Il più grande salto di Blanka Vlašic: LA CONVERSIONE

data: 03.08.2018.

Il 2 agosto 2018, l'altleta croata Blanka Vlašić, campionessa di salto in alto, ha dato ai partecipanti al Festival dei Giovani di Medjugorje la sua testimonianza. Ha parlato loro della sua vita, della sua carriera e del momento della sua conversione, della fede in Dio e di quanto egli significhi per lei.

 

Tutto è cominciato — ha detto Blanka — da un infortunio che, a causa dei dolori che le provocava, la faceva sprofondare sempre più in uno stato di depressione. Quando non riusciva più a resistere, si chiudeva anche per tre giorni nella sua stanza, in modo che nessuno la vedesse o la sentisse. Il salto in alto era un po' la sua identità e, senza i suoi successi in tale disciplina, non si sentiva più importante. Quello stato depressivo si era talmente aggravato che lei aveva cominciato a sentire una tremenda oppressione al petto, che la lasciava a mala pena respirare. Cominciava perciò già a pensare di soffrire di qualche grave malattia, e non aveva voglia di parlare con nessuno di ciò che stava vivendo. Come per molti suoi coetanei, anche per lei la Cresima aveva significato l'interruzione del suo rapporto con la Chiesa. „Ora mi vergogno di essermi comportata così, di aver sempre voltato le spalle a Dio, anche se in qualche modo sapevo che mi era sempre accanto“.

 

Poi, un giorno, Blanka ha ricevuto una chiamata da un amico che le ha detto: „Ho appena acceso una candela a sant'Antonio per te“. Allora Blanka ha cominciato a pensare che anche lei poteva fare lo stesso, e che forse così qualcosa si sarebbe sistemato. Perciò è andata ad accendere una candela, senza fare particolari preghiere, ed ha continuato a farlo ogni giorno per due mesi. Tuttavia, nulla successe, anche se anche quel gesto si sarebbe poi rivelato una preparazione alla sua conversione.

Già suo fratello, infatti, si era convertito a causa dell'infortunio di cui lei soffriva. Un giorno, mentre Blanka si lamentava con lui del proprio stato, egli ha cominciato a parlarle di Dio. „Mio fratello Martin che mi parlava di Dio? Non aveva competenze per farlo ma, se l'aveste sentito in quel momento, tutto vi sarebbe risultato chiaro“. Allora Blanka ha cominciato a piangere, ed ha continuato a farlo per tre giorni. Poi ha cominciato a volgersi sempre di più a Gesù. In alcune gare, le sembrava addirittura che le sue avversarie la temessero appena lei si faceva avanti, e che già solo per questo saltassero peggio di lei.

 

Blanka ha poi scoperto di essere diventata felice non appena ha iniziato ad essere più umile, e che prima era come se qualcuno le instillasse sempre la necessità di essere sempre la prima e di nutrire una smisurata fiducia in se stessa.Quello è stato il nuovo inizio della vita di Blanka, che è poi diventata una convertita un po' noiosa, perché voleva aiutare tutti a scoprire la fede, ed a tutti voleva portare la sua esperienza.

 

Lei ha infine detto di aver affidato il suo destino nelle mani del Signore, anche se ha ancora paura di ciò che non conosce. „Certo, ho paura di non poter più fare quello che ho fatto per tutta la vita. Se sarà così, quello rappresenterà di certo per me un grande cambiamento. Ma affido tutto alle mani di Dio“.

 

Blanka si è poi anche soffermata sugli ultimi giochi olimpici da lei disputati, quelli di Rio de Janeiro, a cui era arrivata impreparata e visibilmente infortunata: „Mi chiedevo se aver partecipato avesse un qualche senso. Dopo aver ottenuto una medaglia, mi sono però resa conto che così era avvenuto perché il Signore voleva mostrarmi che non deve sempre necessariamente accadere quello su cui io faccio affidamento, se lui decide diversamente“. Ed ha poi aggiunto: „Ora salto solo per il Signore e gli offro tutto ciò che faccio. Io non sono più così essenziale“. Blanka ha così mostrato di aver deciso di rigettare la maschera che portava, per divenire una figlia amata di Dio.