Mons. Hoser nella Domenica delle Palme: Ci sono necessarie le lacrime amare di san Pietro

data: 17.04.2019.

Nella Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che ci ha introdotto nella Settimana Santa in preparazione alla più grande Solennità cristiana — ossia la Pasqua —, la Santa Messa solenne delle ore 11:00, la Processione e la Benedizione dei rami d’ulivo e di palma sono state presiedute dall’Arcivescovo S. E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico per la Bosnia Erzegovina. La Celebrazione Eucaristica serale della Domenica delle Palme è stata, invece, presieduta dall’Arcivescovo S. E. Mons. Henryk Hoser, Visitatore Apostolico per la parrocchia di Medjugorje, e concelebrata da numerosi sacerdoti. Di seguito riportiamo integralmente l’Omelia di Mons. Hoser:

“Cari fratelli e sorelle,

con la Domenica delle Palme, che con fervore stiamo celebrando, inizia la Settimana più importante e più solenne dell’anno: la Settimana che ci conduce  verso la Risurrezione del Signore.

San Paolo, a questo proposito, ha detto parole che dovremmo imparare a memoria. Sono queste: “Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” (1 Cor 15, 14).

La Settimana Santa che inizia dovrebbe rafforzare il nostro legame vitale col Risorto, rinnovare il nostro legame con la Chiesa di Cristo e render più profonde le nostre relazioni con i nostri fratelli e sorelle in Cristo Gesù.

Viviamo la Settimana Santa in tempo reale. Ciò significa che, di ora in ora e di giorno in giorno, siamo invitati a seguire Gesù e tutto ciò che egli ha vissuto prima della Passione e durante la Passione, come pure la sua morte in Croce. Infine diventeremo testimoni della sua Risurrezione in una gioia immensa, poiché egli è vivo!

Il Giovedì Santo, nella Cattedrale della Diocesi, verrà celebrata la Messa Crismale, durante la quale il nostro Vescovo benedirà i Santi Oli ed i sacerdoti rinnoveranno le loro promesse sacerdotali.

La sera del Giovedì Santo verrà celebrata la Messa della Cena del Signore.

Siamo tutti invitati alla Liturgia del Venerdì Santo ed alla venerazione della Croce, dopo il canto della Passione.

La Veglia Pasquale è il culmine della Settimana Santa.

La Liturgia di oggi ci prepara agli ultimi passi della Quaresima attraverso uno stupefacente contrasto. Prima partecipiamo all’ingresso trionfale del Signore in Gerusalemme. La folla, grande ed entusiasta, acclama a Gesù e grida: “Benedetto Colui che viene, il Re, nel nome del nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!” (Lc 19, 38).

Quella stessa folla, appena alcuni giorni dopo, griderà dinanzi al Procuratore Ponzio Pilato: “Togli di mezzo quest’uomo!”. E, sempre più insistentemente e con odio sempre maggiore, essi grideranno: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”.

E’ strano? No! Quanti cristiani battezzati, cresimati e credenti sono caduti nel peccato e sono divenuti atei, liberi pensatori e nemici di Cristo e della sua Chiesa: “Crocifiggilo, impediscilo, sputagli addosso!”.

Quante volte imponiamo la croce agli altri, invece di aiutarli a portarla? Quante volte tradiamo Dio e le persone a noi più vicine?

Cari fratelli e sorelle, la Settimana Santa ci invita a piangere come san Pietro. Egli aveva giurato: “Non conosco quell’uomo!”. Ma poi si è ricordato di ciò che gli aveva detto Gesù: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E, uscito fuori, Pietro ha pianto amaramente (Mt 26, 75).

Sì, quelle lacrime ci sono necessarie! Amen”.