fine ha esortato la folla di fedeli sul Križevac: «Quando guardate la croce, non dimenticate l’amore, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta». (FOTO)