A Medjugorje la scultura di San Giovanni Paolo II

data: 08.03.2024.

A Medjugorje è stata installata un’opera scultorea monumentale, che fa parte della collezione privata “Immagini di fede”, Misericordia - Ponte per la pace e che viaggia in tutto il mondo. L’autore di quest’opera è l’artista italiano Guido Rainaldi. L’opera raffigura due grandi figure: in primo piano San Giovanni Paolo II, nell’atto di compiere gli ultimi passi della sua vita terrena e, sullo sfondo, Gesù, crocifisso sulla croce in una dinamica azione di abbraccio. Quest’opera d’arte è alta circa 4 metri, realizzata in acciaio, ed è stata installata a Medjugorje presso la sala di San Giovanni Paolo II (sala gialla) dove rimarrà per un anno. Si prevede che in seguito l’opera sarà esposta in Polonia, Australia, Stati Uniti, Messico...

La cerimonia di inaugurazione della scultura ha avuto luogo domenica 3 marzo, dopo la santa Messa parrocchiale. Allo svelamento e alla benedizione della scultura hanno partecipato monsignor Aldo Cavalli, visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, il parroco di Medjugorje fra Zvonimir Pavičić, l’autore di quest’opera, l’artista Guido Rainaldi, i parrocchiani e i pellegrini.

Come afferma lo stesso autore nella descrizione di quest’opera, «la salvezza passa attraverso la croce e il Cristo crocifisso. La sua memoria è ovunque, sui muri delle chiese e delle scuole, sulle cime dei campanili, sulle testate dei letti e sopra le tombe, tutti questi milioni di croci ci ricordano la morte di Gesù sulla croce. Il crocifisso è segno del dolore umano. Non conosco nessun altro segno che dia un senso così forte del nostro destino umano. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. La figura di papa Giovanni Paolo II è sempre stata fonte di ispirazione per gli artisti nel dare una interpretazione artistica peculiare, più o meno “vera”, dell’umanità di papa Wojtyla, della sua eccezionalità, carisma, molteplici talenti, “Pietro del nostro tempo”. È stato un esempio di verità, di fede, di speranza e di amore, un esempio non solo per i credenti, ma ancor più per i non credenti, un sostegno morale per il mondo moderno e un riflesso dell’amore di Dio. Entrambe le figure si confrontano nella concretezza e nella specificità del linguaggio visivo. Non hanno bisogno di presentazioni o di traduzioni, appartengono a un linguaggio universale, si collocano proprio nella prospettiva dell’universalità, nella possibilità di espressione, di suggestione, di orizzonti di sensibilità, di riflessione, di astrazione. Ecco perché l’“arte sacra” instaura da sempre un dialogo distintivo e attuale con la santità, con la religiosità, insieme con la spiritualità e la trascendenza, si riaffermano i valori e si pongono nuove basi per una nuova conoscenza e accettazione di ciò che non possiamo sapere. L’espressione dell’artista e l’impressione dell’osservatore si misurano nel messaggio dell’opera scultorea. L’opera scultorea ci invita a non guardarla come un oggetto di consumo, ma come un dono da godere con uno sguardo contemplativo. Ogni artista, in un diverso silenzio del cuore, accoglie il mistero della vita umana e lo esprime con lo strumento del suo linguaggio. Due figure particolarmente significative che rappresentano la storia, il passato, la memoria collettiva, la fede».