NEUM 1997

PASTORALE DI FAMIGLIA - Paul M. Zulehner
MARIA E LA FAMIGLIA- fra Ljudevit Rupcic
LA FAMIGLIA NEL MONDO MODERNO - fra Josko Srdanovic
LA FAMIGLIA NEI MESSAGGI DELLA REGINA DELLA PACE - fra Slavko Barbaric
L'ATTIVITA' DEL CENTRO INFORMAZIONI "MIR" - MEDJUGORJE - fra Miljenko Stojic
LA POSIZIONE DI MEDJUGORJE NELLA CHIESA - René Laurentin


P. Paul. M. Zulehner - nato nel 1939. Dottore di filosofia e teologia. Professore e direttore della cattedra di teologia pastorale all' Università statale di Vienna.

P. Ljudevit Rupcic - nato a Hardomilje, Ljubuski nel 1920. Entra nell' ordine francescano della Provincia di Erzegovina nel 1939. Viene ordinato sacerdote nel 1946. Ha terminato gli studi di teologia alla Facoltàdi teologia a Zagabria. Il dottorato di ricerche l' ha avuto nel 1958 e l' abilitazione alla docenza universitaria nel 1971 sempre alla stessa Universit. Dal 1958 al 1988 ha insegnato la egsegesi del Nuovo Testamento alla Facoltàdi teologia francescana a Sarajevo e per un periodo anche alla Facoltàdi teologia a Zagabria. Sotto il regime comunista è stato prigioniero nel 1946 e 1947 e poi dal 1952 al 1956.

Per un lungo periodo (dal 1968 al 1981) è stato membro della Commisione teologica presso la Conferenza episcopale dell' ex Iugoslavia. Ha tradotto il Nuovo testamento dall' originale nella lingua croata. Questa traduzione ha avuto moltissime edizioni. Ha pubblicato molti libri, studi, articoli in lingua croata, tedesca, italiana, francese e inglese. Ha tenuto numerosissime conferenze in vari seminari e congressi sia in Europa, che in America.

P. Josko Srdanovic, - psichiatra, nato a Kucici, Omis nel 1954 dove ha terminato le scuole elementari, la scuola superiore a Spalato e Facoltàdi medicina a Zagabria nel 1979. In Germania specializza in psichiatria. Ha lavorato come medico per nove anni. Nel 1989 abbandona il lavoro nella Clinica psichiatrica per bambini e gioventù a Zagabria ed entra nella Provincia di San Cirillo e Metodio dove termina gli studi di teologia alla facoltàdi Zagabria nel 1994 quando viene ordinato sacerdote. Adesso vive e lavora nel convento francescano a Varazdin. Lavora sulla prevenzione e terapia dei tossicodipendenti nella Repubblica Croazia, tiene colloqui con le persone che hanno difficoltàspirituali, psicologiche e familiari, anima la gioventù francescana, gruppi di preghiera e guida i seminari per la evangelizzazione della Chiesa (rinnovamento nello spirito).

P. Slavko Barbaric - nato a Dragicina nel 1946. Appartiene alla Provincia francescana di Erzegovina. Studia teologia a Visoko, Sarajevo e Schwaz. Viene ordinato sacerdote nel 1971. Nel 1982 ha avuto il dottorato di ricerche in pedagogia religiosa. Dal 1982 è a Medjugorje. Scrive libri e articoli sulla spiritualit. Lavora nel Santuario. Guida numerosissimi esercizi spirituali e conferenze. In tanti luoghi del mondo ha tenuto conferenze sugli avvenimenti di Medjugorje.

P. Miljenko Stojic - nato a Dragicina nel 1960. Ha fatto gli studi di teologia in più Università Zagabria, Gerusalemme e Sarajevo. Viene ordinato sacerdote a Mostar nel 1987. All'Universitàpapale "Antonianum" a Roma nel 1991 ha avuto il licenziato di teologia con specializzazione spiritualitàcristiana e francescana. Ha lavorato come sacerdote in diverse parrocchie. Per un periodo ha lavorato come maestro dei chierici. Durante la guerra è stato capellano militare. Guida esercizi spirituali. Si occupa di belle lèttere ed è membro dell'Associazione degli scrittori croati. Vive e lavora nella parrocchia di Medjugorje come capellano parrocchiale e direttore del Centro informazioni "MIR".

DICHIARAZIONE

Noi, le guide dei gruppi di preghiera e dei centri per la pace e gli organizzatori di pellegrinaggi, 130 persone in rappresentanza di 21 paesi, abbiamo dedicato il nostro IV incontro internazionale di preghiera tenutosi a Neum dal 24 al 28 febbraio 1997 alla discussione sulla spiritualità della famiglia. Ascoltanto le lezioni, parlando con i gruppi, scambiandoci le esperienze, pregando e celebrando l'Eucarestia, abbiamo compreso ancora di più che la famiglia:

  • è profondamente radicata nel piano di realizzazione divino;
  • è incarnazione della sua famiglia;
  • nella cristianità è consacrata al sacramento del matrimonio.

Siamo divenuti più consapevoli del fatto che la famiglia di oggi sia in crisi, ma che ci sono speranze sia per la famiglia, sia per il mondo. Di questa speranza bisogna rendere testimonianza a tutti gli uomini di buona volontà. A quanti onorano la Regina della Pace raccomandiamo di cercare di vivere i Suoi messaggi:

  • pregando con la famiglia;
  • leggendo le Sacre Scritture;
  • partecipando alla Santa Messa comunitaria.

Se Dio ottiene il posto che Gli spetta all'interno della famiglia, la famiglia stessa, la Chiesa ed il mondo si rinnoveranno. Saremo così pronti a partecipare con gioia ad una nuova incarnazione con rinnovata speranza.

A tutti coloro che diffondono i messaggi della Vergine nel mondo raccomandiamo di rimanere al servizio della verità e di non diffondere idee non in armonia con questi messaggi, in nome di Medjugorje. Raccomandiamo quindi la comunicazione reciproca e quella col centro informativo "MIR" di Medjugorje.


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Paul M. Zulehner

PASTORALE DI FAMIGLIA

La Chiesa, in base alle intenzioni del suo fondatore, ha il compito di dare spazio alla vita e respingere la morte in tutte le sue manifestazioni. Con ciò ci si riferisce innanzitutto alla vita eterna e al superamento della morte eterna. Ma Gesù voleva allo stesso tempo che il regno di Dio non fosse presente solo dopo la morte ma che cominciasse subito, anche se solo in piccole tracce. In Lui è gia presente, ha detto. E con l'ingresso di un numero sempre maggiore di persone nella Sua comunità, si diffonde il Regno di Dio nel mondo. Si apre lo spazio vitale guarito e che guarisce. I cristiani sono quindi esseri umani che non vogliono entrare nei cieli solo dopo la morte ma grazie ad essi il cielo si avvicina a noi anche se solo in tracce. La vocazione fondamentale della Chiesa è proprio quella di trasformare la vita in maniera così positiva che già nella nostra vita ci sono tracce del regno dei cieli. Ogni comunità ecclesiale è chiamata quindi ad essere quel luogo in cui il cielo si immerge ed è fra noi. Da tali luoghi parte anchè il cambiamento della nostra vita quotidiana in una vita "come dopo la risurrezione" (1 Giovanni 3,14).

La vita in famiglia è senz'altro uno dei momenti più importanti della vita quotidiana. Gli uomini in tutta Europa considerano la famiglia il loro più importante spazio vitale, che tutti la viviamo(1), accettati con valore e incondizionatamente (frase incompleta nel testo originale!). Nella famiglia possiamo crescere e mettere le radici, conosciamo la libertà e la sicurezza.

La Chiesa, che è in mezzo alla nostra quotidianità per la vita sana, per le tracce del cielo, ha sempre prestato pertanto molta attenzione alla vita degli uomini, soprattutto dei propri membri, nell'ambito della comunità familiare. E' proprio questa attenzione caratterizzata da amore verso la vita che costituisce il cuore della pastorale di famiglia.

Tra i molti temi della pastorale di famiglia contemporanea ne scelgo oggi tre. Si collocano lungo la storia della famiglia e della vita matrimoniale comune. I titoli sono: Verso la fondazione della famiglia insieme alla "preparazione al matrimonio"; Vita nella famiglia, vita della famiglia cristiana nella comunità ecclesiale, soprattutto nelle parrocchie; Scioglimento della famiglia, quindi morte, separazione, divorzio.

I. VERSO LA FONDAZIONE DELLA FAMIGLIA

A. Capacità di contrarre matrimonio

La famiglia è costituita sempre da persone fisiche. Quanto più si sviluppano o si sono sviluppati i singoli membri, tanto meglio per la famiglia. Una buona preparazione pertanto alla vita di famiglia non è raggiungibile solo attraverso un breve corso di preparazione al matrimonio. C'è bisogno di molto più tempo, per esempio di una vivace famiglia d'origine o di un buon servizio reso alla chiesa in gioventù. Durante la preparazione alla vita nella famiglia è necessario svolgere questi compiti importanti:

a) è necessaria innanzitutto essere educati a diventare indipendenti e con un forte "io". Per far ciò è necessario "abbandonare il padre e la madre" (Gen 2,24), un compito che oggi i giovani hanno difficoltà ad eseguire. I padri non hanno avuto difficoltà perché sono stati sottratti alle famiglie dal lavoro e anche dalle guerre. La separazione dalla madre diventa sempre più difficile soprattutto quando una madre vive quasi una forte simbiosi per anni con il proprio figlio unico. I figli hanno bisogno del padre e della madre per poter sviluppare un Io indipendente e maturo.

Questa forza dell'Io serve anche a non cedere subito ad ogni impulso. La capacità di reprimere i desideri impulsivi è un momento importante della maturità della coppia.

Un aspetto dello sviluppo dell'Io è anche lo sviluppo in quanto uomo e in quanto donna. Oggi molti sostengono che tale sviluppo in comunità dello stesso sesso si verifica prima che in gruppi misti. Gli esperti della pedagogia giovanile sono favorevoli sia ai gruppi in cui ci sono solo ragazzi o ragazze sia ai gruppi misti.

Lo sviluppo dell'Io comprende anche un'integrazione della predisposizione sessuale nella persona. Ogni "maledizione" impregnata di paura per questo grande dono di Dio all'uomo costituisce essenzialmente un disprezzo verso il creatore.

Là dove l'Io si è sviluppato, si è anche creata l'abilità di vivere da soli. Ciò vale soprattutto per gli uomini. Chi non è in grado di vivere da solo, non è nemmeno pronto alla vita matrimoniale e cerca per la vita non una compagna ma una madre che lo vizi.

b) Se si sviluppa un Io sicuro di sé cresce anche la propria propensione alla solidarietà e alla condivisione. Può essere non egoista solo colui che ha un ego di cui può liberarsi. L'amore di sé e del prossimo sono complementari. Senza una forte solidarietà la vita familiare non è possibile. Al contrario la famiglia è uno dei luoghi più importanti in cui si può apprendere il significato della solidarietà.

c) Un terza condizione importante nelle persone che costruiscono una comunità familiare è una forte apertura spirituale. E' importante che i membri della famiglia non si rinchiudano a mo' di bozzolo in un mondo sempre più ristretto. Apertura significa anche spazialità, nel senso che non si deve proteggere solo se stessi e il proprio mondo ma anche tutto ciò che ci circonda. Apertura significa temporalità nel senso che non bisogna cercare la felicità solo nella breve vita terrena. Questa è una caratteristica fondamentale della nostra cultura: vogliamo il massimo della felicità in breve tempo, vogliamo - soprattutto i giovani - tutto e subito. Ciò rende per molti la vita solo l'ultima occasione (Marianne Gronemeyer). Tale atteggiamento però spinge ad una caccia della felicità che richiede sforzi esageratamente eccessivi.

d) In uno sviluppo religioso maturo, che va di pari passo con lo sviluppo dell'Io, emerge anche la giusta comprensione della dimensione sacramentale del matrimonio cristiano.

A. Preparazione al matrimonio

Nello sforzo di formare cristianamente la vita familiare e matrimoniale molte parrocchie hanno sviluppato programmi di preparazione al matrimonio. Dal punto di vita metodico e temporale ci sono vari modelli diversi tra loro: seminari in piccoli gruppi formati da coppie, a volte tenuti ad intervalli, raramente per un anno intero. Inoltre si tengono sono grosse manifestazioni di breve durata. L'obiettivo è di insegnare o imparare dallo scambio di esperienze. Spesso a guidare le coppie intervengono altre coppie con maggiore esperienza, medici e padri spirituali.

A volte però tra tutte le abilità quotidiane che vengono esercitate (come imparare a litigare, la comunicazione, l'uso del denaro, l'educazione dei figli), si trascurano le più importanti "anche non con mala fede". Cioè senza farlo notare cerchiamo nell'amore l'eterno e l'infinito, quindi Dio. Si tratta di un'aspettativa reciproca ma segreta. E naturalmente nessuno può dare garanzie. Per la riuscita del rapporto d'amore sarebbe decisivo risparmiare all'altro le eccessive aspettative religiose segrete. Roman Bleistein richiede agli innamorati di avere "la virtù della pietà: con essa si perdona all'altro il fatto che egli non può essere il mio Dio"(2)

Tale delicato lavoro di liberazione teologica ha luogo solo raramente durante i seminari di preparazione al matrimonio. Essa comunque non è in contrasto con la liturgia del matrimonio, per cui Dio ha fatto incontrare gli innamorati. Dio - è questa la nostra certezza di credenti - accompagna gli innamorati lungo la vita "con irremovibile fedeltà" (Dtn 32,4). Tutto ciò però non sostituisce il compito di risparmiare agli innamorati le eccessive e false aspettative religiose. L'amore prospera solo nell'ambito della pietà e si è quindi disponibili al perdono continuo.

A. Guida al matrimonio

Si sono avuti risultati positivi quando le coppie di giovani sposi si riuniscono in gruppi o si legano in una comunità cristiana. In alcune parrocchie coppie sposate da tempo organizzano incontri per scambi di esperienze. Tale "guida al matrimonio" è un buon segnale che va al di là dei confini della Chiesa: per quanto la comunione abbia bisogno di uno spazio protetto in cui può crescere l'intimità, c'è bisogno anche dell'appoggio degli altri.

I. LA VITA FAMILIARE

Quando è vicina alla famiglia, la Chiesa può assisterla al meglio se tutela le condizioni della vita familiare odierna. Non serve pensare che la cultura moderna sia negativa. La struttura familiare contemporanea ha invece punti deboli e punti forti.

A. I punti forti della cultura familiare contemporanea

Gli elementi forti sono il fatto che gli spazi della vita familiare vengono considerati dall'uomo molto importanti. Per più del 90% degli europei, la famiglia è il luogo più importante della vita. Ciò non ci sorprende poiché qui l'uomo trova "spazi caratterizzati da amore e stabilità" (3).

Un altro punto forte è anche la disponibiltà verso la solidarietà all'interno della famiglia. C'è una specie di contratto generazionale non scritto che presenta più aspetti:

a) la solidarietà tra genitori e figli (i genitori condividono le proprie opportunità di vita con i figli; quando non si è preparati si va alla deriva);

b) la solidarietà della famiglia verso gli anziani (lo spazio familiare comprende più generazioni e non di rado anche congiunti rimasti soli; queste persone appartengono alla rete familiare anche se non vivono sotto lo stesso tetto; in momenti difficili possono fare affidamento sulla solidarietà);

c) la solidarietà dei figli verso i genitori (un momento del contratto tra generazioni irrinunciabile per la morte desiderata da molti; il Cardinale Carlo Maria Martini, presidente della Conferenza Episcopale Europea nel 1989 disse: "Come i genitori portano i figli al mondo, così i figli successivamente devono poter accompagnare i genitori quando lasciano questo mondo"). Certamente tale richiesta costituisce un obiettivo ideale realizzabile solo nel lungo termine. Nella scia della domesticizzazione della morte e dell'alleggerimento per gli ospedali, tali sviluppi nel lungo termine sono di grande importanza.

Uno degli sviluppi tanto sperati della cultura familiare odierna è quello che può essere definito "Ecologia dei rapporti": la consapevolezza ecologica che un sistema di rapporti (comunità, famiglia), è un sistema molto sensibile porta capire che possono essere evitati quegli errori che minacciano anche l'"ecosistema". Le coppie sanno che le loro energie sono limitate. Proprio a causa delle eccessive pretese cresce la consapevolezza che la capacità di sopportazione degli altri ha dei limiti e che nel tempo anche piccoli oneri possono portare in modo inaspettato al crollo improvviso del sistema (cioè separazione e divorzio). Una pietra portante di tale "ecologia dei rapporti umani" è anche la sensibilità verso la violenza nelle forme più svariate: nel linguaggio, nella suddivisione delle opportunità della vita attraverso le strutture, non ultima anche la violenza maschile verso le donne.

A. I PUNTI DEBOLI DELLA CULTURA FAMILIARE CONTEMPORANEA

La cultura familiare contemporanea ha anche alcuni punti deboli di seguito descritti.

La società contemporanea in seguito ad una maggiore perdita di istituzionalità e regole nega alle coppie la libertà sociale. Le coppie non possono più fare affidamento sull'inviolabilità della propria relazione da parte di altri; la fedeltà non è più istituzionalizzata ma dipende solo dalla volontà degli interessati. Anche le regole, attualmente, non danno questa liberta poiché, a causa dell'applicazione in situazioni ambigue, non possono essere tollerate dalle persone rimaste sole.

Un alto onere per la famiglia emerge oggi dalla subordinazione del mondo familiare al mondo del lavoro. Ciò corrisponde alla sottomissione della vita a ciò che è merce (morte). La produzione di merci oggi è per la nostra cultura più importante della riproduzione nella vita. Questa gerarchia è riscontrabile persino nella retribuzione delle singole professioni. Le professioni che hanno a che fare con la vita e l'uomo sono meno retribuite di quelle legate alla produzione di beni. Sono soprattutto le donne occupate in lavori "per l'uomo": nelle scuole elementari, negli asili, nell'assistenza ai malati, agli anziani, ai moribondi. Il mondo familiare, proprio perché un luogo per la vita, viene sottovalutato oggigiorno nella maggior parte delle società.

Il secondo onere per la famiglia è correlato col precedente: l'assenza del padre carica di conseguenze. Il padre è così legato alla vita lavorativa al di fuori delle mura domestiche che nella migliore delle ipotesi fornisce un reddito alla famiglia ma non l'armonia.

La vita familiare si sviluppa quindi praticamente senza il padre. Ciò grava soprattutto sulle donne (4) con un livello d'istruzione sempre più alto che vorrebbero essere presenti oltre che nella famiglia anche nel mondo del lavoro. Ai figli si nega il confronto indispensabile con il padre. Inoltre anche gli uomini vengono privati dell'opportunità di sviluppare oltre alle abilità professionali anche quelle legate alla famiglia: la protezione e la cura, la stima per i meno fortunati ma altrettanto importanti per la vita, l'assistenza ai deboli. Sarà magari vero che gli uomini senza figli diventano barbari, come crede un pedagogo tedesco (Hartmut von Hentig)?

A. La Politica della Famiglia

Quando la Chiesa non ignora tali svantaggi della vita familiare, reagisce. Ciò la obbliga anche ad essere attenta dal punto di vista politico sociale, ad una "intrusione" politica per amore della famiglia. L'assistenza spirituale o la pastorale della famiglia non bastano. E' necessaria anche la politica della famiglia. A tale scopo la Chiesa ha bisogno dei migliori esperti e deve anche poter compartecipare alla vita politica senza legarsi ad un partito politico. Le parrocchie possono diventare un vero luogo politico: tale impegno è espressione della propria funzione trasversale in loco. Le parrocchie sono sostenute da.....

Questa attività va a favore della famiglia se la Chiesa articola la propria posizione politico-familiare con la massima indipendenza politica e invita i politici ad una tavola rotonda.

A. Pastorale di famiglia

L'altro lato dell'assistenza pastorale intorno alla vita di famiglia può essere denominato pastorale di famiglia in senso stretto. Esistono vari modelli validi.

Di grosso aiuto è l'intersezione di unità familiari: gruppi di famiglie o comunità. Particolare rilevo assumono i gruppi del Marriage Encounter (incontro matrimoniale) grazie al quale molte famiglie trovano un valido appoggio.

Non bisogna ignorare che molte parrocchie sostengono le strutture statali tramite un impegno qualificato nell'assistenza ed educazione dei figli (per esempio negli asili delle chiese ma anche grazie alle attività di giovani e bambini nell'ambito della chiesa).

Buoni sono gli sforzi per la creazione di "chiese-case". La Chiesa si riunisce non solo negli spazi ufficiali ma anche nelle "case" private. Si tratta di un'usanza della Chiesa antica che acquisisce sempre più significato nelle culture post-cristiane. Là viene curata la preghiera. Le famiglie leggono insieme la Bibbia. Celebrano funzioni religiose. Si aiutano reciprocamente in caso di bisogno e creano una rete di aiuti che va al di là dei confini familiari.

Nella pastorale di famiglia si annoverano molte funzioni religiose familiari. Esse tengono conto dei bisogni familiari di famiglie con figli piccoli o in età scolare. Ciò richiede dei tempi speciali per le funzioni religiose. Ma anche nella preparazione c'è bisogno di fantasia. Non di rado ci sono contemporaneamente liturgie della parola separate per bambini ed adulti. I due gruppi si riuniscono poi per l'Offertorio e celebrano l'Eucarestia.

In futuro sarebbe utile lavorare sullo sviluppo di una cultura di famiglia cristiana. Le questioni sono: come organizzare le domeniche? Come gestire la preghiera di famiglia? Come è possibile aprire nuovamente alle famiglie la ricchezza dei Sacramenti ricevuta in eredità: la benedizione annuale delle case, la ricerca di un ricovero nell'Avvento, il presepe natalizio, le usanze pasquali? Come possono imparare nuovamente le famiglie a gestire con competenza i malati e i moribondi? Nei paesi di lingua tedesca sono stati scritti i cosiddetti "libri della casa" sulla morte (Neysters, Schmitt,...) nella quotidianità familiare che hanno avuto una diffusione straordinaria. C'è un grosso bisogno di buone esperienze.

I. Famiglie in crisi

Di Dio la Bibbia dice che è "occhi e orecchie" per i bisognosi ed i sofferenti. "Io conosco la loro sofferenza", si dice nei racconti di Israele (Ex 3,7). Gesù quindi percorre la via di Dio verso i poveri ed i sofferenti. Non sono i sani ad aver bisogno dei medico ma i malati (Mt 9,12) nel corpo e nell'anima. La Chiesa è quindi chiamata ad aiutare soprattutto quelle famiglie che hanno difficoltà o non riescono intenzionalmente a costruire una famiglia e a mantenerla viva.

A. Consulenza familiare

Sulla base di questo compito, molte parrocchie hanno organizzato servizi di consulenza eccellenti in collaborazione con ottimi sociologi e psicologi: consulenza per la coppia e la famiglia in crisi; consulenza pedagogica per genitori in situazioni difficili; consulenza per uomini e donne con problemi conflittuali dovuti a gravidanze. Un settore di nuova strutturazione è la mediazione in caso di separazione o divorzio: le chiese con la loro spiritualità possono sviluppare alternative alle possibilità offerte dai progetti statali.

A. Diaconia familiare

Questi servizi di consulenza costituiscono un aspetto del servizio reso con amore dalla Chiesa alle famiglie, appunto la diaconia familiare. Ci sono anche altri compiti da svolgere. Ci si riferisce alle famiglie con molti figli e soprattutto alle famiglie monoparentali che oggi sono particolarmente educative ma anche notoriamente con problemi finanziari. La comunità ecclesiale si sente particolarmente legata a queste famiglie e cerca con esse di alleviare le sofferenze.

A. Separazioni

In seguito ad una rottura della comunità familiare la vita diventa particolarmente difficile per tutti i membri, gli adulti, i bambini ma anche gli anziani. La morte di un proprio caro scuote la vita familiare stessa, lo stesso dicasi per separazioni e divorzi. Talvolta però la separazione può essere il male minore rispetto alla possibilità di restare e tener duro. La Chiesa nel diritto canonico parla di "separazione della tavola e del letto".

Come ci può essere però dopo un divorzio nuovamente una "vita nella pace" a cui, come dice Paolo, Dio ci ha chiamati (1 Co 7,15c)?

a) A volte in seguito alla separazione il rapporto cresce nuovamente. Ha luogo la "risurrezione" dalla morte del rapporto.

b) Altri imparano a vivere da soli. Costoro però notano che è molto difficile oggi vivere da soli soprattutto se ci sono figli; ci si riesce solo grazie all'aiuto esterno e se non si hanno difficoltà economiche. In molte parrocchie c'è un forte impegno ad organizzare gruppi di famiglie monoparentali. La vitalità della comunità cristiana è particolarmente evidente nella capacità di integrare i divorziati nella vita quotidiana. Papa Giovanni Paolo II auspica un tale aiuto da parte delle parrocchie e dei loro pastori (FC80-83).

Imparare a vivere da soli potrebbe anche essere considerato dalle comunità come un momento di maturità passeggero. Non di rado accade che dopo il distacco una coppia si riunisca con una maggiore profondità di rapporti. Può attuarsi quella risurrezione dalla morte del rapporto già accennata al punto a).

A. Divorziati e risposati

c) Una grossa sfida viene rappresentata dal crescente numero di parrocchiani che dopo il divorzio si risposano civilmente senza che il primo matrimonio fosse stato dichiarato nullo.

A tale proposito non si deve ignorare che il numero di matrimoni non validi è molto più alto del numero dei casi di scioglimento. Non di rado mancano gli strumenti necessari per il processo ecclesiastico. In foro interno, in base ad una procedura consolidata della chiesa, è possibile trovare soluzioni per casi singoli.

La questione del divorzio e del risposarsi viene spesso discussa purtroppo solo con riguardo al fatto se il membro della Chiesa ha il permesso di avvicinarsi ai Sacramenti. In tal modo si ignora una problematica sicuramente importante e cioè in che modo nella nostra società concreta si possa continuare a vivere con dignità umana dopo un divorzio. Nelle società che hanno una forte rete vitale per chi vive da solo (prima del matrimonio, i vedovi, i separati) la questione non è così pressante come nelle nostre società moderne prive di legami e caratterizzate da individualismo. In queste società fredde ed anonime abbiamo bisogno più di ogni altra società di un "tetto sulla nostra anima" per poter vivere e sopravvivere umanamente. Questo può essere costituito naturalmente da una comunità di credenti in cui si creano legami di tipo familiare anche dopo il divorzio. Il comandamento di Gesù di non risposarsi dopo il divorzio è molto più percepibile quando ci sono queste comunità familiari (Gerhard Lohfink, Rudolf Pesch). Queste comunità transfamiliari non sono oggi magari un'eccezione piuttosto che la regola? Non si pretende troppo dagli interessati se noi, dal lato della Chiesa, certamente facendo appello al Vangelo, pretendiamo che vivano da soli, senza offrire quella comunità familiare che rende possibile vivere da soli umanamente dopo un divorzio?

I. Relativizzazione della famiglia

In conclusione un pensiero di telogia della famiglia, cioè la relativizzazione biblica del vincolo matrimoniale.

Da un lato la Bibbia presenta pagine meravigliose sull'amore tra un uomo e una donna. La comunità familiare è un dono di Dio all'uomo al momento della cacciata dal Paradiso.

D'altro canto Gesù riconosce che in Paradiso un giorno non ci si sposerà più. Quindi non sarà più necessario legare con il matrimonio e la famiglia la forza dell'amore. Tutti apparterranno all'unica famiglia di Dio dei redenti.

Le prime comunità cristiane avevano la convinzione ereditata da Gesù che sulla terra si potevano già percepire delle tracce di questo Paradiso. Essi si consideravano delle comunità di vita ma non sulla base di vincoli naturali ma di una appartenenza alla famiglia di Dio. Pertanto la famiglia civile è stata relativizzata dalla famiglia di Dio: "Chi è sposato ..... (1 Co 7,29-32). La relativizzazione del matrimonio e della famiglia civile si ritrova nuovamente quando questi entrano in contrasto con la comunità familiare della parrocchia. Ciò poteva accadere soprattutto con i "matrimoni misti". Paolo in questi casi preferisce la dissoluzione della comunità civile a favore di quella religiosa (1 Co 7,10-15).

Una delle conseguenze più importanti della consapevolezza della famiglia di Dio è il celibato o nubilato, che organizza la vita di comunità di ordini religiosi. Ma il termine "celibe" è in termini assoluti debole e negativo. Potrebbe essere sostituito da vita comunitaria transfamiliare o meglio "vita in comune come dopo la risurrezione".

Tale relativizzazione del matrimonio e della famiglia non implica una loro perdita di valore e non ha niente a che fare con il disprezzo monastico della sessualità umana. Anzi potrebbe fare del bene alla vita nella famiglia e nel matrimonio. Ciò di cui soffrono oggi coloro che scelgono la famiglia civile è l'essere continuamente sotto pressione. La relativizzazione potrebbe alleviare le sofferenze e quindi facilitare la vita. Se una famiglia civile è inoltre legata alla rete transfamiliare della comunità ecclesiale si amplia la vita di unità familiari spesso troppo piccole. Ed inoltre: quando qualcuno pensa di dover abbandonare per qualsivoglia motivo la famiglia civile dopo una profonda riflessione e una giusta consulenza, ritroverebbe se stesso nella comunità ecclesiale transfamiliare. In tal caso costui non sarebbe minacciato dalla difficoltà di sopravvivere come molti vedovi, separati, abbandonati e divorziati.

Il miglior contributo alla pastorale di famiglia è pertanto lo sviluppo di una rete comunitaria cristiana di tipo familiare che va oltre la famiglia.

(1) Paul M. Zulehner, Hermann Denz, Wie Europa lebt und glaubt (come vive e crede l'Europa), Düsseldorf 1993

(2) Roman Bleistein, Die jungen Menschen und die alte Kirche (I giovani e la vecchia Chiesa), Friburgo 1972.

(3)Brigitte e Peter L. Berger, In Verteidigung der bürgerlichen Familie (In difesa della famiglia borghese), Francoforte, 1984.

(4)Paul M. Zulehner, Andrea Slama, Österreichs Männer unterwegs zum neuen Mann? (Gli uomini austriaci in viaggio verso un nuovo modo di essere uomo?), pubblicato da BMUJF, Vienna 1994

BIBLIOGRAFIA

Nota del traduttore: di seguito si riporta la traduzione letterale dei titoli dei testi; il traduttore non è a conoscenza se i sottoelencati testi sono stati pubblicati nella traduzione in italiano e quindi se, in italiano, hanno un titolo differente.

1 Verso la fondazione della famiglia

1.1 Capacità di contrarre matrimonio

Willi, Jürg, Cosa tiene unita la coppia? Il processo del vivere insieme dal punto di vista psicologico, Reinbeck 1991.

Schellenbaum, Hans, Maschere della collaborazione. In che modo le coppie costruiscono la loro realtà, Magonza 1994.

Krems, G.; Mumm, R., Teologia del matrimonio, Ratisbona-Göttingen 1969.

Bauman, Urs, Il matrimonio - un Sacramento?, Zurigo, 1988.

Hilberath, Bernd Jochen, Sacramentalià e indissolubilità del matrimonio dal punto di vista dogmatico, in Thelogische Quartalsschrift 175 (1995), 125-135.

Baumgartner, Isidor, Psicologia pastorale: introduzione alla pratica della cura spirituale, Düsseldorf, 1990.

1.2 Preparazione al matrimonio

Engl, J.; Thurmaier, F.; Eckert, V.; Hahlweg, K., Chi si lega per sempre. Preparazione al matrimonio - Un programma di apprendimento della collaborazione (EPL) - Risultati dopo 3 anni in: Dialog 2 (1994).

2 Vita familiare

Baumann, Urs, Collaborazione utopica. Vecchi modelli - Nuove forme di vita, Düsseldorf 1994.

Jellouschek, Hans, L'arte di vivere in coppia, Zurigo, 1995.

2.1 I punti forti della cultura familiare contemporanea

Beham, Martina; Dinges, Stefan, Punto di osservazione: la famiglia, in: Analisi dettagliata sullo studio europeo sui valori 1990, in Questione Austria da 7 punti di vista. Un'indagine dell'Istituto di teologia pastorale della Facoltà di teologia cattolica dell'Università di Vienna in collaborazione con l'Istituto Ludwig-Boltzman per la ricerca sui valori, Vienna,1994.

Heller, Andreas, Scenari sui rapporti in cambiamento. Aspetti sociali e nuovi temi teologici, in: Moltmann-Wendel, Elisabeth (ed.), Uomo e donna, Vecchi ruoli - nuovi valori, Düsseldorf 1991, 47-82.

2.2 I punti deboli della cultura familiare contemporanea

Schmidbauer, Wolfgang, La paura della vicinanza, Reibeck 1985.

Beck, Ulrich; Beck-Gernsheim, Elisabeth, Il normale caos dell'amore, Francoforte 1990.

Beck-Gernsheim, Elisabeth, Suddivisione del lavoro, immagine di sé e progetto di vita. Nuovi conflitti nella famiglia, in: Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie 44 (Rivista di Colonia di psicologia e socio-psicologia) (1992), 272-291.

Beck-Gernsheim, Elisabeth, La vita divisa a metà: mondo degli uomini lavoro, mondo delle donne famiglia. Francoforte sul Meno 1980.

2.3 La politica della famiglia

Uno sguardo sul dibattito in corso viene offerto da: Badelt, Christoph; Schattovits, Helmuth (ed.), Ricerca sulla famiglia. Contributi e dichiarazioni del 5° Simposio interdisciplinare 1994, Istituto austriaco per la ricerca sulla famiglia, Vienna 1996.

2.4 Pastorale di famiglia

Siegers, Conrad M., (ed.) Pastorale del matrimonio e della famiglia. Una svolta, Düsseldorf, 1988.

3 Famiglie in crisi

3.1 Consulenza familiare
3.2 Diaconia di famiglia
3.3 Separazioni

Proksch, R. Il Bene del figlio. Soluzioni sistemiche ai conflitti nelle procedure di divorzio, Norimberga 1991.

Hartmann, Peter H., Perchè i matrimoni non durano in eterno? Uno studio sul rischio di divorzio e relative cause, Opladen 1989.

Figdor, Helmuth, I figli di coppie divorziate: tra trauma e speranza, Magonza 1994.

Riedel-Spangenberger, Ilona, La posizione giuridica dei cattolici che vivono matrimoni non validi per la Chiesa. Aspetti di diritto canonico e proposte di soluzione al problema del divorzio e del successivo matrimonio, in: Schneider, Theodor (ed.) Divorziati - risposati - respinti? Risposte della teologia, QD 157, Vienna-Friburgo-Basilea 1995, 236-253.

Puza, Richard, Il matrimonio naufragato. Una domanda al diritto canonico, in: Thelogische Quartalsschrift 175 (1995) 97-109.

Schick, Ludwig, I divorziati che si risposano e il disagio sia sul processo matrimoniale ecclesiale sia sull'ammissione ai Sacramenti. Riflessioni e spunti su temi di scottante attualità, in: Fides et Jus (FS Georg May), Ratisbona 1991.

Primetshofer, Bruno, Divorzio e successivo matrimoni nel diritto canonico, in: Theologisch-praktische Quartalsschrift 142 (1994), 343-350.

3.4 Divorziati e risposati

Schneider, Theodor (ed.), Divorziati - risposati - respinti? Risposte della teologia, QD 157, Vienna-Friburgo-Basilea 1995.

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Fra Ljudevit Rupcic

MARIA E LA FAMIGLIA (Maria et familia )

La Sacra Scrittura e la Tradizione, già all'inizio, insieme al Salvatore del mondo, nominano una Donna, della quale s'intravvede l'immagine fino a realizzarsi nella (Gen. 3,15, Is. 7,14, Mich 5, 2-3) Vergine Maria, madre di Gesù Cristo (Mt 1,22 - 23). Suo Figlio è il discendente del genere umano che ha schiacciato la testa al Serpente- Satana, ma è anche Emmanuele (Dio con noi) (Mt. 1,22-23).

Di tutte le caratteristiche di Maria - secondo la Bibbia - la maternità é più evidente, la più ricca di contenuto, e la più concreta di significato. Attraverso la maternità, Maria ha sancito un legame più stretto con Dio attraverso il Cristo, nell'unico modo possibile ad una creatura.

Nel progetto eterno di Dio, lì dove Dio si unisce in maniera più stretta con tutta l'umanità, e attraverso essa con tutto il resto delle creature, é inclusa anche la decisione che il Figlio di Dio si faccia uomo attraverso il corpo di una donna. (Gal 4,4)

L'incarnazione del Figlio di Dio dava la possibilità agli uomini di partecipare alla natura di Dio, così che ogni uomo diventi parte del corpo di Cristo. L'importanza di quell'incarnazione é data dal fatto che tutti gli uomini sono stati invitati a collaborare durante il processo di divinizzazione, perché storicamente la salvezza doveva realizzarsi solo attraverso gli uomini. In tutto ciò é importante partecipare all'umanità di Cristo e partecipare alla successiva incarnazione progressiva del corpo /mistico/. Far parte del corpo di Cristo vivo comprende anche la partecipazione alla sua realizzazione e crescita. La partecipazione di alcune estremità, come trasmettitrici necessarie della salvezza, mettono in evidenza il ruolo insostituibile e imparagonabile di Maria. Lei, attraverso la sua maternità, crea un rapporto con il corpo fisico e mistico di Cristo, composto da Cristo stesso e dagli uomini. " La maternità di Maria appare proprio come la più grande e più reale partecipazione all'umanità di Cristo e come la più alta partecipazione delle estremità al suo atto di riscatto" (1).

Attraverso la forza della maternità di Gesù, Maria é diventata la madre di tutti gli uomini, in particolare dei fedeli. Il principio, che attraverso il legame a catena lega tutte le persone tra di loro e con Maria, rappresenta la legge di solidarietà con il mistico corpo di Gesù. ( 1 Cor 12,26, Col 1,24).

Ciò che un membro dentro di esso fà e merita, riguarda anche tutti gli altri. Dentro questo corpo ogni misericordia é la misericordia de Capo di tutte le membra, però quello che riceve un membro, " dentro se stesso diventa di nuovo fonte della forza per gli altri con i quali é solidale. Questo vale prima di tutto per Maria e così a Lei, che in modo originale ha ricevuto la fonte della vita, appartiene la maternità spirituale nei confronti di tutti i membri della Chiesa" (2). Però questa maternità non sostituisce, non "oscura e non diminuisce, ma dimostra la forza" (3) dell'unico mediatore e cioè il Dio degli uomini; l'uomo Cristo Gesù che ha dato se stesso in riscatto per tutti (1 Tim 2,5-6). La mediazione di Cristo ha un significato universale ma non esclusivo. Esso non esclude ma include la mediazione di Maria e degli altri membri del mistico corpo di Cristo. "La caratteristica della misericordia del riscatto di Cristo é quella di elevare gli uomini fino alla partecipazione nella natura di Dio-uomo e del Salvatore(4). Il ruolo di Maria non è al fianco di Cristo e indipendente da Lui ma proprio con Lui e dipendente da Lui. Maria é nel vero senso della parola "la Madre della misericordia Divina". La caratteristica particolare della misericordia della maternità divina di Maria, che le ha donato Cristo, appartiene a Maria per merito suo. In ciò Cristo incorona il suo merito e la sua misericordia.

LA NATURA DELLA MATERNITA' DI MARIA

La Sacra Scrittura non pone tanto la sua attenzione sulla maternità corporea di Maria perché in essa non c'é l'essenza e la grandezza della sua maternità divina. Maria é beata perché ha creduto (lc 1,45) e non perché ha portato in grembo e ha dato il latte del suo seno al figlio di Dio. (Lc 11 27-28). Lei é diventata la Madre di Dio nel vero senso della parola con l'aiuto della fede e con essa ha concepito il Figlio di Dio. Altrimenti non poteva essere, perchè la Parola di Dio, che è stata indirizzata a Maria rappresenta l'annuncio di Dio stesso che desidera donarsi agli uomini. La Parola di Dio include l'annuncio ed non la si può accettare diversamente se non con la fede. Dio si presenta e Maria risponde. La sua risposta é un perfetto atto di fede che include tutto: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto." (lc 1,38). Vuol dire dedicarsi totalmente a Dio che si é presentato attraverso il Cristo in modo perfetto. "Accettare Lui é il mandato di Maria" (5) e Lei lo "ha ricevuto con il cuore e con il corpo". (6)

La maternità di Maria non é una sua cosa privata. Cristo ha offerto la salvezza a tutte le persone e Maria lo ha ricevuto per se e per tutto il mondo, perché è stata la prima e rappresentava tutto il genere umano.

Sul suo "SI", la cui risonanza si avverte in tutta l'eternità, é stata costruita la nostra salvezza (7). Rappresenta "la porta, attraverso la quale l'eterna Parola del Padre é entrata nel mondo, per farsì che "DIO" metta questo mondo per sempre nella sua vita "(8).

Maria, attraverso la sua maternità "subito e in anticipo" viene introdotta nella grande, immensamente grande, trama che si svolge tra il Dio eterno e questo mondo con la sua umanità" (9). La misericordia della maternità di Maria rappresenta la misericordia per l'umanità ed è "davvero identica" alla misericordia che Dio concede a tutte le persone e " sviluppa i suoi effetti temporaneo - individuali fino alla Parusia" (10). In questo modo la maternità di Maria é riportata nella storia della fede e della salvezza. Essa non é e non può essere intesa come " solo corporea ma ... come un atto libero ed individuale della fede nella storia della salvezza" (11). A questa maternità é legata anche la salvezza di tutti gli uomini. E' vero, essa proviene solo da Cristo però alle persone é arrivata solo attraverso Maria. Stando sulla fonte dell'Incarnazione del Figlio di Dio Lei era ed é la mediatrice di tutte le misericordie. Il suo ruolo di mediatrice nell'atto di salvezza non é finito e esaurito con la nascita del Salvatore e con la fede nei Suoi confronti fino alla croce. La sua maternità nei confronti della Chiesa é immanente ed é "qui e adesso una realtà attuale" (12). Questa sua maternità é "in servizio della salvezza che si estende fino alla perfezione eterna di tutti i prescelti" (13). Non c'é nè misericordia nè salvezza che non porti il segno di Maria e che non dipenda da Lei. Il ruolo di Maria nella salvezza é la misericordia, però è una misericordia che attraverso la sua maternità é diventata di sua proprietà, e solo poi di proprietà personale delle altre persone. Perciò la salvezza di tutto il mondo è di natura Cristologico-Mariana.

LA MATERNITA' DI MARIA E LA FAMIGLIA

La misericordia che Cristo dà a Maria é indirizzata a tutta la Chiesa. La stessa misericordia ha reso Maria una Vergine Pura e una Madre fertile e fà la stessa cosa anche alla Chiesa. In Maria "si dimostra che cosa significa la Chiesa, la misericordia, il riscatto e la salvezza attraverso Dio" (14). Lei é l'annuncio e la dimostrazione di quello che sarà il destino della Chiesa. "Ciò che Maria ha deve essere anche nostro." (15) Ciò è già così adesso, anche se non è visibile, nè perfetto e né compiuto.

Il rapporto Maria - Chiesa include anche il rapporto Maria - famiglia, perché la Chiesa é la famiglia di Dio e la famiglia é la Chiesa. La causalità ministeriale della salvezza di Maria riguarda anche la famiglia come sacramento della misericordia e della salvezza. Questa misericordia in un certo senso é di Maria. A causa della complessità e della sovraesperienza dei rapporti di Maria non é possibile esprimere tutto e subito e specialmente in una parola. Perciò quando si parla del rapporto tra la misericordia di Maria e la misericordia del sacramento del matrimonio non si può dimenticare che la misericordia di Maria, prima di tutto la sua maternità divina, é nata nella Sacra Famiglia e perciò porta dentro di se il carattere familiare e la forza. Essa proviene dalla famiglia e secondo questo modello crea delle vive e autentiche copie nella Chiesa e nelle famiglie. La maternità di Maria " rappresentava... la partecipazione più grande che si poteva immaginare nella umanità di Cristo, la grazia più grande e il più grande riscatto. Ogni grazia e ogni riscatto hanno, secondo il modello della Sua maternità, un analogico carattere materno nei confronti di Cristo, nei confronti della paternità di Dio"(16).

La Madre rappresenta il valore familiare. La famiglia é il luogo dove Maria ha concepito senza Peccato, lei è diventata la Madre del Figlio di Dio e la Madre di tutti gli uomini. Dio stesso é venuto prima nella famiglia e attraverso essa in tutto il mondo. Il dialogo con gli uomini é iniziato prima nella famiglia e Dio ha ricevuto la risposta alla Sua Parola anche nella famiglia. Era la risposta di una donna che aveva un marito. Nella sua risposta é compresa la risposta di tutti coloro che cercano di salvarsi ed in essa diventa efficace. Perciò la vera risposta a Dio dentro di sé ha un carattere familiare. Teologicamente é molto rilevante che il ruolo di Maria nella salvezza del genere umano é legato alla famiglia. In essa si realizza finalmente e pienamente l'incontro e il vero rapporto tra Dio e l'uomo. La sua parte biologica e il suo livello hanno la dimensione della salvezza.

La Sacra Famiglia é la realizzazione dei rapporti più intimi e più elevati tra Dio e l'uomo. Allo stesso tempo rappresenta la misericordia e l'effetto della misericordia attraverso la perfetta risposta umana. La caratteristica di questa misericordia é che viene donata a tutti gli uomini e che dentro ognuno di loro realizza i suoi effetti. Ogni famiglia rappresenta non solo l'immagine ma anche la realizzazione particolare e moderna della Sacra famiglia. Lo stesso vale sia per la Chiesa generale che per la singola famiglia. Il matrimonio cristiano é il mistero di Cristo e della Chiesa. Esso rappresenta la concretizzazione dell'amore di Cristo nei confronti della Chiesa e allo stesso tempo anche il segno della realtà sovrannaturale e del misterioso matrimonio uomo - Dio. Ciò é stato realizzato per la prima volta e in modo più perfetto nella Sacra Famiglia. Perciò essa é la causa, il prototipo, il modello e la perfezione di ogni famiglia. Per questo esistono la prima e la seconda. Perché la prima è sacra e così deve essere anche la seconda. Maria é presente in entrambi come madre, perché entrambe sono una cosa sola, anche se è realizzato in un altro modo, individuale.

L'invito di Dio a Maria, di essere la madre del Figlio di Dio, non escludeva il matrimonio, anzi lo supponeva e aveva bisogno di esso. Il Figlio di Maria deve essere figlio di Davide attraverso il matrimonio di Maria con l'erede di Davide: Giuseppe (17). Come bambino aveva diritto al calore della famiglia e alla cura da parte del padre e durante la sua infanzia anche alla protezione. Perciò il rapporto di Maria con Giuseppe fa parte del suo invito di essere madre (18). Lo richiedeva suo Figlio, che era un vero uomo, anche se allo stesso tempo era Dio.In questo modo sia l'amore familiare che quello dei genitori erano per il Figlio a servizio dello Spirito Santo. Il matrimonio di Maria era perfetto anche se non c'era stato l'incontro fisico tra Maria e Giuseppe. Dio stesso l'ha perfezionato con la sua opera divina e così l'ha portato alla perfezione, e ha portato l'amore matrimoniale fino alla piena fertilità. La natura della divina maternità di Maria, al quale era sottoposto tutto, escludeva il ruolo del marito durante il parto. La partecipazione dell'uomo era esclusa a causa del riscatto e del suo non-merito totale. Maria, perciò ha concepito per opera dello Spirito Santo. E questo "concepimento é stato un atto di misericordia della sua fede". (19). Maria é diventata la madre della Parola di Dio attraverso la fede e attraverso il suo totale abbandono nelle mani di Dio. La natura della Parola di Dio e il suo carattere di salvezza riducono il ruolo umano, durante l'incarnazione, a riceverle attraverso la fede. Perciò Maria é neccesariamente Vergine e Madre. Ciò che collega l'uno all'altro é il suo abbandono a Dio senza condizioni attraverso la fede incondizionata, obbediente e personale.

La misericordia della sua verginità é "l'emissione interna, la conseguenza dell'invito di Dio ad essere madre." (20).

La verginità di Maria si é intrecciata con la maternità e con essa è cresciuta fino all' abbandono totale alla volontà di Dio come si evidenziava nelle sue parole e nella sua vita: Io sono la serva di Dio.

La nascita di Cristo, dalla verginità, non rappresenta nè un disprezzo nè una condanna nei riguardi della paternità del mondo, ma rappresenta una prova e una dimostrazione del fatto che tutto quello che appartiene a Cristo è un dono puro e opera del Dio miserecordioso. Cristo non proviene dalla forza interna del mondo. Non proviene neanche dall'amore umano benedetto ma solo da "sopra". "Il mondo, le sue condizioni, le sue richieste, le sue possibilità immanenti non offrono nessun motivo " per la discesa di Dio nella storia" (21) perché "Cristo non proviene dal mondo ma dal cielo, perciò esiste la Vergine Maria"(22). La grandezza e il pieno non-merito del dono doveva esprimersi attraverso lo spirito e il corpo di Maria. Il suo unico compito nella vita é stato di essere la madre di Dio, creata per la misericordia ed essere aperta nei suoi confronti.

A prima vista può sembrare che la verginità di Maria e la sua maternità non si accordano, anzi si escludono. Infatti essi si condizionano, così che la maternità di Dio con la sua forza interna e con la logica sovrannaturale presuppone la verginità come una componente necessaria.

Nella Sacra Scrittura non ci sono prove certe per l'affermazione di Agostino, secondo il quale Maria ha superato la prova di verginità e poi, dal momento che ha trovato la persona che la pensa come lei, San Giuseppe, ha deciso un matrimonio vergine. La domanda di Maria sulla maternità divina: "Come é possibile ? Non conosco uomo" (Lc 1,34) - in chiave ebraicoaramaica, può avere il seguente significato: Come può avverarsi tutto questo dal momento che io non voglio conoscere mio marito. Dunque, in base ai dati su Maria, presenti nella Bibbia, poteva essere diversamente da ciò che pensava Agostino. La pienezza della misericordia, posseduta da Maria, le ha permesso di essere perfettamente a disposizione di Dio. Senza annunciarlo in modo particolare ha scelto il matrimonio come altre ragazze ebree, pensando che proprio questa era la volontà di Dio.

La convinzione generale l'ha aiutata a vedere nel matrimonio il valore e il suo invito e perciò l'ha accettato nella profonda convinzione che in questo modo potrà appagare il desiderio di Dio. In questa ottica si trova la concezione del matrimonio e della sessualità in generale.

Però la natura della salvezza e della maternità Divina richiede che la maternità sia vergine. Malgrado tutto ciò la verginità non diminuisce l'onore e la dignità del matrimonio, alla quale è dedicata la fertilità con il sacramento di Cristo. Maria dimostra attraverso la sua verginità alle persone sposate, e non, che ogni uomo deve essere pronto ed aperto alla misericordia che proviene dal cielo e che ogni altro bene, anche se legale come il matrimonio, é al secondo posto, perché la salvezza finale é un dono che proviene dal cielo.

Maria e Giuseppe erano veramente marito e moglie. Dunque il loro matrimonio era autentico e comportava tutte le conseguenze che ne derivano da questo tipo di unione. Maria provava nei confronti di suo marito un pieno amore personale, solo che quest'amore verso di lui, nella sua anima pulita da ogni peccato, era totalmente paragonato al suo abbandonarsi totalmente a Dio. Il suo amore, nel matrimonio, non si poteva separare dall'amore verso Dio a causa della pienezza della misericordia che portava dentro di se.

"L'amore matrimoniale e l' abbandono totale a Dio per la Sacra Famiglia rappresentavano l'unione reale, potevano essere identici totalmente così come è impossibile in ogni altro luogo" (23).

L'offrirsi a Dio può essere indiretto, nel matrimonio, e diretto, fuori dal matrimonio. La cosa comune a tutte e due deve essere l' abbandonarsi a Dio. Se il matrimonio e il fatto di non sposarsi escludessero ciò, ambedue sarebbero uguali in negatività. Non tutti gli uomini sono uguali ("Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo chi in altro") (1 Cor 7,7). Dove qualcuno si abbandona a Dio più facilmente, allora lì é anche invitato. Maria nel matrimonio si poteva abbandonare totalmente a Dio, perché era piena di misericordia. Lei amando Dio in modo perfetto amava perfettamente anche suo marito. Lei in questo modo, abbandonandosi personalmente a Dio, con un fede profonda e personale, rappresenta un esempio reale per coloro che sono sposati e non. L'amore delle persone fidanzate deve essere trasparente per l'amore Divino. L'amore di Maria fidanzata in questo senso é stato "più trasparente di quello di altre persone e dei riscattati." (24).

L'offrirsi totalmente a Dio in condizioni normali porta a non sposarsi. Ciò non significa che il matrimonio é, dal punto di vista religioso, più basso. L'attività sessuale non ha un valore eticamente più elevato della vita matrimoniale. Riguardo l'appartenenza al mistico corpo di Cristo non é neanche meno dignitoso essere sposato che non sposato. La differenza é che le persone sposate si offrono a Dio indirettamente mentre quelle non spostate lo fanno in modo diretto. L'uomo sposato é diviso e perciò il suo offrirsi a Dio diminuisce. La caratteristica dell'amore é che esclude la bigamia e il tradimento. Il motivo é psicologico e non sessuale. L'offrirsi totalmente a Dio esclude l'offrirsi all'uomo. (1 Cor 7, 32-34; Mt 19,12,19). In questo modo Maria, attraverso il suo mandato, viene offerta a Dio attraverso il Cristo e non era possibile cercare un altro collegamento e appoggio. Perciò Matteo disse: la Madre e il suo bambino (2,11). Maria si è offerta totalmente a Dio e per questo motivo doveva rimanere vergine anche dopo il parto.

Dopo tutto ciò che é stato detto, il matrimonio della Sacra Famiglia non rappresenta un'eccezione ma rappresenta il matrimonio più elevato, e allo stesso tempo lo si può definire escatologico. Gli uomini dopo la resurrezione, riferita a questo mondo, non si sposeranno più ma solamente si conosceranno e si ameranno. Così si realizzerà perfettamente lo scopo del matrimonio, perché Dio, che rappresenta l'amore (1 Gv. 4,8), sarà tutto in tutti (1 Cor 15,28). Questa realtà già era presente nel matrimonio di Maria. Il matrimonio cristiano semplice si sviluppa attraverso la pienezza corporea e la nascita umana. Esso deve essere anche sempre aperto ad una realizzazione sempre più grande attraverso Dio affinchè non abbandoni il suo cammino individuale. (25)

Cristo ha benedetto il matrimonio tra Maria e Giuseppe, essendo il frutto del loro matrimonio e l'ha creato perfetto, creando con esso dei perfetti rapporti tra Dio e l'uomo.

LA MADRE E LE MADRI

Nel progetto d'incarnazione del Figlio di Dio é inclusa anche l'incorporazione degli uomini nel mistico corpo di Cristo. La maternità di Maria, come realizzazione dell'incarnazione, include dentro di sé la maternità di tutte le madri.

La sua maternità é non solo il modello ma anche la causa di ogni maternità qui sulla terra. Perciò ogni maternità ha la dimensione della misericordia. Il suo scopo é acquistare, per conto di Cristo, certe parti del corpo senza le quali non potrebbe raggiungere la pienezza. Perciò ogni maternità porta a Cristo ed essa non si esaurisce con il valore biologico. Tutte le madri sono tali grazie alla maternità di Maria, che parte cioè da Maria, anche se la maternità viene accettata personalmente e realizzata in un modo particolare da ogni madre. I figli, che Cristo chiama fratelli, hanno insieme a lui la stessa madre che é presente in ogni madre. Loro provengono dalla misteriosa volontà di Dio che ha fatto in modo che Suo Figlio diventasse un uomo tra tanti fratelli.

Lo stesso mistero che é iniziato in Maria continua nei cuori dei fedeli, e specialmente nei cuori delle madri: "la nascita e la crescita di Cristo che é stato concepito attraverso lo Spirito Santo" (26).

Maria "nel corpo di Cristo rappresenta un carattere del fattore ereditario, inteso nel senso biologico della parola (= che da dentro regola lo sviluppo del ciclo della vita). Ogni opera successiva riceve da qui il modo di agire e la sua forma. Lei é un organo vivo che serve a guidare questo ciclo di vita che Dio ha fondato tra gli uomini fin dalla prima apparizione dell'uomo". (27). La presenza di Maria é viva e attiva dappertutto nella Chiesa.

Ogni maternità nella sua essenza é un rapporto con Cristo. Da Maria, in modo diretto e dagli altri, in modo indiretto. La maternità di Maria é pura grazia ma anche puro atto di Dio. E' escluso il ruolo del marito e il ruolo di Maria é ridotto alla ricezione. La redenzione non é il risultato dello sforzo umano ma é un dono di Dio. Alla fine si vede che c'è un parallelismo e un legame interno tra la maternità di Maria ed ogni altro tipo di maternità. La differenza é grande ma alla base c'é sempre Dio anche se in modo diverso. Ogni maternità é un dono di Dio. Nessun uomo crea i bambini. Solo Dio li crea. Da Maria é esclusa l'opera umana e dagli altri é inclusa. La diversità dei modi non tocca la verità fondamentale che ogni maternità é dono di Dio. Maria é un chiaro esempio di accettazione di quel regalo e della responsabilità personale per esso. Rispondendo affermativamente al messaggio dell'angelo, Maria é "alla cima del suo ruolo" (28).

La famiglia é quell'istituzione Divina nella quale tutto é dono. Ciò è evidente in modo particolare nella Sacra Famiglia. Il dono é Maria, Giuseppe e il Bambino. Tutta la struttura esiste per: Bambino - Cristo. Giuseppe prende la madre del Bambino come sua moglie. Maria, sorpresa, accetta la maternità come disegno di Dio. Fin dall'annuncio si mette totalmente a disposizione di Suo Figlio. La sua accettazione, come espressione della fede, allo stesso tempo é un programma di vita e un atteggiamento nei confronti di Dio. Dal primo momento del concepimento fino alla morte sulla croce, Lei segue Dio nel buio della fede, mettendo i suoi piedi in quelli di Cristo: il viaggio in Egitto, la nascita nella stalla, l'apparizione nel Tempio, la morte insieme al Cristo sotto la croce. Ogni passo di Maria percorre la fede fino alla sua elevazione in gloria. Da Nazareth fino al Golgota non é uscita mai "dal buio della fede" (29). La strada di questa madre rappresenta la vera strada sulla quale si deve trovare ogni madre e l'uomo in genere. La maternità di Maria é nata attraverso la fede e con essa cresceva e si sviluppava. Questa maternità é il dono e la collaborazione con il dono, dono che include lo sviluppo attraverso la libertà umana. Non é stato dato tutto subito e quello che é stato dato é stato dato per svilupparsi fino alla fine. " La Bibbia non conosce una Maria che sa ogni cosa, per la quale suo Figlio non sarebbe più un mistero, ma la conosce come una alunna diligente di suo Figlio che si fa guidare nella fede passo per passo." (30)

La maternità di Maria é presente anche nelle madri cristiane. La struttura della maternità é uguale anche se in Maria é molto più intensa e in armonia con la pienezza della sua misericordia. La dimensione più importante non é quella fisico-biologica ma quella spirituale, religiosa. "Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la proteggono" (Lc 8,28). La nascita dei bambini, intesi come estremità di Cristo, presuppone che coloro che li partoriscono "ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica." (Lc 8,21) e solo in questo modo ognuno di loro diventa la "madre di Cristo" (Mc 3,35) nel vero senso della parola. La maternità ha le sue radici nella fede e deve regolarsi secondo essa. Si deve accettare la maternità e attraverso questa essere sempre aperti verso Dio. Perciò il matrimonio e la famiglia esistono per Cristo. Attraverso Lui sono battezzati, guidati e finalizzati. Ogni matrimonio e ogni maternità sono al servizio di Cristo nell'obbedienza della fede.

La maternità non é solo un atto, specialmente fisico, ma é un processo di grazia. Essa è un atto fertile come la fede e fà in modo che Cristo si formi negli altri. "Lui diffonde intorno a sè la forza della fede e dell'amore nel cuore dell'altro uomo. In questo modo e proprio lì si svolge la nascita di Cristo." (31)

Attraverso Maria e al fianco di Maria è rimasto ancora dello spazio e il dovere che ogni madre faccia ciò che "vale in modo più assoluto per Maria" (32), cioè regalare la vita "servendo" come ha fatto Maria "il mistero del riscatto" (33). Tutte le madri come Maria devono accettare la parola di Dio nel buio della fede e attraverso la fede entrare nell'azione di salvezza di Cristo. Questo tipo di partecipazione é importante per tutta la comunità dei santi. Maria é la prima e la più importante. Le altre devono seguire Lei e continuare la sua opera. Il "SI" di Maria di diventare la madre del Figlio di Dio allo stesso tempo rappresenta l'accettazione della strada della vita e del mandato di Suo figlio. Il Suo compito (di Cristo) é annunciare il Padre. Maria in tutto ciò sta a sua disposizione. Sempre di più moriva dentro di sè e diventava la serva di suo Figlio nel suo mandato. Lei prende la parola di Dio, la tiene nel suo cuore, riflette su di essa, vive e si comporta secondo essa essendo sempre aperta nei confronti di Dio.

La stessa maternità comporta lo stesso dovere nelle madri cristiane. L'intensità della maternità di Cristo in questo senso non comporta differenze significative. Le differenze dipendono solo dal grado di misericordia, dalla strada e dalla possibilità che si adeguano ad ogni madre in particolare. La maternità umana ha la dimensione della salvezza. I genitori con la fede, l'amore e la speranza creano i propri figli. La fede é l'eredità nella quale si accetta Dio, che si é presentato attraverso Cristo, e si trasmette agli altri. (Tim 1,5). La maternità é l'ordine naturale e lo sviluppo della misericordia. Secondo la sua natura "rapporto di persona a persona "(34), é al primo posto verso Dio in Cristo. (Mt 35,40). Ogni nascita di un bambino é piena di promesse anche se il bambino esce dalla volontà misteriosa di Dio che per gli uomini é oscura. L'incarnazione di Cristo illumina e battezza la nascita umana. Esso ci rende fieri e grati perché apparteniamo alla razza umana (35). La piccola stalla dimostra che, anche sulle capanne di campagna, sulle cantine di città e sulle baracche, cadono i miracoli e i doni, sottoforma di bambini che il Figlio di Maria ha creato come propri fratelli e bambini di uno stesso Padre, Dio e di una stessa Madre, Maria.

La famiglia di Maria testimonia che neanche la struttura più perfetta ha fine a se stessa. Questo lo dimostrano in modo particolare gli avvenimenti nel tempio di Gerusalemme, a Cana e sotto la croce. Nella famiglia tutto esiste per Cristo. La sua essenza, la diffusione nel matrimonio dell'amore di Cristo e la divinizzazione del mondo, sono con Cristo e in Cristo.

Il dono elevato della maternità rispetta e afferma la persona. Dio non si comporta con le persone come se fossero delle cose mute e morte ma agisce in armonia con la loro natura intelligente e personale. Lui non riduce Maria nè le altre madri ad una cosa senza vita ma con la parola personale cerca una risposta personale. La maternità ha la natura e la struttura della fede e da qui proviene il suo effetto di salvezza. (1 Tim 2,15)

Maria, con il suo concepimento senza peccato, afferma la santità dell'atto del matrimonio. Lei era pura, nata da genitori, in modo umano. Perciò l'atto del matrimonio in sè non ha niente di sporco. L'esistenza dell'uomo dentro la famiglia é un "avvenimento santo che Dio vuole (36).

L'unione tra marito e moglie non rappresenta una maledizione ma un atto creativo di Dio. Solo le sofferenze durante il parto appartengono alla maledizione di Adamo.

IL SACRAMENTO QUOTIDIANO

La famiglia rappresenta un ambiente e un clima adatti che permettono alla donna uno sviluppo totale e la prosperità. La battaglia per l'emancipazione non é sempre una battaglia per la donna. Maria viveva modestamente, non riconosciuta e sconosciuta. Questo dimostra che ogni giorno per una normale donna povera non diminuiscono la sua libertà, l'onore e la dignità. Maria, vivendo in condizioni modeste é riuscita ad ottenere di essere "portata in alto, sopra agli angeli". "Un vero uomo", viveva in questo mondo, "l'uomo di carne e sangue, con le lacrime, con la sofferenza, con la povertà e il buio", e allo stesso tempo "non é nient'altro che la purezza, la bontà, l'amore verso la croce, l'uomo che é solo di Dio..." (37). Tutta questa lucidità era nascosta nella quotidianità quasi banale dell'uomo normale che incontriamo sulle strade polverose, nei larghi campi e nelle montagne senza accesso.

Maria é la dimostrazione che é comunque possibile "essere un uomo che ama Dio e che Dio ama, il figlio di Dio, l'uomo che vive con la vita dello Spirito in questa vita fatta di buio, di debolezza, di miseria, di ignoranza, di fatica, di lacrime".

Di Maria non si sa nulla fino all'invito dell'angelo. Questo silenzio su di lei "parla più di qualsiasi discorso " (38). Questo e quel poco che la Chiesa ha custodito di Maria, parlano chiaramente: la sua vita é stata una vita normale. Totalmente normale a prima vista e totalmente spirituale nell'essenza. Totalmente umano e totalmente divino. Una prova evidente che quotidiano e normale nella famiglia vengono santificati. Il quotidiano é diventato un sacramento vero, una forma del soprannaturale e un suo segno. Tutto si é ridotto e trasformato in un servizio a Dio nella fede e nell'amore.

Maria non é un concetto astratto, ma una donna viva, vissuta in condizioni umane modeste e con dei rapporti concreti umani, una madre e una donna. Questa realtà é la vera dimostrazione che "la fonte della felicità non é possedere i beni di questo mondo ma nell'accettazione della volontà di Dio" (39). La stretta via della vita famigliare: povertà, apprensione, lotta, odio, persecuzione, lacrime e dolore, non sono un segno della maledizione ma possono essere la fonte della salvezza se si accettano, come provenienti da Dio, con le parole e con la vita: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Anche la rinuncia, la purezza e il lavoro hanno il proprio valore. I problemi nella famiglia come quelli che erano nella famiglia di Maria: con il marito, con la propria coscienza, con il figlio, con la sistemazione (abitazione), con il mondo - dimostrano come sono intrecciati tra di loro gli sforzi umani e la cura di Dio e come infatti attraverso lo sforzo umano scorre la grazia di Dio, la cura e l'onnipotenza.

Maria testimonia anche che i frutti del matrimonio non sono la preda finale della morte. Attraverso Maria si vede che cosa spetta ad ogni membro della famiglia, come é la realizzazione della sua salvezza e come é la sua forma finale. Il processo di glorificazione di Maria insegna che l'ultimo obiettivo di uomo é Dio. Perciò il feticismo e il disprezzo del corpo non sono giustificati. La celebrazione é la possibilità autentica dell'uomo dopo la risurrezione di Cristo. In Maria questo é già una parte della realtà che in Cristo é già la realtà (40). Maria con la sua glorificazione impedisce a noi di situarci per sempre in questo mondo e di non lasciare tutta la felicità per i pezzi di essa. Al contrario Lei ci accompagna affinché integriamo quei pezzi in un insieme.

Maria é l'annuncio, il segno, la prova di ciò che sarà dell'uomo, il segno che la risurrezione del Capo porta con sè anche la risurrezione del Corpo.

In Maria, a causa dei suoi rapporti familiari, é iniziata la fine dell'ultimo stadio della Chiesa. Perciò la Chiesa con la giustificazione vede in Lei la sua immagine finale, che spera di ottenere da Cristo. Maria é "summa Ecclesiale" attraverso la quale arriva la salvezza a tutto il mondo nella forma che si chiama famiglia.

1) Mysterium salutis, Band 111/2 Einsiedeln Zurich Koln,1969:

Alois Muller, Marias Stellung und Mitwirkung im Chrisrusereignis, pg. 416.

2)Leksikon fur Theologie und Kirche, 2 Aufl. Das Zweite Vatikansche Konzil, Teil1, Freiburg/Basel-Wein, 1967: Dr.Otho Semmelroth, Kommentar 8. Kapitels Lumen gentium, pg. 337.

3) Lumen gentium, n.36

4)Semmelroth, 337.

5) Muller,416.

6)Lumen gentium,n.53

7) Usp. Karl Rahner, Maria Mutter des Herrn, Theologische Betrachtungen, Freiburg- Basel Wein,5. Aufl. 1965, pg.104-105.

8) Rahner, 58

9) Rahner, 54

10) Muller, 437.

11)Rahner, 54.

12) Semmelroth, 337.

13) Lumen Gentium, n.62

14) Rahner, 34.

15)Rahner, 37.

16) Muller, 417.

17)Usp. Muller, 416.

18) Usp. Muller, 416.

19) Muller, 416.

20)Rahner, 36.

21) Rahner, 67.

22) Rahner, 68.

23) Muller, 471.

24) Muller, 471.

25)Usp. Muller,472/473

26)Lumen Gentium,n.65.

27) Rene Laurentin, Mutter Jesu-Mutter der Menshen/ originally La Vierge au Concil, 1965, Paris) Limburg, 1967, pg.175.

28) Muller, 451.

29)Muller,486.

30) Muller, 463.

31) R. Laurentain, 18.

32) Lumen gentium, n.56.

33)Lumen gentium, n. 56.

34) R. Laurentin, 171.

35) Ust. Jean Cantinat, C.M., Marie dans la Bible, Lyon/Paris, 1963, pg. I31

36) Rahner, 40.

37)Rahner,81.

38)Bossuet, Elevations sur les Mysteres, ed. D. de Bouvier,1933, pg. 692.

39)J. Cantenat, 128.

40)Usp. Rahner, 91.

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Dott. fra Josko Srdanovic, psichiatra

LA FAMIGLIA NEL MONDO MODERNO

I. INTRODUZIONE

La famiglia, come nucleo di base del popolo e della società, ha un suo sviluppo specifico, un'organizzazione interna, una dinamica e una vita. E' stata sottoposta a diversi cambiamenti durante la storia come anche ad una patologia dei suoi membri, in particolar modo oggi in tempi di relativizzazione dei valori e dell'ateismo nella vita della popolazione che si è materializzata. Nella famiglia si ama, si nasce, si vive e si muore. Essa é trasportatrice della vita e dell'eredità culturale, religiosa e spirituale. Essa dentro di sé porta l'essenza della fede, della cultura e della storia, che poi tramanda alle generazioni seguenti. Anche se la famiglia é sottoposta a diverse influenze e cambiamenti, é riuscita a resistere come nucleo delle forme intime e preziose della comunicazione tra gli uomini. In questa breve esposizione toccheremo, in generale, argomenti come il matrimonio e la famiglia - futuri portatori della vita familiare e sociale; la patologia della famiglia moderna e alcuni esempi tratti dall'esperienza psichiatrica e pastorale.

II. SULLA FAMIGLIA E IL MATRIMONIO

La famiglia é un basilare elemento sociale, fondato sulla vita comune di persone legate tra loro da sentimenti e rapporti di sangue, composto principalmente da genitori, figli, ma anche nonne, nonni, zie, zii, e tutti gli altri membri della famiglia. Nella famiglia si riuniscono diverse funzioni come: la funzione biologico - riproduttiva, educativa, economica, socio - culturale, morale, religiosa e patriottica. La famiglia é trasmettitrice di vita ed é riuscita a sopravvivere durante secoli e millenni e di conseguenza ha anche una lunga storia e tradizione. La famiglia si basa sul matrimonio e sull'amore. L'amore é la base della vita comune nel matrimonio, e un legame matrimoniale durevole rappresenta la condizione per la felicità familiare e per il processo di rinascita di una paternità e maternità responsabili. Nel matrimonio e nella famiglia le persone soddisfano i loro bisogni primari: i bisogni emozionali, intimo- sessuali, materiali, sociali, spirituali, riproduttivi e culturali. Nessuna istituzione, come ad esempio: gli asili, le scuole, gli ospedali, gli istituti per anziani, è in grado di sostituire il calore del focolare familiare. Le funzioni biologico - riproduttive ed educative della famiglia sono molto importanti. All'interno di essa nascono i nuovi membri della società umana e lì inizia il processo del loro sviluppo umano e la loro crescita. All'interno di questo ambiente umano intimo appaiono le prime sensazioni emotive, le prime concezioni sulla vita e sul mondo, si formano i primi concetti fondamentali, si creano i primi rapporti, si accettano i criteri dei valori come: che cosa é buono, vero, umano, e santo, e infine si crea l'identità della persona. Solo i genitori e i membri della famiglia possono offrire tanta comprensione, pazienza, affetto, rinunce, supporto a tutti i membri e in particolar modo ai bambini e agli anziani. Perciò la funzione educativa della famiglia durante la storia è stata uno dei suoi fattori inevitabili. Oggi in tempo di isolamento emotivo, di solitudine e abbandono, la famiglia continua a resistere come cellula della società, piena di calore, di fiducia e di supporto con forme di contatto umano, tanto necessarie. All'interno del matrimonio e all'interno della famiglia é strettamente necessaria l'esistenza di un amore che è altruista, generoso, che richiede impegno, sforzo e perdono da ambedue le parti. Questo tipo di amore cambia sempre e ogni giorno é diverso, arricchisce le diversità del carattere e le caratteristiche storico - evolutive e biologiche dei membri nella famiglia. Nel matrimonio e nella famiglia nascono i nuovi membri e questo é importante non solo per la famiglia ma per tutta la società e l'umanità. Si tratta della riproduzione umana delle nuove generazioni e della società, senza la quale ogni altra riproduzione non ha alcun senso.

III. PATOLOGIA DELLA FAMIGLIA MODERNA

La situazione e il ritmo della vita dell'uomo moderno e della famiglia sono cambiate in modo significativo, specialmente nei paesi sviluppati. Negli ultimi decenni si sono verificati alcuni cambiamenti per quanto riguarda l'opinione generale nei confronti della vita, del mondo e su ciò che questo mondo ci offre - e la maggior parte delle volte ci offre dei falsi modelli di vita.

Il legame familiare é più debole, entrambi i genitori lavorano e spesso sono indipendenti economicamente. In loro é presente sempre di più l'egoismo, la tendenza verso una vita più facile e meno "carico" da sopportare, che in genere é connesso alla nascita e all'educazione di più figli. Il donare comporta dei sacrifici ma tale concetto perde il suo valore in questo mondo materiale in cui viviamo dove alcune volte si incontra anche un atteggiamento liberale verso la sessualità e dove vi è una rinuncia del ruolo di genitore concepita come "modernità" o emancipazione. Alla base si avverte la mancanza della fede in Dio, l'amicizia con Lui nella preghiera, nel Suo Spirito, il rinunciare a vivere secondo i comandamenti che Dio ha dato all'uomo per salvarlo come individuo, come famiglia e come popolo.

Però è presente anche una rinuncia all'eredità dell'identità della famiglia, del popolo, della fede e spesso ciò avviene sotto l'influenza della scienza che non sempre é al servizio dell'uomo e della vita e sotto l'influenza dei mass media e della politica mondiale. Così tante famiglie di oggi vivono nel vuoto senza un legame con la fonte della vita che Dio rappresenta, e perciò soffrono del così detto vuoto interiore spirituale ed esistenziale - senza senso. Questi atteggiamenti fanno sì che i genitori e i membri della famiglia siano meno felici, meno altruisti, sono meno contenti di se stessi, sono favorevoli all'aborto, educano i figli e i giovani senza il senso della vita, scelgono le difese - le false compensazioni: i piaceri, l'alcool, l'immoralità, la droga. Tutte cose che portano ad una malattia fisica e spirituale, ma anche ad una decadenza sociale e distruggono le famiglie.

III. A. ALCUNI ASPETTI PER UNO SVILUPPO SANO DELLA FAMIGLIA, IN PARTICOLARE DEI BAMBINI E DEI GIOVANI

I genitori hanno un ruolo indispensabile nella crescita, nell'educazione e nello sviluppo di un individuo e fanno in modo che esso si evolva e diventi una persona sana, capace dal punto di vista creativo, che ricopra una giusta funzione all'interno della famiglia e sul lavoro e sia un membro utile per la società. Tuttavia sono anche molto importanti i membri della famiglia e coloro che la circondano, con le quali l'individuo cresce. Perciò é importante stimolare uno sviluppo sano del bambino a partire dal concepimento, quindi dalla nascita, per evitare delle situazioni patologiche che rappresentano un pericolo per i bambini, per i giovani e per le nuove generazioni della società, come spiegheremo nella seguente esposizione. Qui ci soffermiamo su un unico aspetto, molto importante per quanto riguarda lo sviluppo della persona: la sua identità e le conseguenze del mal funzionamento dell'apparato mentale-psichico. Parliamo di vari tipi d'identità: personale, familiare, nazionale, religioso, sessuale e identità della professione. Questa caratteristica dell'essere umano si forma durante le varie fasi dello sviluppo psico-sociale e psico-sessuale dell'individuo e continua a perfezionarsi durante il resto della vita. Nella sua teoria strutturale Freud ha diviso l'apparato psichico in tre parti: il primo livello (più basso) è costituito dall' Io: la parte inconscia, che rappresenta il magazzino degli istinti e dove é accumulata l'energia psichica. Tali istinti, durante le diverse tensioni tendono ad essere soddisfatti "qui e adesso", al quale si oppongono le caratteristiche più alte della personalità: ego e superego (io e super-io). Il secondo livello dell'ego o Io, (l'Es), ha la funzione del controllo, dell'autocontrollo e cerca di impedire le pulsioni istintive non controllate, la cui realizzazione provocherebbe la paura. Questo livello esamina la realtà, permette l'adattamento dell'individuo all'ambiente, imposta i limiti verso il mondo esterno e crea i meccanismi di difesa. Proprio questa funzione permette la creazione della vera identità della persona, la conoscenza di se stesso e dell'ambiente. Il terzo livello é rappresentato dal superego - super-io, che ha la funzione dell'auto controllo, della censura morale e dentro se stessa riunisce le norme sociali e morali. Questo terzo livello inizia a formarsi già dal terzo mese di vita. Allora il bambino, con addosso ancora i pannolini, imposta i primi rapporti emozionali - oggettivi con i genitori oppure con le persone (gli oggetti primari) che si prendono cura di lui. Già d'allora il bambino sorride, riconosce le persone già viste e risponde attraverso i movimenti e i gesti. I bambini giungono a questa fase seguendo l'esempio dei propri genitori e delle altre persone con le quali stanno in contatto. Le persone che circondano il bambino rappresentano dei modelli d'identificazione o i prototipi ai quali il bambino cerca di somigliare, cioè apprende con il tempo alcune caratteristiche desiderate delle altre persone. Come abbiamo appena affermato, già dai primi mesi di vita, ha inizio la formazione delle caratteristiche: emozionali, sociali, morali, religiosi e sessuali. I genitori, come le altre persone dell'ambiente esterno, rappresentano i modelli delle caratteristiche buone oppure cattive che il bambino apprende perché egli già è in grado di registrare l'ambiente di cui la famiglia è il riflesso: se é caldo, tranquillo, come i genitori comunicano, se hanno abbastanza tempo per lui, se la madre é stressata, frustata, se il padre é caldo, aggressivo, se arriva a casa ubriaco, come la famiglia risolve i conflitti, se vanno d'accordo, se si raccontano le cose, se sono uniti e tolleranti, quale è la scala di valori e se questi valori vengono vissuti veramente, se parlano bene di Dio oppure lo bestemmiano, se frequentano la chiesa, se mantengono le promesse. Il MATRIX psichico basilare - la formazione della personalità dei bambini - si forma nei futuri portatori della vita della società all'interno delle mura domestiche, all'interno della famiglia e nelle altre istituzioni che possono solo rappresentare un supplemento, aiutare la formazione, dare la cultura, ecc.

III B. LE FORME PATOLOGICHE DELLO SVILUPPO NELLA FAMIGLIA MODERNA

I cambiamenti patologici dello stato dei bambini e dei giovani sono provocati da uno sviluppo irregolare, all'interno della famiglia, che oggi come oggi in questi tempi moderni si manifesta in modo particolare a causa dei cambiamenti del modo di vivere e della concezione generale, delle influenze negative dei mass media, della politica anti Dio dai "centri di potere" e dalla solitudine nei rapporti interpersonali. I bambini di oggi e i giovani saranno domani invitati ad assumersi le responsabilità e i doveri delle generazioni più vecchie di loro.

Durante la fase del concepimento é molto importante riflettere sul fatto di desiderare o meno il bambino, se vi è o meno il desiderio di abortire, perché all'interno del grembo materno il bambino percepisce le varie sensazioni e nel caso in cui egli non è stato desiderato davvero, ciò può far sorgere in lui un trauma in futuro, accompagnato da depressione e insicurezza, oppure può manifestare dei comportamenti psicopatici-distruttivi (esempio: il figlio della ginecologa ....descrivere). Durante il periodo dell'allattamento se un bambino si sente trascurato da parte dei genitori, e in particolar modo dalla madre, se vi è una tensione continua, se all'interno della famiglia non c'è una certa stabilità, se avverte una freddezza emotiva o un disinteresse per i propri bisogni psichici, se mancano: un amore sincero, calore, sicurezza e fiducia, allora tutto ciò si rifletterà sul normale sviluppo psichico del bambino ( che non riuscendo a verbalizzare le sue sensazioni, reagirà sviluppando tutta una serie di disturbi psicosomatici e cercherà di attirare l'attenzione degli altri verso sé stesso ....descrivere)

Anche nel caso in cui vi sono più persone che si prendono cura del bambino (non continuità dell'oggetto), o si verifica una lunga separazione dai genitori (genitori all'estero, all'ospedale, l'educazione del bambino affidata al nonno o alla nonna....VINKO esempio), o vi è la perdita di uno dei genitori senza che ci sia una sorta di compensazione del vero amore da parte degli altri, tutto ciò può portare il bambino a sviluppare con il tempo il trauma dell'abbandono nel periodo della pubertà o adolescenza, quando entra a far parte del mondo degli adulti, quando non é in grado di realizzare ciò che ci si aspetta da lui in base alla sua età cronologica, subisce una seconda neurosi. Un errato sviluppo porta il bambino a subire dei danni emotivi e caratteriali, tende a chiudersi in se stesso, non è sicuro, è egocentrico ed è continuamente affamato d'amore e di rispetto da parte degli altri. Questo tipo di persone non sono riuscite a costruirsi delle normali difese psichiche per fronteggiare delle situazioni di stress e frustrazioni, e aumenta in loro la tendenza agli stadi regressivi di comportamento (depressione, inerzia, poco rendimento scolastico, opposizione ai genitori e ad altre autorità, tendenza ad associarsi a coloro che gli sono simili sia a scuola che fuori, dipendenza all'alcool, alla droga, comportamento promiscuo). Questo tipo di sviluppo e la crescita di un individuo in una famiglia non sana, crea un'identità sbagliata, una pseudo-identità che rappresenta un terreno molto pericoloso dove hanno origine le deviazioni più profonde e socio - psico patologiche.

Così questi giovani, delle famiglie moderne di oggi, diventano portatori della patologia della famiglia stessa. In particolar modo è negativo quando i bambini vengono educati e cresciuti da genitori emarginati, mentalmente malati e con comportamenti non accettati dalla società. Allo stesso modo é negativo il fatto che oggi i figli vengano educati come sotto una "campana di vetro", che non vengano esortati a lavorare, a prendersi le proprie responsabilità, a superare le frustrazioni o tenendoli strettamente legati a sé, precludendo però un corretto sviluppo evolutivo. Questi figli diventano delle "piccole cose divine" della famiglia. Il problema si presenta anche quando il figlio diventa l'oggetto dell' aggressione da parte dei genitori, il "luogo" dove i genitori "risolvono " i loro problemi professionali e matrimoniali e quando per loro la carriera o la ricchezza sono più importanti del creare una fonte di calore, di amore, e di supporto per il proprio figlio. Così viene investito lo stretto necessario nell'educazione (esempio... Mate di Sibenik...). Il bambino viene lasciato in balia di sé stesso, viene educato dalla strada, dai diversi gruppi, dalle discoteche, dalle riviste o dalla TV. Ci sono sempre più bambini e giovani, provenienti dalle moderne famiglie di oggi, con una deviazione continua nella vita comune, la mancanza dell'amore vero, supporto, l'impegno, come anche sempre più bambini che provengono da genitori separati. La separazione dei genitori viene vissuta da molti bambini come un forte trauma e tanti di loro finiscono al reparto psichiatrico infantile con una diagnosi depressivo - autistica (esempio ....giochi con le bambole). La vita dei genitori e delle famiglie che non hanno fede in Dio, che non la mettono in pratica nella vita quotidiana, dove manca la preghiera di ogni giorno e c'è sempre più indifferenza verso Dio - l'ateismo della famiglia moderna, - è la causa del vivere senza senso, nel quale é immersa la famiglia. La gioventù di oggi ha perso il senso e vaga alla ricerca di qualcosa che possa riempire il grande vuoto in cui è sprofondata. Così spesso i giovani si rifugiano nelle sette, nell'occultismo, nella droga, nell'alcool e simili (Dijana, Damir 16 anni, Bos 26 anni, Marija 25 anni, Ivica 12 anni). Si dice che anche la frutta più pregiata dell'orto se non viene zappata e curata non darà nessun frutto, la stessa cosa accade all'uomo: se non fa niente e se lascia tutto al caso. Perciò é importante che l'amore dei genitori sia sicuro e incondizionato, che il genitore rappresenti un vero amico per il proprio bambino, che lo capisca bene, che sia il suo supporto anche quando le cose vanno male, che i genitori trascorrano tanto tempo con il bambino nell'educazione, nel dialogo, nel gioco. I regali materiali non possono sostituire il bisogno per il bambino del calore, della vicinanza, dell'amore dei genitori; i regali materiali vengono vissuti dal bambino come surrogati, falsificazioni. Bisogna elargire di continuo i complimenti ai bambini, offrire loro il proprio aiuto, mantenere le proprie promesse e già dal terzo anno di età sviluppare in loro il valore del lavoro e il senso della responsabilità.

IV. CONCLUSIONE

In questa breve retrospettiva sulla famiglia moderna si può constatare che anche la famiglia di oggi - nonostante tutto il progresso scientifico, tutta una serie di cambiamenti che si sono verificati all'interno della dinamica familiare, nella sua organizzazione interna, nella vita, nella concezione generale e nella crescente solitudine tra le persone - é riuscita a rimanere un'oasi di calore, di supporto, di amore, di impegno e di rapporti intimi interpersonali, ed anche portatrice di vita. La famiglia moderna di oggi deve affrontare tante sfide da parte della scienza, della politica, dei mass media e dell'indifferenza verso Dio ....

Le famiglie moderne spesso vivono come in un vuoto senza il senso della vita e così educano i propri figli che saranno futuri portatori della vita familiare e sociale e che spesso apprendono diversi, sbagliati e fatali comportamenti che minacciano le fondamenta odierne e future della famiglia e della società. Perciò in questa sede ci siamo soffermati maggiormente sullo sviluppo (inteso come crescita) normale e anomalo del bambino e dei giovani, citando anche le conseguenze patologiche che ogni giorno le specifiche istituzioni si vedono costrette ad affrontare. Le famiglie religiose sono risultate essere più stabili e più forti nel fronteggiare le sfide negative che il mondo moderno ci pone. Oggi, per prevenire le conseguenze e gli atteggiamenti sopracitati e soprattutto per un sano sviluppo dei bambini, dei giovani e delle famiglie, sono molto importanti : il ruolo degli specialisti all'interno dei centri specifici che hanno il compito di aiutare i bambini, i giovani, le famiglie (psicoterapia), il ruolo delle trasmissioni educative attraverso i mezzi pubblici d'informazione, i consigli dati ai genitori, ai bambini, agli insegnanti, al pubblico, ma anche i contatti interpersonali e la funzione educativa della scuola. La famiglia deve essere attenta a rispettare la scala dei valori e deve considerare il bambino, sin dal concepimento e quando indossa ancora i pannolini, come una persona, un essere che richiede l'amore, la fiducia e il rispetto, perché ogni bambino é un dono di Dio e dobbiamo dimostrare la nostra gratitudine al Donatore della vita. Il ruolo della Chiesa é al primo posto ed é inevitabile. Sono importanti: la fede viva nella vita quotidiana della famiglia, le riunioni dei bambini, dei giovani, dei genitori nell'ambito parrocchiale, durante la liturgia e la preghiera, per ottenere la misericordia, per formare la giusta identità religiosa della persona, che aiuterà l'individuo a superare le diverse crisi e le frustrazioni della vita e soprattutto per vivere con Dio.

BIBLIOGRAFIA

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Schulte - Toelle; "Psychiatrie", Springer Verlag, Berlin, 1979

Vukasovic A.; "Zov rodnih ognjista", Kucice nr. 1, 1995

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Fra Slavko Barbaric

LA FAMIGLIA NEI MESSAGGI DELLA REGINA DELLA PACE

1. Medjugorje rappresenta la scuola nella quale Maria, la Regina della Pace, già da quindici anni e mezzo, ci parla e ci insegna parlando. Nei primi messaggi che Lei ci trasmetteva ogni giovedì, attraverso la giovane Maria Pavlovic - Lunetti dal 1. marzo 1984 fino all' 8 gennaio 1987 e dal 25 gennaio 1987 fino ad oggi, ogni 25 del mese, non ci dice niente di nuovo, ha parlato in modo semplice, con fare materno, pieno d'amore e comprensione, tenerezza e pazienza, però allo stesso tempo chiaramente e con fermezza ci ha ricordato quello che noi, come suoi figli, come singoli, famiglie e come tutta la Chiesa, abbiamo il dovere di fare.

Il suo discorso é semplice e concreto, senza nessuna teoria o filosofia, proprio così come dovrebbe fare ogni madre. Maria, la Regina della Pace, é molto chiara per quanto riguarda ciò che chiede e desidera da noi. I suoi messaggi non hanno bisogno di spiegazioni. Possono essere compresi da tutti. Non ci sono parole incomprensibili o concetti non chiari.

Da una parte il suo discorso fa riferimento ai messaggi espressi nella Bibbia e dall'altra parte i suoi messaggi mostrano un legame profondo con la nostra realtà quotidiana. Per riconoscere meglio il legame profondo dei messaggi di Maria con il messaggio della Bibbia e con la nostra realtà, é sufficiente ricordarsi del suo messaggio fondamentale: Pace, pace e solo pace. Ha pronunciato queste parole il 26 giugno 1981. A queste parole ha aggiunto anche delle parole profetiche: Pregate e fate digiuno, perché con il digiuno e la preghiera si possono fermare le guerre e le catastrofi naturali. La realtà della guerra per noi Croati cattolici, nel lontano 1981 era inimmaginabile. Solo 10 anni dopo, nello stesso giorno, il 26 giugno 1991, sono cadute le prime bombe, che hanno annunciato la terribile realtà della guerra che non abbiamo voluto, non ci aspettavamo e che non pensavamo mai di tali dimensioni.

L'unico scopo delle apparizioni é la pace e, come un filo rosso, passa attraverso tutto quello che Maria dice e fa. Perciò Lei parlava anche delle condizioni della pace: rivolgersi, pregare, fare digiuno, credere e abbandonarsi a Dio totalmente, rimanere con Lei sulla strada della santità. Ha parlato chiaramente anche dei mezzi: recitare il rosario, confessarsi, leggere le Sacre Scritture, assistere alla celebrazione della Santa messa, fare del bene.

Tutti gli individui erano stati invitati: le famiglie, i gruppi, tutta la Chiesa e tutto il mondo. Nel totale processo di pace viene nominata di continuo l'importanza dell'individuo, della famiglia e del gruppo di preghiera. La sua strada verso la pace é la strada induttiva. Tutto inizia con il singolo (individuo) che cambia e cambiando crea nuovi rapporti nella famiglia, nella società, nella Chiesa e nel mondo. Tutto inizia con il rivolgimento personale dell'individuo (singolo) che crea i nuovi rapporti nella famiglia e così via. Le persone che hanno visto la Madonna ripetono in continuazione che prima di tutto ci deve essere la pace nei nostri cuori, poi nella famiglia e alla fine nel mondo. Qui si vede il valore inevitabile e l'importanza dell'individuo. Senza l'individuo, i programmi che Dio ha raccomandato a Maria, non sono realizzabili. L'individuo crea un nuovo ambiente, una nuova famiglia e la famiglia crea una nuova Chiesa e una nuova società. La società nuova, la Chiesa nuova e la nuova famiglia, cambiano con il cambiamento dell'individuo e hanno un loro ruolo nell'educazione dell'individuo e fanno in modo che gli individui realizzino più facilmente la loro identità.

Il compito di quest'esposizione é quello di dimostrare quello che dice Maria delle famiglie, che tipo di famiglia Lei vuole, che cosa raccomanda, verso cosa richiama l'attenzione dei bambini, dei genitori, degli anziani, che tipo di valori dovrebbero vivere e come si dovrebbero comportare gli uni verso gli altri, verso Dio, verso la preghiera, verso la messa e la Sacra Bibbia.

2. Nei Suoi 27 messaggi, Maria nomina la famiglia. Di tutti questi messaggi, 13 messaggi sono stati dati giovedì e il resto (14) sono stati dati il 25 di ogni mese. Tutto quello che ha detto si può dimostrare dal punto di vista cronologico, così come dava i messaggi, ma anche dal punto di vista tematico. Personalmente propendo più per la dimostrazione tematica.

Dio al primo posto

Dio é la base di tutto, la fonte della vita e della santità, il Creatore e Signore di tutto. Lui é la pace e l'amore. Senza un contatto personale con Lui nessuno può avere la pace. Lui ci dà tutto quello che abbiamo e tutto appartiene a Lui. Nella famiglia consacrata si trova Dio al primo posto e Lui deve domare la vita della famiglia. Scegliere Dio e metterlo al primo posto significa fare quello che ha fatto Maria e vivere così come viveva l'antica famiglia di Nazareth. "Perciò cari figli mettete Dio al primo posto nelle vostre famiglie, per ricevere la pace da Lui e per essere protetti da Lui. Non solo in guerra ma anche in pace da ogni tentazione Satanica" - così si dice nel messaggio del 25 dicembre 1991, Maria parla chiaramente della continua e instancabile attività di Satana sia durante la guerra che durante la pace. Lui non sopporta tutto ciò che è bene, "perché lui vuole la guerra, vuole il disordine, vuole distruggere tutto quello che é buono" (messaggio del 25. marzo 1993). In questo stesso messaggio invita tre volte alla preghiera "pregate, pregate, pregate". Questa é la risposta alla domanda : come avvicinarsi al suo cuore materno.

"Sono venuta a dirvi che Dio esiste", diceva uno dei primi messaggi, che le persone che hanno visto la Madonna hanno trasmesso alla gente (al mondo). In seguito nei tanti messaggi ha invitato gli uomini e le famiglie a scegliere Dio e metterlo al primo posto.

Così sicuramente è stata nella sua vita. Lei si é proclamata serva del Signore ed eseguiva in tutto la volontà di Dio. Dio era al primo posto nei suoi pensieri, nelle parole e in tutta la sua attività.

Nel messaggio del 2 giugno 1984 la Vergine in occasione della novena per il versamento dello Spirito Santo alla famiglia, invita tutti quanti a pregare affinché tutta la vita sulla terra sia dedicata a celebrare Dio. Dio stesso concederà ogni aiuto necessario affinché tutto ciò avvenga (2 giugno 1984). San Paolo ci dice nella prima lettera ai Corinzi: "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio."(10,31)

Tutto ciò che ci dice, lo dice in nome di Dio. Maria é il profeta e la regina dei profeti, e profeta é colui che parla in nome di Dio. Perciò, la parole dei profeti non riguardano soprattutto gli avvenimenti futuri, ma "parlano" in nome di Dio. Perciò ogni madre ed ogni padre sono prima di tutto profeti, che rivelano ai propri figli la volontà di Dio, l'amore di Dio, la misericordia, i piani di Dio e i mezzi attraverso i quali questi piani si possono realizzare. A Lei Dio ha raccomandato i piani che si realizzeranno solo con la nostra collaborazione. "Mi avete aiutato con la vostra preghiera per realizzare i miei piani. Continuate a pregare affinché questi piani si realizzino del tutto (messaggio del 27 settembre 1984). Ci insegna che tutto deve appartenere a Dio e noi potremo realizzare tutto ciò attraverso le sue mani (messaggio del 25 ottobre 1988). Quando metteremo Dio al primo posto allora avremo la pace e saremo sicuri da ogni pericolo di Satana. Quando avremo Dio avremo tutto. Senza di Lui siamo poveri e persi e non sappiamo da che parte stiamo. Scegliendo Dio e mettendo Dio al primo posto, la nostra vita e tutta la nostra attività vitale saranno totalmente chiare e decisive (messaggio del 25 dicembre 1991).

La famiglia, in questo caso i genitori, rappresentano coloro che trasmettono l'esperienza di Dio ai propri figli. Quando per loro Dio sarà al primo posto allora tra di loro ci sarà l'amore, serviranno Dio a vita e guideranno i loro figli sulla strada giusta. Perciò Maria invita i più giovani ad apprendere la preghiera e a frequentare la santa messa" (messaggio del 7 marzo 1985). Solo così i figli potranno imparare quello che i loro genitori vivono. Quando i figli scopriranno Dio e quando Lui entra nella loro vita al primo posto, rimarranno sulla strada della pace, della fede, dell'amore e del bene.

Nel messaggio del 25 agosto 1996 Lei invita i genitori ad essere di buon esempio per i loro figli, perché in caso contrario, i figli andranno verso l'ateismo (la vita senza Dio) e ciò significa buio, disordine (non avere la pace) e morte.

Maria non si é dimenticata neanche degli anziani all'interno della famiglia. Loro sono importanti e devono essere stimolati a pregare, devono rappresentare un esempio di vita per i giovani ed essere di aiuto agli altri, testimoniando così Gesù (messaggio del 24 aprile 1985). Questo tipo di rapporto tra i giovani e gli anziani nella famiglia, l'uomo lo scopre solo nell'incontro con Dio. Nel ritmo frenetico della vita moderna sia i figli che gli anziani spesso sono considerati come un disturbo, come una barriera che non ci permette di goderci la vita. Secondo questa concezione si possono giustificare gli aborti, l'uccisione dei bambini e la rinuncia ad occuparsi degli anziani, fino ad arrivare all'eutanasia. Possiamo aspettarci un cambiamento d'opinione solo se tutti quanti scelgono Dio come il creatore di tutti che ad ogni vita dà un senso profondo e che é minacciato dall'atteggiamento materialista sulla vita. Perciò il 25 marzo 1995, Lei ha detto che non c'é la pace lì dove non c'é preghiera, non c'é l'amore lì dove non c'é fede. La pace nasce nell'incontro con Dio e l'amore nella fiducia totale, nel consegnarsi a Dio. Dio dà la pace e la pace é un dono di Dio (messaggio del 25 gennaio 1996).

Quando Dio sarà al primo posto nella famiglia allora anche la preghiera potrà avere una sua giusta collocazione e un suo tempo (momento), e questo farà in modo che si cerchi e si trovi la volontà di Dio (messaggio del 25 aprile 1996).

La preghiera nella famiglia

L'invito più frequente indirizzato alle famiglie é di pregare dentro di esse.

Nel messaggio del 2 giugno 1984 la Madonna invita alla preghiera nella novena allo Spirito Santo, affinché lo Spirito si riversi sulla famiglia e su tutta la parrocchia. Questo desiderio della Madonna naturalmente ci riporta alla memoria l'episodio in cui Lei ha pregato per nove giorni con gli apostoli dopo la risurrezione di Gesù. Gesù ha mandato lo Spirito protettore proprio come aveva promesso. Con l'arrivo dello Spirito Santo il cuore di Maria e i cuori dei apostoli si sono riempiti della forza e del fuoco dello Spirito Santo. Con l'arrivo dello Spirito Santo gli apostoli sono stati in grado di testimoniare ciò che hanno sentito e visto. (At 1,13-14 e 2,1-4). Basta ricordarsi dei doni dello Spirito Santo: saggezza, buon senso, consiglio, forza, intelligenza, religiosità, paura Divina - per capire subito perché la famiglia deve pregare insieme proprio nello Spirito Santo e perché servono proprio adesso i regali dello Spirito Santo. La famiglia stessa é la comunione della vita nella fede, nell'amore, nella speranza, nel rispetto reciproco, nella cura degli uni verso gli altri in senso materiale, e spirituale. L'uomo é educato alla famiglia e si forma con la famiglia.

E' impossibile immaginare uno sviluppo normale dell'uomo senza la sua famiglia. Tutto può funzionare solo se i cuori sono pieni e se si riempiono in continuazione con i regali (doni) dello Spirito Santo. Da nessuna parte come nella famiglia c'é bisogno del dono del buon senso, della saggezza, della forza, della religiosità e timore di Dio.

Il messaggio di Maria é anche la risposta a tutti i genitori che si chiedono che cosa altro possono fare per le loro famiglie che si trovano in crisi. Pregare lo Spirito Santo significa chiamare quello Spirito che dà la vita e vivifica, che trasforma il vuoto e il deserto in pienezza e vita (Gen 1,2). Questo significa pregare lo Spirito Santo che aveva visto Isaia quando le ossa dei morti si sono trasformate nella vita.(Is 37, 1-14).

Tanto lo Spirito Santo sarà attivo nelle famiglie così formerà le persone in persone nuove e tanto l'uomo dentro di sé potrà vincere il buio con la luce divina, il deserto dell'anima e del cuore, potrà trasformare in ricchezza della comunione e dell'amore, la mancanza dell'amore potrà compensare con l'amore eterno che é il dono dello Spirito Santo e così con la forza dello stesso Spirito potrà guarire le ferite del cuore che nascono a causa della mancanza dello stesso amore. Nel messaggio del 28 marzo Maria ringrazia tutti coloro che nelle proprie famiglie hanno fatto rinascere la preghiera e tutti quelli che sono diventati attivi sono diventati cari al Suo cuore.

La preghiera del rosario e il tempo della preghiera

"Prego le famiglie della parrocchia di pregare il rosario della famiglia" ha detto la Madonna nel messaggio del 27 settembre 1984. La preghiera stessa del Rosario rappresenta l'unione con Maria e Gesù nella gioia, nella tristezza e nella gloria. In quest'unione la famiglia cresce secondo l'esempio della Sacra Famiglia. L'uomo, l'individuo, la famiglia e la società cercano i propri modelli e i propri ideali. Pregando il rosaio, i genitori con i figli, i giovani con gli anziani, i sani con i malati, nella famiglia, hanno davanti agli occhi la vita e l'esempio di Gesù Cristo, di Giovanni e di Maria. Vivere con loro la propria unione famigliare significa sia per i genitori che per i figli ogni giorno uno stimolo nuovo all'amore reciproco e al rispetto. Così si impara nella famiglia come si vive la gioia, come si porta la croce e come si realizza l'esperienza della resurrezione. La famiglia deve mettere la preghiera al primo posto e non permettere che il lavoro e gli impegni quotidiani spengano lo spirito della preghiera - così dice la Madonna nel messaggio del novembre del 1984. Nello stesso messaggio invita al rinnovo della preghiera perché ovviamente i lavori hanno spento la preghiera.

Solo dopo aver conosciuto la situazione nella nostra famiglia per quanto riguarda la preghiera, allora possiamo capire perché la Madonna ci tiene a sottolineare che la preghiera deve essere messa al primo posto. Non é vero forse che in tante famiglie la preghiera si trova all'ultimo posto, se non è addirittura scomparsa? Quante famiglie pregano dopo avere finito tutti i loro impegni giornalieri, quando l'individuo é stanco e può appena guardare qualcosa in TV che gli si offre senza nessun sforzo? La vera risposta a questa domanda sarebbe: iniziare il giorno con la preghiera comune (insieme), il che é praticamente impossibile in tante famiglie secondo le loro convinzioni. A causa delle trasmissioni televisive che si protraggono fino a tardi la sera si é persa la mattina nella famiglia, e ciò significa perdere l'intera giornata. L'incontro non realizzato di mattina rende ineseguibili gli incontri durante giorno.

Secondo l'opinione umana più profonda e l'unione famigliare non ci sarebbe niente di più normale che la preghiera insieme fatta sia di mattina che di sera.

Nel messaggio del 25 agosto 1995, Maria invita la famiglia ad iniziare la giornata con la preghiera al mattino e di finire la giornata con la preghiera serale di ringraziamento. Di mattina la famiglia, tutti insieme o singolarmente, sceglie Dio e la sua Santa volontà. Sceglie e prega affinché in ogni uomo possiamo incontrare Dio e in tutto quello che facciamo possiamo trovare la Sua volontà. Nella preghiera del mattino si deve chiaramente e con gratitudine accettare la nuova giornata e mettersi a disposizione di Dio e delle persone.

Nella preghiera serale si deve sottolineare la gratitudine. Tutto quello che facciamo durante giorno ce lo ha permesso l'amore di Dio. Dobbiamo ringraziare sempre di sera. Ringraziamento significa riconoscere i doni che Dio ci ha dato. Ringraziando, l'uomo combatte contro il pericolo e la superbia di prendersi il merito delle azioni che invece sono state fatte da Dio. La gratitudine spetta a Dio e agli altri perché significa riconoscere l'azione di Dio nella propria vita e nella vita della propria famiglia come anche essere cosciente che questo é un dono. La gratitudine é l'espressione più profonda della fede e della fiducia in Dio. Chi ringrazia riconosce (afferma) che tutto il bene arriva da Dio. Così anche chi ringrazia si può anche pentire perché potrà facilmente capire che ha usufruito dei doni di Dio e che ha seguito più la propria volontà che la volontà di Dio.

La famiglia che prega insieme al mattino affinché possa trascorrere il giorno in pace e con amore, nel rispetto reciproco e avere un lavoro soddisfacente, sicuramente avanzerà spiritualmente e con l'avanzamento spirituale sarà in grado di vivere tutti i valori che rendono bella una famiglia. E' anche importante che la famiglia alla fine del giorno veda insieme tutto quello che é successo, ringraziare per ciò che c'è stato di buono, pentirsi per il male e il peccato, e affinché i membri della famiglia si perdonassero gli uni e gli altri se ci sono state delle incomprensioni e delle offese. Questa é la condizione per avere la pace nella famiglia e per un sonno tranquillo. Chi nella famiglia va a riposarsi di sera senza aver fatto pace con gli altri, senza aver perdonato gli altri, non può riposarsi perché l'anima ferita non può trovare la pace per se stessa se prima non ha fatto pace e se non ha accettato gli altri con amore.

Rinnovare la preghiera della famiglia significa rinnovare gli incontri con il Padre eterno che ci ama infinitamente attraverso suo figlio Gesù Cristo. Accolte dall'amore di Cristo, le famiglie potranno accettare e capire tutto, anche le croci più pesanti e le malattie (messaggio del 15 gennaio 1992). Le croci e le malattie diventeranno la pace e l'unione.

Parlare con il Padre dei cieli è molto importante più del parlare con il genitore. Una famiglia dove non c'è comunicazione perde le fondamenta e l'espressione basilare della sua unione. Al rinnovo della preghiera la Madonna ci invita nel messaggio del 7 marzo del 1985.

Nel messaggio del 6 dicembre 1984 la Madonna ripete l'invito alla preghiera da parte della famiglia e ci ammonisce perché non l'abbiamo ascoltata. Nello stesso messaggio ci dice di nuovo che Lei fa ogni cosa perché è Dio che la manda e Lei ci parla a nome suo. Chi non ascolta il suo invito non ascolta nemmeno Dio che manda Maria a suo nome.

Il problema dell'obbedienza della comunità parrocchiale, Maria lo ripete nel messaggio del 14 febbraio 1985. La disobbedienza della comunità parrocchiale provoca la tristezza nel cuore di Maria e ripete l'invito affinché le famiglie obbediscano e preghino unite la preghiera familiare. L'espressione "devi" é molto rara nei messaggi di Maria a Medjugorje. Dal punto di vista pedagogico e metodologico tale espressione non minaccia il sottolineato fatto della risposta con l'amore e non dubita sulla pazienza di Maria, ma spiega il suo grande desiderio di aiutare le famiglie a vivere in un contatto vero (buono, giusto) con Dio.

L'amore nella famiglia

Amare ed essere amato é il desiderio più profondo e fondamentale di ogni uomo. Non c'è neanche bisogno di dire quanto sia importante l'amore e il fatto di essere accettati all'interno della famiglia, scuola di vita. La mancanza di amore e di accettazione all'interno della famiglia lasciano delle ferite molto profonde. Si sa molto bene che il bambino fin dal concepimento sa e riesce a sentire se viene accettato con amore oppure no. Si sa bene grazie alla prassi terapeutica che spesso i traumi e i timori, che possono accompagnare una persona anche per tutta la vita, sono provocati dal fatto che una madre o un padre pensavano di abortire il proprio bambino.

Perciò il messaggio del 13 dicembre 1984 é molto chiaro. Prima di tutto si deve iniziare ad amare all'interno della famiglia, poi si può parlare di amore nelle comunità parrocchiali e infine dell'amore verso tutte le persone. Con questo messaggio Maria ha voluto preparare la comunità parrocchiale all'accettazione dei pellegrini: "... e poi potrete amare ed accettare tutti quelli che verranno qui." (13 dicembre 1984).

Maria, pienamente concreta come madre, chiede nello stesso messaggio che la settimana in cui ha dato il suo messaggio venga considerata come un momento particolare in cui si deve imparare ad amare. E' la settimana prima di Natale, la festa dell'amore e della vita. S'inizia ad imparare ad amare nel momento in cui l'uomo decide di imparare ad amare all'interno della famiglia. Nello stesso messaggio Maria ripete le parole di San Paolo: senza l'amore non si può ottenere niente. L'amore sostituisce tutte le leggi e le avvera e nessuna legge può sostituire l'amore. Senza l'amore niente ha valore e l'amore dà ad ogni cosa un valore eterno (1 Cor 13, 1-13). Prima del quarto anniversario, il 6 giugno 1985, Maria di nuovo ci invita ad amare i membri della famiglia, e solo poi si potranno amare tutti gli altri. Dal punto di vista cronologico si può affermare che Medjugorje alla fine del 1984 e soprattutto nel 1985 é diventato un Santuario internazionale. Quando le apparizioni di Medjugorje sono iniziate, da una parte hanno subito le pressioni dei comunisti e i tentativi di fermare questo fenomeno, dall'atra parte l'ordine vescovile si opponeva a Medjugorje. Il Monsignore di quel tempo, Pavao Zanic, alla fine dell'ottobre del 1984, ha emesso una nota ufficiale su Medjugorje. Alcune volte sembrava che le forze contrarie alla Chiesa sarebbero riuscite a spegnere gli avvenimenti di Medjugorje. Però, si può notare chiaramente, che Maria continuava a portare a termine il suo compito e non si preoccupava delle critiche avversarie che si presentavano, non ne parlava affatto, continuava ad esortare e ad educare la comunità parrocchiale all'amore, che può vincere contro ogni cosa. A Natale del 1991 quando si è diffusa la guerra in Croazia e quando c'erano i primi segnali della guerra in Bosnia e Erzegovina, Maria esortava di nuovo alla pace e all'amore. L'amore é misericordia e la si deve pregare, Gesù ce lo dona per benedire ogni cosa con la benedizione della pace e dell'amore. Nel messaggio dell'aprile 1993 Maria usa l'immagine della natura che si risveglia in primavera ed invita tutti gli uomini affinché si aprano all'amore come si apre la natura al Dio Creatore. I cuori che si aprono all'amore, così come si apre la natura, prima mostreranno e dimostreranno il proprio amore all'interno della famiglia. L'amore salverà la famiglia dal disordine e dall'odio e riporterà all'interno di essa lo spirito della preghiera. Attraverso la preghiera Dio ci darà la forza per amarci gli uni e gli altri. Maria sa bene quanto sia importante per noi capire il suo invito all'amore e che partecipiamo al processo dell'amore che si risveglia. Perciò ci ripete che Lei ci ama con amore materno. L'amore materno é la condizione della vita in generale. Questo tipo d'amore in particolare é attivo ed é la condizione per la creazione di una nuova vita. Senza quest'amore la vita non può ne iniziare ne sopravvivere.

La presa di coscienza dell'amore Divino che ci ha creato, e la presa di coscienza dell'amore materno di Maria sono le condizioni affinché ogni uomo scelga l'amore e affinché ogni amore ferito venga guarito. Dio si é presentato a noi attraverso Gesù Cristo come amore infinito che ci accetta senza condizioni e che é la condizione di ogni altro tipo d'amore, specialmente nella famiglia perché Dio si é presentato come nostro padre.

L'amore é la condizione della pace nella famiglia, perché chi non ha l'amore non può vivere la pace - come ci insegna Maria nel messaggio del 25 gennaio 1996.

Nello stesso messaggio Maria parla del legame tra l'amore e il perdono. Noi siamo uomini deboli. Pecchiamo e peccando minacciamo l'amore. Chi non perdona il suo amore resisterà poco e sarà condizionato da tante cose. Solo colui che ama può perdonare. Ci rimane solo la preghiera affinché possiamo capire ed accettare con il cuore l'invito all'amore e al perdono.

Bibbia nella famiglia

La Sacra Scrittura rappresenta la parola di Dio rivolta all'uomo. L'individuo dovrebbe leggerla e così conoscere Dio che si presenta, la sua volontà, il suo amore, la sua misericordia e il suo perdono. Maria desidera che nelle famiglie si legga la Sacra Scrittura e che la si preghi. Come é importante per l'individuo leggere la Sacra Scrittura così é anche importante per l'unione famigliare a tutti i livelli. Chi legge la Sacra Scrittura nella famiglia e riflette sulla Parola di Dio, allora saprà, pregherà e testimonierà, e la famiglia che prega e riflette insieme sarà una famiglia unita con la forza dello Spirito Divino.

Le persone che hanno visto la Madonna spesso ripetono che la Sacra Scrittura deve essere letta all'inizio della giornata, bisogna fermarsi su una parola e riflettere su di essa per tutto il giorno.

Nel messaggio del 25 agosto 1996, Maria ripete il discorso sulla Sacra Scrittura, cioè leggere e pensare, pregare e vivere, e desidera che poniamo la Bibbia in evidenza nelle nostre case famigliari. In questo modo la Bibbia, lettera divina, sarebbe ciò che ci accompagna quando usciamo da casa per andare a lavoro e ci ricorda di non dimenticare Dio. Sarebbe anche la prima cosa che ci aspetterebbe e saluterebbe quando torniamo nella nostra casa. Se ogni membro della famiglia uscendo da casa guarda la Bibbia e tornando per la prima cosa vede la Bibbia, creerà dentro di se dei rapporti positivi nei suoi confronti e nei confronti degli altri, nei confronti del suo lavoro e della sofferenza, nei confronti del tempo e dell'eternità.

Il desiderio di Maria ci ricorda ciò che ogni membro del popolo Divino, e anche lei, hanno fatto. Nel Deuteronomio 6,4-9 c'é scritto: "Ascolta Israele: il Signore é il nostro Dio, il Signore é uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte."

Ricordiamoci di cosa disse San Geronimo: " Chi non conosce le lettere, non conosce Gesù Cristo "

La famiglia e' invitata alla santita' e alla consacrazione

Tutti coloro che battezzandosi sono immersi nella morte di Gesù Cristo sono morti nel peccato e sono invitati alla santità. Nell'Atto di Fede confessiamo "una Chiesa santa, cattolica e apostolica", una Chiesa che viene esortata alla santità e non al vizio. Ciò che riguarda tutta la Chiesa, riguarda i suoi membri e le famiglie e la famiglia viene definita "Piccola Chiesa ".

La Santità é un invito ad una vita concreta nell'amore con Dio e con i fratelli. Essa dentro di se significa prima di tutto la guarigione dei rapporti con Dio e con le persone, la crescita nell'amore, nella fede e nella speranza.

Il desiderio di Maria é che la famiglia sia un luogo dove nasce la santità. L'esempio della santità dei genitori e degli anziani farà da scuola alla santità dei giovani. "Vi prego aiutatemi con la vostra testimonianza con coloro che non sanno vivere in modo santo ... e in particolare all'interno delle vostre famiglie" sono le parole del 25 luglio 1986. L'amore e il perdono, la bontà e la generosità, la mitezza e la decisione, la moderazione e l'amore sincero sono l'espressione della santità e la scuola della santità per la famiglia.

Affinché la santità della famiglia possa essere raggiunta secondo Gesù e Maria, cioè secondo il Vangelo, Maria invita a dedicarsi personalmente, in famiglia e in parrocchia a Gesù, suo caro Figlio (messaggio del 25 ottobre 1988) e al suo Cuore che non conosce il peccato, "così tutto appartiene a Dio attraverso le mie mani" (25 ottobre 1988,) L'espressione latina di "dedicare" é "consacrare", che ci porta al vero significato dell'invito della Madonna: consacrazione. Consacrarsi significa scegliere e prendere Maria e Gesù ad esempio, essere con loro, fare amicizia con loro e diventare come loro, secondo il vecchio detto popolare: sei come coloro con i quali stai! Colui che fa' amicizia con Maria e Gesù con la preghiera giornaliera, specialmente recitando il rosario, si trova sulla strada della santità e capirà come può vivere nella gioia e nel dolore per la gloria finale nei cieli.

Consacrandosi l'uomo viaggia coscientemente con Maria e Gesù e così supera quella solitudine che nasce a causa del peccato e realizza una nuova unione dell'amore e della vita sapendo che potrà vincere contro il peccato e la morte.

I piani distruttivi di satana

La famiglia si deve consacrare e in questo modo si difende da satana e dalla sua attività distruttiva. Lui porta odio e discordia. Il seme più pericoloso per la famiglia è rappresentato proprio dall'odio e dalla discordia. E' una ferita mortale che uccide la cellula fondamentale dell'unione umana. "Satana é forte e perciò voi cari figlioli, avvicinatevi con la preghiera costante al mio cuore materno" - ha detto la Madonna nel messaggio del 25 ottobre 1988. Maria é la donna della Sacra scrittura che con suo figlio vince contro satana (Gen 3,15, Ap 12, 1-6). Il vescovo Milingo che si occupa tanto di esorcismi, in un discorso ha detto che Maria rappresenta la prima esorcista. Lei con suo figlio vincerà contro satana e suo figlio non é solo Gesù ma ognuno di noi, e la sua famiglia non é solo quella di Nazareth ma ogni famiglia. Avvicinandosi al Suo cuore potrà difendersi sia l'individuo che la famiglia dall'attività distruttiva di satana. Nel messaggio del 25 gennaio 1994 ci parla di nuovo dell'opera di satana e le sue intenzioni. Lui vuole in questi tempi "creare disordine nei vostri cuori e nelle vostre famiglie". Figlioli, non permetteteglielo. Non permettete che sia lui a guidare voi e le vostre vite." Il desiderio di satana è quello di escluderci dal potere dell'amore divino e comandare su di noi, sulle nostre famiglie, sui nostri sentimenti e sulle nostre decisioni. Lì dove lui prende il comando e dove è lui, lì rimangono solo le rovine. Maria si presenta di nuovo come colei che ci difende sia attraverso il suo amore che attraverso la sua intercessione con Dio. Se gli individui e le famiglie non accettassero il suo aiuto e la sua protezione, si aprirebbe la strada verso satana che ci tenta e in particolare ci fa perdere la fede, la speranza e l'amore (messaggio del 25 marzo 1995).

La pace nella famiglia

Tutto quello che Maria diceva sulle famiglie, tutti i consigli che dava, tutte le avvertenze materne, tutti gli inviti a consegnarci a Dio e a consacrarci, come anche l'invito all'amore e al perdono, portano verso la meta più importante, per cui lei ha scelto il suo nome, cioè di definirsi : Io sono la Regina della Pace.

La pace é il desiderio più profondo del cuore umano. Tutto quello che l'uomo fa, sia buono che cattivo, rappresenta un modo di cercare la pace. Anche quando uccide un altro essere umano o toglie la vita a sé stesso, l'uomo cerca la strada verso la pace, come anche quando dà la sua vita per gli altri. La pace é un valore biblico e si realizza solo nel momento in cui si possiedono tutti i beni: dello spirito, dell'anima e del corpo.

La pace alla fine é possibile lì dove si accetta la vita, la si ama, la si rispetta e la si difende. Perciò la famiglia é il luogo della pace, della vita oppure della distruzione e della morte.

A Maria come Regina della Pace e nuova Eva, come madre di tutti i vivi, sta a cuore la pace all'interno della famiglia.

Perciò uno degli scopi principali della preghiera nella famiglia é la pace, che in questi tempi é minacciata in un modo particolare. Insieme all'invito alla preghiera per la pace, Maria ci invita anche al digiuno perché proprio dalla preghiera e dal digiuno dipende ciò che succederà nelle famiglie e nel mondo ( messaggio del 25 luglio 1991). Dal punto di vista storico, in quel momento c'era già la guerra in Croazia. Dio dà la pace e protegge dai disordini e dai mali (messaggio 25 dicembre 1992).

Mentre Dio vuole la pace, perché Lui é la fonte della pace e ci invita attraverso Maria al digiuno e alla preghiera, satana vuole il disordine, la guerra, la distruzione di ogni bene nei cuori, nelle famiglie e in tutto il mondo (messaggi del 25 marzo 1993). Solo con la preghiera si supera il disordine e l'odio e in questo modo arriva la pace (messaggio 25 aprile 1993). Nel messaggio natalizio del 1994, Maria é la Madre che insieme a noi si rallegra e prega con noi per la pace, per la pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nei nostri desideri e in tutto il mondo e in questo modo invoca la benedizione del Re della pace che può dare la pace. Perciò finalmente dovrebbe essere chiaro che la pace é un dono di Dio, che nasce dall'amore e l'amore dalla pace (messaggio 25 aprile 1996)

E ogni volta, alla fine di ogni apparizione, secondo la testimonianza dei veggenti, Lei dice: "Andate in pace, angeli miei !"

Espressioni figurative sulla famiglia

Come Suo figlio anche Maria usa delle immagini tratte dalla natura per descriverci meglio quello che Lei vuole.

Così anche nel messaggio prima di Natale, del 20 dicembre 1984, Lei invita ogni famiglia a portare un fiore nella Chiesa e metterlo vicino alla culla di Gesù, e in questo modo si esprime la propria consegna nelle mani di Gesù. Lei inoltre vuole che la famiglia rappresenti un fiore armonioso che Lei stessa vuole consegnare a Gesù e che ogni individuo sia il petalo di quel fiore nella creazione dei piani di Dio (messaggio 1 maggio 1986). Il messaggio é stato dato all'inizio di maggio, il mese dei fiori e dello splendore della natura. Anche con quest'immagine Maria ha espresso tutto ciò che vuole per le nostre famiglie e per l'unione famigliare in generale.

Nell'aprile del 1993 invitava tutti noi ad andare in mezzo alla natura per guardare come essa si risvegliasse perché questo gesto aiuta anche i nostri cuori ad aprirsi al Dio Creatore. La natura che si risveglia dopo l'inverno é la dimostrazione della forza creativa di Dio e rappresenta uno stimolo per ogni cuore e per ogni famiglia ad alimentare una nuova speranza e ad accettare una nuova vita.

Da tutto ciò che é stato detto si può capire chiaramente dove vuol portare Maria le famiglie e il perché le educa. La famiglia é sotto la sua protezione e sotto la sua raccomandazione. Con la forza dello Spirito di Dio e con la volontà del Padre diventa la società di vita, della pace e dell'amore, un assaggio del paradiso e la difesa degli individui e in particolar modo dei bambini dalla strada e dalla vita senza Dio.

Maria, Madre della famiglia e Madre della Chiesa, non può tradire il suo primo dovere, perché essendo la Madre di Gesù e la Madre della Sacra famiglia, rappresenta la madre di tutti noi e di ogni famiglia. Tramite la sua intercessione Dio rinnova la Sua piccola Chiesa. La collaborazione generosa con Lei produce la pace desiderata. E così sia.

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fra Miljenko Stojic

L'ATTIVITA' DEL CENTRO INFORMAZIONI "MIR" - MEDJUGORJE

Introduzione

Il titolo di questa esposizione non vuole affermare che tutti gli altri centri su Medjugorje in tutto il mondo non meritano l'attenzione sul proprio lavoro. Quest'esposizione vuole dire che IL CENTRO INFORMAZIONI "MIR" - MEDJUGORJE rappresenta la voce ufficiale del Santuario "Regina della Pace" a Medjugorje. Questo gli dà un'importanza particolare e anche una certa responsabilità.

Attraverso il lavoro di questo centro si può capire quale sia il programma del Santuario e quali sono i problemi che deve affrontare. Resta bene inteso che i suoi successi e le sue difficoltà non riguardano solo questo centro ma tutti i vostri centri. Anche le difficoltà e i successi dei vostri centri non sono solo vostri ma anche di tutti coloro che lavorano al santuario. Noi siamo una comunità, la comunità di coloro che hanno ascoltato la parola di Dio e vogliono diffonderla alle persone che li circondano.

Viviamo nel cosiddetto "mondo moderno". Una delle sue caratteristiche più significative é che cerca di relativizzarsi. Noi che ci definiamo cristiani dobbiamo opporci a questo. Con questo modo di fare non saremo meno "moderni", ma daremo un'anima a questo mondo nel quale viviamo. I segni di quest'anima saranno la pace, la gioia, l'apertura, la mitezza..., e non la solitudine, l'avarizia, la fretta...

Siccome siamo i veri figli del nostro tempo, dobbiamo usare tutti i mezzi che questo tempo ci dà. La voce di Dio deve essere ascoltata attraverso tutti i mezzi d'informazione e vincere contro tutta questa confusione di voci diverse. Perciò non nascondiamoci, ma creiamo dentro di noi la mentalità della vittoria.

1. Breve esposizione sull'attivita' del Centro informazioni "MIR" - Medjugorje

Il centro ha iniziato la sua attività nel novembre del 1993. Prima era impossibile realizzare una cosa del genere a causa della dittatura, imposta dai comunisti, e della guerra che è iniziata dopo il crollo del comunismo, grazie all'attacco dei Serbi e al resto dei popoli che vivevano con loro nel ex-Iugoslavia.

L'attività di questo Centro cresce ogni giorno. Come cresce e si organizza il Santuario "La Regina della Pace", così cresce e si organizza anche questo Centro. La sua attività potremo definirla in breve: archivio, biblioteca, ufficio informazioni, bollettini, diversi servizi, robofax, internet, radio, televisione, lo speaker automatico 9825, libri e depliants, attività di collegamento con gli altri centri sparsi nel mondo, organizzazione di corsi per guide e per accompagnatori per condurre i pellegrini a Medjugorje...

Per coloro che desiderano mettersi in contatto con il centro può avvalersi delle diverse possibilità sottoelencate:

  1. tramite l'indirizzo e-mail medjugorje-mir@st.tel.hr,
  2. tramite fax 387-88-651-444,
  3. tramite l'ufficio informazioni 387-88-651-988

Ovviamente potete mettervi in contatto personalmente con il centro quando arrivate qui a Medjugorje.

2. Membri associati all' Associazione delle guide

Durante periodo in cui i comunisti erano al potere e controllavano la zona di Medjugorje, ai pellegrini poteva parlare chiunque lo voleva. In seguito, quando si sono verificate le prime rinunce e gli arresti delle persone che dicevano di aver visto la Madonna, i comunisti hanno adottato un'altra tattica. Volevano approfittare economicamente della situazione ed hanno iniziato ad offrire vitto e alloggio ai pellegrini, cioè ai turisti, come li chiamavano loro. A questo scopo é nata un' associazione di guide turistiche, in collaborazione con le agenzie che accompagnavano i pellegrini. Ogni nuovo membro dell' associazione doveva sostenere un esame di stato per guide e solo dopo poteva accompagnare i pellegrini. In questo modo i pellegrini venivano danneggiati perché alcune guide dicevano varie cose e si comportavano come volevano.

Per evitare che qualcosa di simile potesse accadere di nuovo, subito dopo il crollo del comunismo é nata "L'Associazione delle guide per i pellegrini nella parrocchia di Medjugorje". Il quartier generale dell' Associazione si trovava nell'ufficio della parrocchia di Medjugorje. Durante la guerra la sua attività ha subito una battuta d'arresto ma poi si è risvegliata quando i pellegrini sono tornati di nuovo.

Coloro che desiderano entrare a far parte dell' Associazione devono avere dei requisiti specifici, e cioè : professare la religione cattolica, mostrare un comportamento idoneo, aver portato a termine il corso di formazione per guide, aver superato l'esame finale, avere la residenza in Croazia oppure in Bosnia ed Erzegovina, dimostrare un'ottima conoscenza sia della lingua croata che di un'altra lingua, frequentare di continuo gli incontri mensili e infine pagare mensilmente l'abbonamento di associazione all'organizzazione. Tutto questo é prescritto nello statuto della stessa organizzazione.

All'interno dell'Associazione vi sono i membri regolari e i membri onorari. Si tratta di coloro che grazie al proprio operato rappresentano i responsabili dell' ASSOCIAZIONE DELLE GUIDE e continuamente prestano il loro aiuto. Loro, ovviamente, non hanno il compito di accompagnare i pellegrini.

Dal momento che ci sono molte persone che non vivono in Croazia, in Bosnia ed Erzegovina, e continuano ad accompagnare i pellegrini e si occupano di loro, abbiamo deciso di nominare dei cosiddetti membri associativi dell'Associazione delle guide. Le condizioni, per diventare membro associativo dell'Associazione, sono: la religione cattolica, un comportamento idoneo, la frequenza ai seminari educativi e di preghiera che si svolgono una volta all'anno, il pagamento della quota d'iscrizione, la comunicazione all'ufficio informazioni quando si arriva a Medjugorje. La conoscenza della lingua croata é consigliata ma non obbligatoria.

Anche se vengono accolti i membri associativi dell'Associazione delle guide, ovviamente non vogliamo dire che tutto il lavoro da voi svolto non sia stato fatto bene. Cogliamo quest'occasione per ringraziarvi per tutto ciò che avete fatto per i pellegrini fino adesso. Il caro Dio vi ringrazierà in un altro modo.

Il desiderio di tutti noi, che lavoriamo qui in questo santuario, é di metterci in contatto con tutti voi il più stretto possibile. Ci fa molto piacere ascoltare i vostri problemi e i vostri successi. Vogliamo dividerli con voi. Crediamo che anche voi desiderate la stessa cosa. Passate qui all'ufficio parrocchiale oppure all'ufficio informazioni. Dopo avere accolto i membri associativi nell'Associazione delle guide, gli imbrogli saranno ridotti al minimo. Succedeva in passato e succede anche oggi che alcune persone accompagnano dei gruppi di pellegrini qui a Medjugorje solo a scopo di lucro. Quando i membri associati saranno ben organizzati il campo di queste persone sarà ridotto al minimo. Il membro associato avrà una credibilità maggiore agli occhi di coloro che accompagna. I pellegrini saranno in grado di capire che alle spalle dei membri associati c'è il Santuario e di conseguenza crederanno maggiormente ad essi. Non é lontano il giorno in cui tutti i pellegrini saranno guidati solo dai membri regolari e dai membri associativi. Tutti gli altri potranno solo portare piccoli gruppi di pellegrini e nient'altro. Questo modo di lavorare non é per niente strano. Così funziona in tutti i Santuari. Se non avessimo avuto il comunismo e se adesso potessimo contare su di un governo ben organizzato avremmo potuto ottenere tutto questo già da tanto tempo.

I membri regolari e membri associati dell'Associazione delle guide hanno le loro tessere. Sono obbligati a portarle durante la loro attività con i pellegrini a Medjugorje. I membri regolari hanno anche le loro divise di riconoscimento quando aspettano i pellegrini e quando li accompagnano al ritorno. Loro portano le divise anche in altri momenti, se è opportuno.

3. Caratteristiche del membro dell'Associazione delle guide

Nello statuto dell' Associazione delle guide per i pellegrini nella parrocchia di Medjugorje c'è scritto che lo scopo dell'Associazione è quello di offrire un servizio di assistenza ai pellegrini provenienti dai settori della vita religiosa, storico - culturale, archeologico e etnografico. Ha il compito di organizzare anche gli incontri spirituali, i seminari sul tema della fede e della vita, e naturalmente sviluppa altre attività al fine di diffondere l'amicizia e l'amore tra la gente senza tener conto della religione, della nazionalità, del sesso e della razza. Questa organizzazione collabora con le altre organizzazioni del posto e con quelle internazionali di questo genere.

Se volessimo semplificare tutto ciò che è stato appena detto, potremo dire che lo scopo di tutte le sue attività é quello di animare spiritualmente tutti i pellegrini nel Santuario della "Regina della Pace" a Medjugorje secondo i messaggi della Madonna. Da ciò derivano alcune caratteristiche che vengono richieste ai nuovi membri dell'Associazione delle guide.

Colui che accompagna i pellegrini a Medjugorje o li guida mentre visitano Medjugorje, prima di tutto deve credere alle apparizioni Madonna come vere. Ciò permetterà agli altri di convincersi sulla veridicità delle apparizioni e inizieranno ad agire seguendo le indicazioni dei messaggi della Madonna.

Ogni membro dell'Associazione delle guide non prenderà mai in considerazione i messaggi della Madonna fuori dal contesto della religione cattolica. La Madonna non é venuta per allontanarci dalla nostra Chiesa ma per avvicinarci ad essa ancora di più. Perciò é escluso ogni estremismo e esclusività. Visitare Medjugorje significa andare in un luogo dove si rianima e si approfondisce la nostra fede.

Coloro che conducono i pellegrini a Medjugorje dovrebbero prepararli per l'incontro con la Madonna e con il posto. Il come vivranno i pellegrini il loro arrivo dipende per la maggior parte da coloro che li accompagnano. Se durante il viaggio daranno un buon esempio anche coloro che hanno deciso di partecipare solo come turisti, torneranno nelle loro case come pellegrini. Se al contrario daranno un cattivo esempio, coloro che hanno deciso di andare come pellegrini forse torneranno come turisti.

Un grande errore commettono le guide di quei pellegrini che vogliono solo vedere qualcosa. Questi pellegrini corrono solamente da un veggente all'altro, da un prete all'altro.... In questo modo essi non hanno il tempo per fermarsi e pregare per incontrarsi con Dio. In questo modo il pellegrinaggio diventa turismo. Sbagliano anche coloro che promettono qualcosa di speciale ai propri pellegrini. Qui a Medjugorje sono benvenuti tutti, ma allo stesso modo.

Le guide dei gruppi di pellegrini rappresentano i loro capi spirituali. Il concetto di "capo spirituale" proviene dal periodo precedente alla nascita della Chiesa. In quei tempi alcuni cristiani dopo un lungo periodo trascorso nella preghiera erano in grado di mostrare la retta via, che conduce a Dio, agli altri. La gente andava da loro per rinascere spiritualmente e diventare più forti. In seguito questi cristiani hanno iniziato a riunirsi e così sono diventati monaci. Coloro che guidano grandi gruppi di pellegrini sicuramente non diventeranno monaci ma devono appartenere ai gruppi che si nutrono dello spirito Divino attraverso Medjugorje. Questi rinnoveranno loro stessi e il mondo attorno a loro.

4. Perche' c'e' bisogno di una guida locale

Noi che lavoriamo nel santuario riteniamo opportuno che ogni gruppo di pellegrini abbia una guida locale. E' ovvio che in questo modo non vogliamo mettere da parte i membri associativi dell'Associazione delle guide. Se loro dimostrano di essere in grado di prendersi cura dei pellegrini che accompagnano (e spesso sono troppi), noi non abbiamo nulla in contrario a lasciarli fare. In caso vi sia un gran numero di pellegrini, le nostre guide locali, potrebbero aiutarli a svolgere il loro compito.

Il vantaggio maggiore di scegliere una guida locale é rappresentato dal fatto che egli è sempre presente nel Santuario. Egli partecipa a tutti gli avvenimenti del Santuario e a tutti gli avvenimenti della collettività. Una persona che viene da fuori non potrà mai avere queste caratteristiche. La guida locale è in grado di svolgere anche le migliaia di altre piccole cose che si devono fare quando arrivano i pellegrini a Medjugorje. In questo modo coloro che accompagnano i pellegrini sono liberi dai loro impegni lavorativi e potranno compiere insieme agli altri il loro pellegrinaggio, anche loro potranno avvicinarsi a Dio come fanno gli altri.

Il servizio delle guide locali può essere richiesto all'ufficio informazioni del Santuario. Il Santuario segue la loro preparazione e in un certo senso garantisce per loro. Il loro compenso è già stato prestabilito e potete richiedere tutte le informazioni necessarie, riguardo alle tariffe, all'ufficio informazioni del Santuario. Ciò non vi deve confondere ne sorprendere. Anche nella Sacra Scrittura si dice che ogni lavoratore merita il proprio stipendio. E' ovvio che questo stipendio non rappresenta il guadagno principale per le guide.

5. Internet

Quando un giorno nella storia si menzionerà il passaggio dal secondo al terzo millennio, sicuramente si scriverà che in quel periodo si è verificato uno sviluppo significativo e veloce per quanto riguarda la scienza dei calcolatori. I calcolatori elettronici ci hanno conquistato e li incontriamo in ogni situazione.

Internet ha assunto un ruolo sicuramente molto interessante nella tecnologia dei calcolatori. L'Internet é un sistema di calcolatori collegati tra di loro in tutto il mondo. E' difficile stabilire il numero di calcolatori collegati all'intera rete ma possiamo affermare che ci sono circa 50 milioni di persone che si collegano ad Internet.

Che cosa ci offre Internet ? Tante cose. E' possibile trovare ciò che può arricchirci l'anima ma anche ciò che può distruggercela. Stando comodamente seduti sulle nostre poltrone possiamo leggere, guardare e sentire pagine e pagine di tanto materiale interessante. Su Internet vengono pubblicati anche i giornali, le enciclopedie... Per usarlo ci vuole molto poco: un calcolatore, un modem, una connessione alla rete telefonica e l'allacciamento alla rete eseguito da un venditore di servizi. Tutto questo presto diventerà ancora più semplice. Già da quest'autunno é iniziata vendita di televisori che permettono di allacciarsi a Internet.

Oltre alle pagine piene di diversi contenuti, chiamate www pagine, é interessante anche quella parte di Internet chiamata e-mail, cioè la posta elettronica. In un secondo possiamo ricevere e mandare una lettera fino all'altro capo del mondo. La nostra lettera può contenere tutto quello che noi vogliamo: lettere, disegni, immagini, suoni...

La terza parte interessante di Internet è venuta alla luce solo negli ultimi tempi. Con l'ausilio di un microfono e un calcolatore é possibile parlare al telefono con chiunque in tutto il mondo. E' ovvio che chi riceve la comunicazione debba avere un calcolatore e dei programmi specifici. E' possibile partecipare ad un dibattito tra più persone di diversi continenti. Poco tempo fa' é stato annunciato che sarebbe stato possibile mettersi in contatto non solo con qualsiasi computer ma anche con qualsiasi telefono nel mondo. Questo sarebbe un passo avanti molto importante nel collegamento tra le persone perché fare una telefonata tramite Internet costa molto meno.

Noi nel nostro centro siamo collegati a Internet già dal febbraio del 1995. Dal momento che siamo stati i primi, sul nostro territorio, ad avere il collegamento, ovviamente abbiamo avuto delle difficoltà e delle incomprensioni ma adesso va tutto bene.

Il contenuto che noi offriamo su Internet é disponibile in sette lingue: croato, inglese, tedesco, francese, italiano, spagnolo e polacco. Basta solo cliccare sulla prima pagina con il mouse e tutto il contenuto appare sul video tradotto in una di quelle lingue.

Le nostre pagine sono divise in vari capitoli. Il primo capitolo si chiama "DATI PRINCIPALI". In questo capitolo si trovano tutti i dati che riguardano il santuario e gli avvenimenti che lo circondano. I messaggi della Madonna é un capitolo dove si può trovare l'ultimo messaggio della Madonna, tutti i messaggi precedenti e l'introduzione ai messaggi della Madonna. La spiegazione dell'ultimo messaggio della Madonna cambia ogni 29 del mese. La dà uno dei preti che sono attivi a Medjugorje. L'integrità della testimonianza é stata immaginata come uno spazio dove ogni persona può raccontare le proprie esperienze riguardo Medjugorje.

"DOCUMENTI" rappresenta una raccolta di diverse dichiarazioni, conferenze, documenti ufficiali... riguardo agli avvenimenti di Medjugorje.

"PRESS BULLETIN" é il corriere ufficiale del Santuario. Su Internet si può trovare l'ultimo numero pubblicato, che in genere esce ogni secondo mercoledì, accompagnato da una breve biografia. Tanti hanno già visitato Medjugorje e molti di più vorrebbero farlo.

Il capitolo "REGIONE DI MEDJUGORJE" mostra le caratteristiche più importanti di Medjugorje e della gente che abita lì.

"GLI ANNUNCI" offrono la possibilità di pubblicare i vari annunci. Vengono aggiornati e cambiati in continuazione. Siamo coscienti del fatto che sono stati scritti tanti libri e tanti articoli e che non é possibile conoscerli tutti. Però quelli che siamo riusciti a raccogliere, li abbiamo pubblicati nella pagina intitolata "LETTERATURA".

Non siamo i soli a pubblicare delle pagine elettroniche ma anche altri nel mondo lo fanno. I loro indirizzi vengono pubblicati nel capitolo chiamato "www INDIRIZZI".

Per rendervi conto più facilmente del luogo dove vi trovate, nel capitolo "FOTOGRAFIE" vi offriamo una descrizione grafica. Tutte le conferenze che oggi si svolgono qui, ma anche quelle che ci sono state in passato, ve le offriamo nel capitolo "Conferenze o seminari educativi sulla preghiera".

Per creare le varie pagine www sono necessarie tante cose e tanto tempo a disposizione. Non sappiamo se siete soddisfatti dell'aspetto delle pagine. Ciò che é molto importante per noi non é tanto dar loro un bell'aspetto ma consegnarvi tanto materiale su Medjugorje. Così l'aspetto occupa il secondo posto.

Internet come mezzo di comunicazione rappresenta il futuro. Non dobbiamo avere paura di esso. Momentaneamente somiglia ad una città occidentale nella quale é possibile trovare un luogo per la preghiera ma anche un luogo per tutti i nostri vizi. Però tutto ciò non significa che non bisogna vivere dentro questa città che non bisogna cambiarla. Alcuni tentativi sono già stati fatti e infatti all'interno di Internet si è iniziato ad applicare alcune leggi.

7. Promozione

Viviamo nel tempo dei diversi mezzi di comunicazione. Questi mezzi si sono sviluppati negli ultimi 150 anni. Come cristiani dobbiamo rispondere alle sfide che essi ci pongono.

I mezzi di comunicazione creano l' "opinione pubblica". Perciò é molto importante chi sta dentro di essi e che cosa vuole. Capire tutto ciò richiede da noi una grande maturità e non é forse questa la meta verso la quale ci dirigiamo nella nostra vita religiosa ?

E' ora di iniziare a preoccuparsi dell' "apostolato dei mezzi di comunicazione". E' molto incosciente lasciare questo compito a chiunque. Il male cerca di allontanarci dal nostro compito per accaparrarsi il diritto in assoluto di decidere. Per questo motivo i nostri programmi sono così pieni di violenza, derisione dell'amore vero, negatività... Dobbiamo fare di tutto per cambiare la situazione.

A stento possiamo verificare ciò che abbiamo raggiunto con il nostro operato. E' impossibile dimostrare quante persone ci hanno ascoltato, a quanti abbiamo portato la luce, quanti siamo riusciti a salvare dal peccato... Lo potremo sapere solo alla fine dei tempi, quando cioè tutti noi saremo davanti al nostro Signore.

La caratteristica del tempo nel quale viviamo é SECOLARIZZAZIONE e SECOLARISMO. Potremmo anche accettare SECOLARIZZAZIONE ma non SECOLARISMO perché ce lo proibisce il nostro diritto alla fede. Mentre ci spostiamo in questo mondo, ricordiamoci le parole di Gesù : andare in tutto il mondo e predicare ad ogni essere. I mezzi d'informazione sono i benvenuti in quest'intenzione.

Conclusione

Ci siamo riuniti tutti noi qui nella parrocchia di Medjugorje a causa degli avvenimenti. Se questa necessità non ci fosse stata non ci saremmo mai seduti qui. Tutti noi vogliamo che questi avvenimenti cambino il mondo e gli diano lo spirito giusto, lo spirito di Gesù Cristo. Perciò dobbiamo impegnarci di continuo e dobbiamo fare in modo che la voce che parla di questi avvenimenti sia presente nei mezzi d'informazione.

Le fondamenta del nostro lavoro non possono essere rappresentate da alcuni avvenimenti sensazionali ma solo dalla preghiera. Maria non ci porta il sensazionalismo a Medjugorje, Lei ci insegna a pregare. Se teniamo ben presente ciò non dobbiamo avere paura del successo del nostro lavoro. La preghiera arriva più lontano di ogni mezzo. Però se abbiamo alla portata di mano anche i mezzi che possono portare la nostra preghiera e il nostro modo di pensare a tante persone in breve tempo sarebbe incosciente non usarli. E' normale che in tutto questo non saremo impetuosi. E' impetuoso solo colui che non é sicuro di quello che offre. Saremo saggi, decisivi e dignitosi.

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René Laurentin

LA POSIZIONE DI MEDJUGORJE NELLA CHIESA

La Posizione di Medjugorje nella Chiesa è un soggetto difficile, contestato, oggetto di confusione ed ambiguità che è importante dissipare.

Medjugorje non ha bisogno di spiegazioni dalla nostra parte. È un luogo di grazia dove la Madonna si è manifestata portando dei frutti del tutto eccezionali: vita spirituale, conversioni, guarigioni, "si giudica l'albero dai suoi frutti", dice il Signore, ed è il solo criterio di discernimento che viene da lui (Mt 7:20, 12:33).

Lo "status" delle apparizioni

Resta pertanto un'ambiguità di cui è meglio prendere coscienza. Le apparizioni dove la fede diventa evidenza, dove l'invisibile diventa visibile, sono un fenomeno superficiale e secondario in rapporto al Vangelo ed ai Sacramenti. Anche se la Chiesa stessa riconoscesse un'apparizione, (compreso Lourdes e Fatima che sono le più solennemente riconosciute), non mette in gioco la sua infallibilità tanto meno la sua autorità, perchè non si tratta di un dogma, necessario per la salvezza, insegnata a nome di Cristo, ma di un discernimento, solamente probabile ed una congettura.

La Chiesa non dice: Ci dovete credere ma ci sono delle buone ragioni per crederci. È benefico il crederci.

L' autorità responsabile può anche aggiungere: ci credo, ma non impone il suo giudizio sotto la pena di commettere peccato. Se io non credessi a Lourdes o a Fatima, non me ne dovrei accusare in confessione, trovando delle ragioni per cui dubitare. È in questo spirito che avevo intrapreso la mia inchiesta su Lourdes, in piena apertura di spirito.

Parallelamente, se l'autorità dicesse: Ci sono delle serie ragioni per non crederci, è malefico il crederci, il giudizio richiama ad una obbedienza alla Chiesa, ma lascia, una libertà d'esame e di discernimento.

Quando Mons. Zanic aveva annunciato nel 1984-1985, il suo giudizio negativo, avevo preparato la mia coscienza a questa eventualità e me l'ero spiegato lealmente, dicendo, (riassumendo) "in quel caso smetterò di scrivere o di parlare pubblicamente di Medjugorje, ma come hanno fatto gli amici di Santa Giovanna d' Arco, bruciata per ordine di un vescovo nel 1431, approfondirei e metterei in un buon posto le ragioni per rivedere un tale giudizio.

Il rispetto dell'autorità e l'obbedienza dunque non ci devono mai lasciare, comportando anche delle sfumature, a volte delicate, in questo campo che è quello del libero servizio alla fede.

I due significati della parola Chiesa

Quanto alla parola "Chiesa", l'ultima parola del programma che mi è stata concessa (la posizone di Medjugorje nella Chiesa ), un'altra ambiguità deve essere dissipata:

- prima del Concilio, per la maggior parte dei teologi, la Chiesa è stata la gerarchia: il Papa ed i vescovi.

- il Concilio Vaticano II ha rivisto questa concezione. Ha inversamente ristrutturato la Costituzione sulla Chiesa: la Chiesa è innanzitutto il popolo di Dio, all'interno del quale certi fedeli (uguali agli altri davanti a Dio nella fede, la speranza, la carità e nella ricerca della santità) hanno l'autorità nel nome di Cristo, ma questa autorità è servizio al popolo di Dio, ed è per questo che il Papa si onora del titolo "Servitore dei servitori di Dio."

Esaminiamo dunque la posizione di Medjugorje nella Chiesa secondo questi due sensi complementari della parola Chiesa che significa una realtà organica: il Corpo mistico ma visibile di Cristo.

1. L'ACCOGLIENZA DEL POPOLO DI DIO

A Medjugorie, come altrove, è il fiuto (sensus fidei) dei fedeli che ha, in primo luogo,conosciuto la presenza della Madonna in queste apparizioni.

Il parroco, Jozo Zovko, uno spirituale, fu inizialmente critico, esigente nella verifica. Diceva ai parrocchiani:"Cosa andate a fare su quella collina, visto che avete l'Eucarestia in Chiesa?"

Li ha tutti riportati in Chiesa per la Messa quotidiana dove si trasferirono le apparizioni. Molto presto, ha creduto, ed un'apparizione personale della Madonna ha confermato la sua convinzione.

Nel popolo cristiano tuttavia, ci sono degli oppositori, a destra e a sinistra.

1) I cristiani progressisti privilegiano la critica negativa, le spiegazioni psicologiche e psicoanalitiche, il dubbio sistematico ed il sospetto davanti ai fenomeni staordinari.

2) L'ala tradizionalista o medio-integralista, per es. : Fedeltà agli USA, o l'estrema destra della Contro Riforma Cattolica (che scomunica il Papa come eretico) sono stati i più feroci avversari di Medjugorje.

I pellegrini domandano spesso ai veggenti :

- "Cosa bisogna fare per convincere gli oppositori? "

Vicka risponde :

- "Pregate per loro e siate buoni. Il Signore e la Santa Vergine faranno il resto. "

È stata già la posizione di Bernadette, la quale non discuteva le obiezioni degli oppositori venuti a fare polemica con lei, ma rispondeva, se essi insistevano, dal suo ascolto silenzioso : " Ho l'incarico di dirvelo, non sono incaricata di farvelo credere. "

2. LA CHIESA GERARCHICA : I VESCOVI ED IL PAPA.

La situazione è più complessa da parte delle autorità.

Il vescovo del luogo

Il vescovo del luogo, successore degli apostoli, responsabile del discernimento nelle sua diocesi, Mons. Zanic, è stato inizialmente favorevole (benchè non se ne voglia più ricordare al giorno d'oggi) durante l'estate 1981. Ma il conflitto locale con i francescani (i quali sono l'80% dei preti della sua diocesi) ha inasprito tutto a poco a poco. Il tempo che mi è concesso non mi permette di dettagliare questo problema, per il quale rinvio ai miei libri.

Quando mi sono recato per la prima volta a Medjugorje, nel Natale 1983, lo credevo ancora favorevole. Mi ha fatto capire che mi sbagliavo, ho ascoltato e raccolto a mio meglio le sue obiezioni, ma esse mi sono parse molto esteriori, parziali e deboli rispetto alle evidenze positive, questo mi ha impegnato in un'avventura difficile, con tutto rispetto per la sua autorità episcopale. L'ho visto tanto spesso quanto ho potuto. Mi ha confermato la sua opposizione radicale. Al termine della sua visita, gli ho domandato la sua benedizione. Una volta, ha fatto delle difficoltà. Ho insistito dicendo :

- "Se vi creo dei problemi, donatemela per la mia conversione.

A ciò ha risposto con la sua autorità episcopale :

- "Restate Laurentin. "

La sua posizione del 30 Ottobre 1984 contro Medjugorje mi ha calunniato su parecchi punti, in maniera sorprendente. Gli avrei consigliato di nascondere la verità! Sono stato squalificato come teologo. L'avrei fatto per i soldi. Avrei guadagnato più di un miliardo! Sarei stato sedotto dal fascino dei veggenti di Medjogorje piuttosto che ascoltare il vescovo. Ma non mi ha mai vietato di andare a Medjugorje né proibito di scrivere.

M'apprestavo a fare silenzio, dopo il giudizio negativo che aveva pubblicamente annunciato. Ma quando venne a proporlo a Roma, nell'Aprile 1986, il Cardinale Ratzinger gli disse (e Mons. Zanic, uomo chiaro e senza dissimulazioni, l'ha rivelato apertamente) : " No, dovete sciogliere la vostra Commissione Diocesana. Il giudizio è trasferito alla Conferenza Episcopale . "

Era insperato, perchè secondo una vecchia tradizione radicalizzata dal Cardinale Ottaviani, che aveva preso nel 1959 e 1960 i decreti contro Suor Faustina (oggi beatificata) e contro Madre Yvonne Aimée, ecc... Il Santo Ufficio sosteneva generalmente i vescovi sfavorevoli alle apparizioni, e moderava, piuttosto i giudizi favorevoli. Qui dunque, è stato l'inverso. Ci siamo chiesti perchè.

Credo di sapere la spiegazione.

Nel Luglio 1984, il Papa Giovanni Paolo II, a cui avevo offerto di persona il mio primo libro: La Madonna appare a Medjugorje? (Febbraio 1984), l'aveva letto a Castelgandolfo, e l'aveva raccomandato a Mons. Pio Belo Ricardo, vescovo di Los Teques (Venezuela).

L'anno seguente, aveva letto parallelamente Gli studi medici e scientifici su Medjugorje che avevo scritto con il professore Joyeux di Montpellier.

Infine, avevo suscitato a Milano, una riunione internazionale di medici e teologi, per stabilire 10 conclusioni scientifiche e 10 conclusioni teologiche su Medjugorje. L'accordo era stato facile, di una giornata di lavoro, e queste 20 conclusioni furono inviate a Giovanni Paolo II, attraverso il dottore Luigi Farina, Presidente dell'ARPA, presso il quale si era tenuta questa riunione. Il Papa trasmise tutti questi documenti al Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione della Fede che sembra abbia preso questa nuova decisione dopo aver conferito con Giovanni Paolo II. Una decisione senza precedenti : essa prosciolse il vescovo della sua autorità ordinaria, senza proscioglierlo completamente, facendo lui parte della Conferenza Episcopale alla quale il giudizio fu trasferito.

Ne è risultato un lungo lavoro. Il Cardinale Kuharic, presso il quale Vicka aveva avuto una apparizione (nel suo salone, nel 1983, così m'ha detto) era aperto e discretamente favorevole, m'è sembrato. In ogni caso, si augurava che i vescovi accettassero in pace questo pellegrinaggio maggiore e fruttuoso, al posto di suscitare uno di questi conflitti d'apparizioni che creano malumori e divisioni nella Chiesa, a scapito dei fedeli, dei vescovi, e di Dio stesso.

Ma prudenti e rispettosi del vescovo del luogo: Mons. Zanic, responsabile davanti a Dio della parrocchia di Medjugorje, manteneva a giusto titolo, una posizione di primo piano.

Ogni volta che la domanda fu posta alla Conferenza Episcopale, gli spettava di parlare per primo. Rinnovava, con il vigore che gli è proprio, tutte le obiezioni che ha spiegato per due volte in modo pubblico e strepitoso :

1. La posizione del 30 Ottobre 1984, che aveva portato un freno all'espansione di Medjugorje, dato che invitava i vescovi delle Conferenze Episcopali del mondo intero a sostenere la sua posizione negativa, suggerendo che i pellegrinaggi (ufficiali, ha sempre precisato) non erano autorizzati...

2. Poi la sua severa predica del 25 Luglio 1987, contro Medjugorje, durante la cerimonia della Cresima. Ci si aspettava di vedere i parrocchiani insorgere, ma l'ascoltarono con rispetto, silenziosamente, malgrado le profonde ferite che risentivano nel loro cuore. Donarono la prova del loro eroico rispetto ed obbedienza. Ma il vescovo lo comprese inizialmente in un altro modo. Durante il pranzo che seguì, concluse : " Non ci credono più così tanto oggi giorno. " I Francescani gli fecero capire che si sbagliava (predica pubblicata con le mie osservazioni critiche nel DN 7 pag. 72-77).

Dopo questo prioritario intervento del vescovo del luogo, gli altri vescovi, meno informati, tacevano o l'appoggiavano per solidarietà. L'unico che difendeva la causa di Medjugorje era Mons. Franic, Arcivescovo di Spalato, un'autorità in questa materia, perchè era presidente della Commissione Dottrinale. Ma andò in pensione il 10 Settembre 1988 e sparì dalla Conferenza Episcopale dove il terreno era libero per Mons. Zanic.

In queste condizioni, non ho mai saputo come il Cardinal Kuharic abbia potuto fare per arrivare, nel Novembre 1990, alla riconoscenza del pellegrinaggio e del suo culto da parte della Conferenza Episcopale. Si fece secondo le direttive ed i criteri pubblicati il 25 Febbraio 1978 dal Cardinale Seper (predecessore del Cardinal Ratzinger alla Congregazione de la Fede). In caso di apparizioni - se nessuna obbiezione grave si presenta e se i frutti sono buoni, che il vescovo prenda in incarico il pellegrinaggio per dirigere la pietà dei fedeli. Dopo di che, potrà, eventualmente, con la calma e l'esigenza necessaria, riconoscere le stesse apparizioni. Sfortunatamente, Mons. Zanic non aveva accettato questo riconoscimento del pellegrinaggio (al quale si era opposto) se non introducendo diverse clausole negative. Queste sottili restrizioni resero il testo talmente oscuro che il Cardinale e la Conferenza avevano deciso di non pubblicarlo e di fare la riconoscenza in atto (come si è fatto a Roma, senza dichiarazione, per il riconoscimento delle Tre Fontane).

È così che Mons. Komarica, Presidente della Commissione d'inchiesta su Medjugorje, venne a celebrare la Messa del pellegrinaggio e dichiarò ufficialmente : Vengo non solamente a mio nome, ma a nome di tutti i vescovi iugoslavi, ivi compreso Mons. Zanic (vescovo del luogo ed oppositore numero 1). Altri vescovi verranno...

Ed altri seguirono, ivi compreso Mons. Zanic, ed il suo Arcivescovo, il futuro Cardinale Puljic di Sarajevo.

Tutto andò dunque per il meglio. Ma il 2 Gennaio 1991, il testo, tenuto segreto a causa della sua ambiguità, fu pubblicato dall'agenzia di stampa italiana ASCA (per iniziativa di Mons. Zanic, assicura la Contro Riforma chi gliene fa onore) con un commento radicalmente negativo. Questo testo oscuro pubblicato in condizioni dubbie creò incertezza e smarrimento, a scala internazionale, tra i pellegrini. Lo riferirono al Cardinale Kuharic, il quale rispose :

-" La Chiesa non si faccia premura, noi vescovi, dopo tre anni di studi della Commissione, abbiamo dichiarato Medjugorje luogo di preghiera e santuario mariano. Questo significa CHE NOI NON CI OPPONIAMO a chi viene in pellegrinaggio a Medjugorje per venerarci la Madre di Dio, in conformità con l'insegnamento e la fede di tutta la Chiesa. Per quanto riguarda la soprannaturalità delle apparizioni, abbiamo dichiarato : AL PRESENTE NON POSSIAMO AFFERMARLO. LO RIMETTIAMO AD UNA DATA ULTERIORE. LA CHIESA NON HA FRETTA. " (Dichiarazione stampata nel Vecenijlist, Agosto 1993; DN 13, p.41).

Molti vescovi croati parlarono allo stesso modo.

Assillato da domande, a scala internazionale, il Cardinale Kuharic prese il tempo necessario per portare a termine, il 10 Aprile 1991, una nuova redazione del testo, più chiara ove erano sparite alcune ambiguità negative.

Il senso diventò più chiaro, malgrado le dichiarazioni negative diffuse nella stampa. I vescovi iugoslavi ebbero a scegliere tra le due formule classiche di giudizi possibili, fino al momento in cui l'autenticità delle apparizioni non sarà riconosciuta :

  1. Non patet supernaturalitas : il soprannaturale non è provato.
  2. Patet non supernaturalitas : il carattere non soprannaturale è provato.

I vescovi avevano scelto, non la seconda formula, che escludeva il soprannaturale, ma la prima, dubbiosa : non è ancora possibile riconoscere il carattere soprannaturale, ma senza escluderlo, come l'aveva chiaramente precisato il Cardinale Kuharic. È peccato il vedere come la stampa e come certi preti o autorità confondono costantemente la formula prudente, che sospende il giudizio, e la formula che l'esclude definitivamente. Questa confusione, frequente in materia, non ha smesso di rimbalzare a Medjugorje.

Altra ambiguità : la parola soprannaturale, in pari circostanze è generalmente usata in senso ambiguo e soggetto a confusione; vuole significare miracoloso, straordinario, inesplicabile : questo è un senso tutto particolare della parola soprannaturale. E l'ambiguità è spiacevole, perchè sembra privare le attività del pellegrinaggio (messe ferventi, innumerevoli confessioni, via crucis e rosario) del carattere soprannaturale, come se fosse un luogo di superstizione! Questo è il carattere di certi commenti ma la Conferenza Episcopale non mette in dubbio il carattere soprannaturale delle liturgie di Medjugorje ma stima soltanto che la prova di un intervento straordinario di Dio non è ancora stabilita.

Voi sapete che Mons. Franic ha biasimato la prudenza dei vescovi e la pensa in parte responsabile della guerra, nella misura in cui : " Non hanno riconosciuto la voce della Madre di Dio che proponeva la pace " oppure si sono " opposti senza sosta " (DN 14, p.114). La chiamata urgente della Madonna non è stata molto ascoltata, essa non ha potuto salvare la situazione. Lascio all'arcivescovo la responsabilità del suo giudizio pubblicato da Gebetsakion, non avendone personalmente né l'autorità né la competenza (Dn13,14 e 15 : 1994,1995, 1996).

Durante la guerra che metteva la sua diocesi in fiamme e fuoco, Mons. Zanic si era rifugiato a Roma dove passò la maggior parte del tempo per far nominare un successore che continui la sua lotta contro i Francescani a Medjugorje. L'ottenne. Il Padre Peric, superiore del seminario croato a Roma, che era stato suo aiutante principale per trasmettere le sue obiezioni e lamentele alle congregazioni romane è dunque diventato il vescovo del luogo, con delle convinzioni meno marcate ma meno impulsive, dunque più efficaci di quelle di Mons. Zanic. Certo, mantiene la prudenza episcopale, e non ha emesso alcun giudizio ufficiale negativo contro i pellegrinaggi, nonostante molte dichiarazioni ed atti sfavorevoli.

Ma a più riprese, ha interpretato il giudizio della Conferenza Episcopale (qui sopra) in maniera abbastanza radicalmente negativa. L'ha fatto dire dal suo vicario generale, in più si è espresso lui stesso nel Krava na Kamenu (Chiesa sulla roccia, inizio 1995) in questi termini radicali :

" È impossibile dichiarare che si tratti di apparizioni soprannaturali (a Medjugorje). Dopo la dichiarazione (episcopale del 10 Aprile 1991) c'è l'avviso (negativo) di due vescovi di Mostar : il precedente e l'attuale (Mons. Peric qui parla di se stesso alla terza persona). Coloro che dicono il contrario raccontano delle storie ingenue per bambini (...). Noi rimaniamo all'evidenza che la Madonna non è apparsa a nessuno a Medjugorje."

Aggiunge tuttavia (ciò che limita e contraddice i suoi stessi propositi) :

- Il vescovo di Mostar (Mons. Peric stesso) non ammete se non quello che hanno detto i vescovi (il 10Aprile 1991) e non crede alle storie di Medjugorje. È quello che il Vicario Generale ha chiaramente messo in evidenza (in una dichiarazione recente alla stampa). Il testo stesso della dichiarazione del 10Aprile e l'interpretazione autorizzata del Cardinale Kuharic, principale autore e firmatario della Dichiarazione Episcopale, citata in alto, rimettono i puntini sulle i.

L'altalena delle interpretazioni

In questa confusione, parecchi vescovi del mondo intero, non comprendendo nulla, si domandavano se dovessero scoraggiare i loro diocesani ad andare a Medjugorje. Scrissero alla Congregazione della Fede e parecchi ricevettero una risposta che faceva eco alla decisione ufficiale dei vescovi in data del 10 Aprile 1991, ma in termini così ambigui che la stampa l'interpretò in un senso radicalmente negativo. In seguito a questa pubblicazione, molti fedeli si sono sentiti dire : " Se andate a Medjugorje, siete nella disobbedienza. "

Ecco l'essenziale della risposta indirizzata a Mons. Taverdet, vescovo di Langres, in risposta alla sua lettera del 14 Febbraio 1996, da parte di Mons. Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione della Fede il 23 Marzo 1996. Dopo aver citato l'essenziale della dichiarazione dei vescovi iugoslavi in data del 10 Aprile 1991 (riportata sopra) concluse : " Secondo ciò che è stato detto, si conclude che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, inteso come luogo di autentiche apparizioni mariane, non devono essere organizzati, perchè sarebbero in contraddizione con ciò che è stato affermato dai vescovi dell'ex-iugoslavia. "

Sotto l'influenza dei due rapporti successivi dei due vescovi del luogo, la risposta accumula tutti i tratti negativi senza mettere in risalto il positivo del documento. La stampa intitolerà : Roma vieta i pellegrinaggi a Medjugorje.

Il vescovo di Rottenburg-Stuttgart aveva fatto eco alla stessa dichirazione ricevuta da Roma, in termini più negativi che erano stati riprodotti dal vescovo di Metz. Suor Emmanuel gli scrisse osservando giustamente :

Il Cardinal Ratzinger non ha mai vietato il pellegrinaggio a Medjugorje. Non fa altro che ricordarci una legge della Chiesa, vale a dire che, per i luoghi di apparizioni ancora sotto studio, i pellegrinaggi ufficiali sono vietati, ma i pellegrinaggi privati sono autorizzati (Lettera dell'8 Novembre1995).

Vista la confusione che risultava da queste interpretazioni contraddittorie e più o meno abusive, il dottore Joaqin Navarro Valls, portavoce della Santa Sede e direttore della sala stampa, smentì chiaramente l'interpretazione negativa, il 21 Agosto 1996:

- "Il Vaticano non ha mai detto ai cattolici "Voi non potete andare a Medjogorje. Ai vescovi, invece ha detto: Le vostre parrocchie e diocesi non possono (ancora) organizzare dei pellegrinaggi UFFICIALI. Ma non si può dire alla gente di non andarci, fino a quando non si è provato che le apparizioni sono false : questo non è mai stato dichiarato.

Dunque ognuno può andarci se vuole (dichiarazione del 21 Agosto 1996 all'Agenzia d'informazione cattolica, Il Catholique News Service).

Ha aggiunto:

" Un cattolico che va in un tale luogo (di apparizioni) in buona fede ha diritto ad una assistenza spirituale. La Chiesa non proibisce affatto ai preti d'accompagnare i viaggi a Medjugorje in Bosnia-Erzegovina, organizzati dai laici, come non gli vieta di accompagnare un gruppo di cattolici che andrebbero a visitare la Repubblica Sud Africana (...). Colui che legge la lettera dell'arcivescovo Bertone potrebbe pensare che sarebbe ormai vietato ai cattolici di andare a Medjugorje. Questo significherebbe mal interpretare, perchè nulla è cambiato, nulla di nuovo è stato detto. Il problema è di non organizzare pellegrinaggi ufficiali (vescovi in testa) che sembrerebbe costituire una riconoscenza canonica degli avvenimenti di Medjugorje ancora in esame. È tutta un'altra cosa organizzare un pellegrinaggio accompagnato da un prete, necessario per le confessioni. È un peccato che le parole dell'arcivescovo Bertone siano state comprese in un senso restrittivo. La Chiesa ed il Vaticano avrebbero detto no a Medjugorje? No!

Il direttore della camera di stampa ha ben notato che l'arcivescovo Bertone aveva ben fatto eco alla dichiarazione episcopale laddove dice che " i numerosi fedeli che si recano a Medjugorje richedono l'aiuto pastorale della Chiesa " (dunque l'aiuto dei preti nei loro pellegrinaggi).

Così i pellegrinaggi a Medjugorje, nonostante non ufficiali, richiedono l'aiuto pastorale dei sacerdoti per la Messa, la predicazione, le confessioni.

Gli altri vescovi

Per mancanza di spazio, sarò breve sulla posizione del nuovo vescovo, di cui ho dettagliato gli atti e le dichiarazioni nei volumi successivi delle Dernières Nouvelles di Medjugorje (DN 13, 14, 15 : 1994, 1995, 1996).

Più di 100 vescovi sono venuti a Medjugorje malgrado l'opposizione del vescovo del luogo: è abbastanza sorprendente vista la maniera rigorosa in cui la solidarietà episcopale è vissuta nella Chiesa (cosa che ha molto nociuto alla mia reputazione; perchè gli attacchi personali di Mons. Zanic contro di me sono stati presi sul serio.

Ma numerosi vescovi hanno costatato notevoli conversioni, profonde, durature, dei loro parrocchiani a Medjugorje. Degli indifferenti, degli oppositori, dei protestanti divenivano dei pilastri della Chiesa Cattolica. Sono andati a vedere, si sono convinti e hanno testimoniato, secondo la libertà statutaria stabilita nella Chiesa in questa materia. Ho dettagliato il nome e le testimonianze di questi vescovi negli ultimi volumi delle mie Dernières Nouvelles.

La posizione del Papa

Se tanti vescovi si sono recati a Medjugorje malgrado la dissuasione che creava la posizione negativa del vescovo del luogo (conosciuta pertanto da alcuni di loro), questo dipende da un'altra ragione che molti di loro hanno pubblicato. Hanno domandato consiglio a Giovanni Paolo II, il quale gli ha risposto positivamente, fino a dire a Mons. Hnilica :

"Se non fossi Papa, ci sarei già andato da tanto tempo."

Non posso dettagliare le numerose testimonianze episcopali sulla posizione del Papa. Sarò ancora più discreto sul fatto che, essendo stato invitato a colazione con lui, per sottoporgli una questione importante, una volta terminato, passò la metà di questa colazione ad interrogarmi su Medjugorje.

Ciò che ha più spesso riconosciuto davanti ai numerosi vescovi, sono " i buoni frutti " che sono le fondamenta per l'autenticità di un'apparizione, secondo il solo criterio dato da Cristo stesso : " Si giudica l'albero dai suoi frutti " (Mt 7, 16-20; 12, 33 e paralleli).

Il 6 Aprile 1995, il Vice Presidente della Croazia, Mons. Radic, rappresentando il Presidente Tudjman, e il Cardinal Kuharic, venuti a ringraziare il Papa dopo la sua visita in Croazia, l'invitarono a venire a celebrare nel Settembre 1995, il 17 esimo centenario della fondazione della Chiesa a Spalato. Il Papa rispose :

- " Esaminerò. Ma in questo caso (se posso venire) desidero visitare Santa Maria Bistrica (il santuario nazionale croato della Madonna, vicino a Zagabria) e ... Medjugorje. "

Queste parole furono riportate dai giornali croati (DN 14, p.44)...

Il 31 Maggio 1995, secondo Suor Emmanuel, disse ad un gruppo d'inglesi :

- " Pregate affinchè io possa andare a Medjugorje quest'anno. " (Dn 15).

Questa testimonianza ed altre sono pubblicate nel DN 14, p. 43-45 e 15, p. 43-46.

Non penso che il desiderio del Papa possa realizzarsi, vista l'opposizione del vescovo del luogo, perchè se il Papa ha teoricamente tutti i poteri, manifesta il più grande rispetto alle autorità stabilite nella Chiesa, secondo il principio di subsidiarietà : che lo scalino superiore deve evitare di sostituirsi agli scalini inferiori, mantenendo tutta la sua libertà di confermare, in privato, le sue convinzioni.

Dove si va?

Alla domanda : Dove si va? Cosa rispondere?

1) Medjugorje non rivela più della Conferenza Episcopale Iugoslava, presieduta dal Cardinal Kuharic, che aveva accettato il pellegrinaggio. Ma non c'è più la Conferenza Episcopale Iugoslava e la sua Commissione è di fatto sparita.

2) Il vescovo del luogo, Mons. Peric appartiene attualmente alla Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina, presieduta dal Cardinale Puljic. Costui è sempre stato solidale al vescovo del luogo che è oppositore, senza prendere posizione formalmente. La nuova Conferenza della Bosnia-Erzegovina non comprende che tre vescovi, uno radicalmente negativo (il vescovo del luogo), l'altro (il Cardinale Presidente), normalmente solidale. La posizione del terzo, Mons. Komarica, vescovo perseguitato di Banja Luka, Presidente della Commissione d'inchiesta iugoslava resta sibillina. Alcuni esperti favorevoli a Medjugorje, hanno confidato a Mons. Franic che, nella Commissone che Mons. Komarica presiedeva, non si sentivano liberi.

Il vescovo di Mostar avrebbe detto in privato a degli interlocutori che l'hanno riportato : " Durante la guerra, non agirò contro Medjugorje, ma dopo la guerra, sarà senza dubbio il momento. "

Ciò che sospende la sua azione negativa attutita, è che non ignora la posizione del Papa, discreta ma chiara e ben conosciuta. La situazione di Medjugorje resterà protetta moralmente fino a quando Giovanni Paolo II vivrà.

Quello che succederà dopo (il più tardi possibile!) dipenderà dal prossimo Papa.

A vedute umane, la prospettiva sembrava dunque abbastanza oscura. Ma era ancora più oscura quando Mons. Zanic annunciò il suo giudizio negativo in diverse tappe che non ho potuto dettagliare. Ogni volta il peggio è stato evitato contro ogni attesa. La grazia di Medjugorje continua : fino a qui la Vergine Maria s'è mostrata discretamente la più forte, anche nel peggio, che abbonda.

A proposito di un'azione ufficiale, ufficialmente riconosciuta abusiva contro i Francescani

Un fatto troppo poco conosciuto conforterà coloro che apprezzano le grazie di Medjugorje. Le repressioni dell'autorità ecclesiastica contro i francescani, di cui la parrocchia di Medjugorje ha subito artificialmente i contraccolpi e interferenze, sono state a volte abusivi. E uno di questi abusi è stato ufficialmente riconosciuto e annullato dalla Corte Suprema della Chiesa (analoga alla nostra Corte di Cassazione) : La Signatura Apostolica il 24 Maggio 1991 (R.Laurentin, Dernières Nouvelles 13, p. 37 50).

In breve, due francescani erano stati condannati per decisione amministrativa, per aver continuato la loro attività pastorale a Mostar, vicino ai fedeli che non volevano ricevere i sacramenti se non dai Francescani. Erano stati esclusi dall'ordine, sciolti dai voti e lasciati in suspance (il che vuol dire privati del diritto di celebrare la Messa e di esercitare gli atti del loro sacerdozio). Andavano spesso a pregare a Medjugorje, e Vicka, da loro consultata, è stata giudicata ben imprudente e colpevole di aver detto, dopo aver consultato la Gospa, che il giudizio era stato precipitato.

I due frati ricusarono la sanzione amministrativa, domandarono di essere giudicati, secondo le leggi della Chiesa, e promisero di sottomettercisi. I loro diversi appelli non ricevettero risposta. L'ultimo, indirizzato il 2 Settembre 1985 alla Signatura Apostolica fu preso in considerazione. Ma, all'inizio del 1986, uno dei più vicini collaboratori del Papa fermò il funzionamento della giustizia su questo caso dove era implicato, e i responsabili dell'Ordine Francescano, avendo preso la decisione su sua ferma domanda. Si sentì in dovere di " coprirli ".

I giudici della Signatura Apostolica preoccupati dell'indipendenza statutaria della giustizia, così ben stabilita nella Chiesa come in tutti gli stati civili erano stati scioccati da questa pressione amministrativa.

In più, poco dopo, il Papa (ignorando sensa dubbio questo fatto) aveva nominato questo collaboratore, Prefetto della Signatura Apostolica, ciò che aveva aggravato il malessere dei giudici. Tre anni dopo, il Papa, senza dubbio meglio informato, trasferirà questo Cardinale in un'altra Congregazione e i giudici ripresero in esame il dossier. Giudicarono, in tutta onestà, che la dichiarazione amministrativa presa contro i frati era invalida e contraria al Diritto Canonico, ciò che permise ad uno dei frati, perseguitato da 10 anni, ma fedele, di riprendere le sue funzioni. L'altro era stato così scandalizzato dal rifiuto di rendere giustizia, e così scombussolato da una depressione prolungata, che aveva abbandonato la vita religiosa ed il sacerdozio, conformemente (ahime!) alla decisione amministrativa che lo escludeva dal suo Ordine, annullando ufficialmente i suoi tre voti tra cui quello di castità. Il giudizio della Signatura Apostolica che annulla questo abuso di potere ha messo un termine a questa irregolarità nel funzionamento della giustizia suprema. È firmato da 10 giudici, tra cui 5 Cardinali, il preside del Sacro Collegio in testa, perchè la Corte Suprema della Chiesa si situa ad un livello più elevato di quelle degli Stati. I giudici vi sono i principali dirigenti: dei capi di Dicasteri, l'equivalente dei Ministri dello Stato.

Tuttavia, per riguardo agli alti personaggi implicati in questo abuso di potere, il tribunale supremo ha pubblicato questo giudizio con un'annotazione che ne vieta la pubblicazione: ciò non autorizza a riprodurlo con le sue giuste motivazioni ma solamente a farne conoscere le conclusioni pubbliche.

Insomma, se l'apparizione di Medjugorje produce indiscutibilmente dei buoni frutti di conversione e di santità, che noi tutti conosciamo, l'opposizione a Medjugorje produce dei frutti cattivi. Ognuno può riferirsi al solo criterio di discernimento donato da Cristo: Si giudica l'albero dai suoi frutti...(Mt 7, 17-20; 12,33)

Pregiamo dunque la Gospa di continuare a proteggere Medjugorje. Che lei mantenga in tutti l'obbedienza, il rispetto del vescovo del luogo e delle autorità, il senso della pace, ma anche la generosità e l'efficienza al servizio della luce e dei frutti di Medjugorje: questo capolavoro della Madonna alla fine del nostro secolo. Che lei illumini gli alti responsabili della Chiesa, come ha illuminato il Papa Giovanni Paolo II stesso.