Celebrato il quinto anniversario della morte di Fra Slavko Barbarić

data: 24.11.2005.

Giovedì 24.11.2005 i parrocchiani e i pellegrini di Medjugorje hanno celebrato il quinto anniversario della morte di fra Slavko Barbarić. Nel pomeriggio con la preghiera della Via Crucis sul Križevac ed alla sera con la Messa e l’Adorazione Eucaristica nella Chiesa Parrocchiale. La sera stessa è stato presentato il libro di fra Marino Šakota “Vivere col Cuore” nel grande salone parrocchiale.

Sul Monte Križevac, sul quale fra Slavko morì il 24.11.2000, fra Ljubo Kurtović ha guidato la Via Crucis alla presenza di numerosi parrocchiani e pellegrini. La Santa Messa serale è stata celebrata da fra Svetozar Kraljević e concelebrata da 25 Sacerdoti locali e stranieri. Fra Bože Milić ha guidato l’Adorazione Eucaristica.

 

 Omelia di Fra Svetozar Kraljevic per il 5° anniversario della morte di fra Slavko, 24.11.2005

 

Cosa dire oggi nel quinto anniversario della morte di fra Slavko? Non è facile stare davanti a fra Slavko. Lui è una prococazione.

Una cosa è certa: fra Slavko non vuole essere una perla da portare all’orecchio, o un ciondolo attorno al collo, o una persona che ci da un sentimento di orgoglio perché egli era uno dei nostri, o perché siamo stati suoi amici.

Egli non vuole essere una perla decorativa – né per noi Francescani, né per la sua famiglia, né per i suoi amici, né per coloro che dicono che lo rispettano, né per coloro che portano il suo nome, né per coloro che lo celebrano. Lui non vuole essere un souvenir, lui non vuole essere un ricordo morto sepolto da qualche parte nei campi dei nostri ricordi. Fra Slavko è come una nobile vite piantata nella vigna in mano al vignaiolo diligente. Il vignaiolo veglia su di essa giorno e notte e viene regolarmente a controllarla de in risposta la vite porta frutto.

Oggi, cinque anni dopo la sua morte, vediamo come quel seme di cui parla Gesù, se è piantato nella terra, porta sempre nuovi frutti. Lui si è staccato dalla nostra realtà umana e non appartiene a nessuno in modo esclusivo. Solo nella misura in cui seguiamo il suo esempio, nella misura in cui perseveriamo sulla sua via, nella misura in cui partecipiamo alle sue opere, nella misura in cui lo abbiamo donato agli altri, siamo in comunione con lui.

Noi oggi non cerchiamo in lui qualche santo astratto, lontano, perfetto. Non lo mettiamo davanti ai nostri occhi come una luce con la quale abbagliare i nostri occhi e quelli degli altri. Lui è il viaggiatore con coloro che viaggiano, con i pellegrini è pellegrino, con l’affamato è un affamato, è solo con chi è solo, è esule con chi è esiliato.

Quando le persone erano in sua compagnia si sentivano bene, erano senza paura, anche se sapevano di non essere intelligenti come lui, santi come lui e grandi come lui.

Egli riceveva con la stessa attenzione persone di sangue reale e modesti e poveri sofferenti. Qui devo riconoscere che il suo punto debole erano coloro che avevano dipendenze, che erano schiavi, coloro che erano caduti nei lacci del peccato.

Osservandolo da vicino, vedendo come pensava e reagiva, come lavorava e prendeva decisioni, come organizzava la sua vita quotidiana, ne concludo che era un uomo pronto ogni giorno a una nuova avventura di bene. Non aveva paura di nulla cercando di fare il bene. Non aveva paura neppure della propria sofferenza facendo il bene.

Ora quando medito su questi anni con lui, vedo chiaramente che aveva fretta. Voleva andare il più spesso possibile sul Križevac, passare più tempo possibile sul Podbrdo, scrivere il più possibile, stare il più possibile in adorazione, incontrare quante più persone possibile e aiutarle quanto più era possibile. Come se avesse sentito la morte e volesse sottrarle quanto più possibile ciò che essa gli avrebbe tolto.

Egli non aspettava il futuro impreparato ed a mani vuote. Lavorava così tanto che sembrava volesse conquistare tutto il mondo finché aveva tempo. Ha lottato col tempo in modo miracoloso.

Ogni giorno si armava spiritualmente per essere pronto ad accogliere le difficoltà del giorno seguente.

Riceveva i pellegrini con una ricca offerta di doni spirituali che aveva preparato sulla tavola di Gesù e di Maria a Međugorje.

Per i suoi oppositori è stato un difficile avversario perché non conosceva compromessi in ciò in cui credeva. Era forte perché beveva alla sorgente della Grazia Divina nei Santi Sacramenti e nella preghiera, ed era pieno di un fervore inesprimibile per il lavoro nel campo di Dio.

Una delle importanti caratteristiche del lavoro di fra Slavko è che ogni cosa che ha iniziato è rimasta incompleta. L'incompletezza del suo lavoro è lo stato naturale per ogni uomo dipendente.

Il suo lavorò chiede continuità. Questa incompitezza doveva esserci perché lui ha voluto toccare tutte le aree dei bisogni e delle sofferenze umane e guarire almeno alcune delle ferite umane. Era intensamente coinvolto nei problemi dei giovani, in particolare degli studenti e di coloro che avevano dipendenze. Era coinvolto nei problemi dei bambini e degli adulti, di famiglie numerose, dei poveri. Si è occupato di problemi di natura materiale e di cose profondamente spirituali e mistiche. Praticamente voleva dire: In ogni campo ogni persona può fare qualcosa! Perciò, fai tutto ciò che è bene e tutto ciò che puoi!

L'incompiutezza dei suoi progetti non è una mancanza, né un'insufficienza, né una qualche sua omissione. E' la condizione umana con cui tutti gli eroi, tutti i campioni, tutti i santi devono confrontarsi. Solo coloro che non hanno nulla da fare e non hanno iniziato nulla non lascieranno nulla di incompleto. Coloro che non sono interessati a nulla hanno compiuto tutto, per loro ogni cosa era già finita da molto tempo. Per loro già da molto tempo la morte ha preso il sopravvento su ogni visione.

Quante cose incompiute ha lasciato San Francesco ai suoi fratelli che continuano il suo lavoro!

E, soprattutto, quante cose Cristo ha iniziato e ha lasciato incompiute ai suoi? Umanamente parlando, Cristo se n'è andato e ha lasciato tutto incompiuto. Ha lasciato tutto nelle mani degli apostoli e nelle mani di sua Madre Maria, nelle mani della Chiesa. Egli ha lasciato tutto ed essi hanno continuato tutto. Proprio come Cristo e come San Francesco, fra Slavko e ogni uomo buono fa tutto quello che può e lascia ai suoi tutto ciò che ha cominciato. Ecco perché oggi non è facile stare di fronte alla persona di fra Slavko. L'opera di Cristo, l'opera di Maria, l'opera di San Francesco, l'opera di fra Slavko sarà pienamente compiuta oltre il tempo, quando saremo uniti a Dio nella pienezza dei tempi. Finché siamo nel tempo, la sfida sta davanti a noi.

Il grande incontro  del nostro Vescovo Mons. Ratko Perić qui sull’altare esterno, quando egli, il nostro Vescovo, ha accompagnato le spoglie mortali di fra Slavko al sepolcro, è una testimonianza particolarmente forte che fra Slavko è un uomo della Chiesa. Il nostro Vescovo ha riconosciuto questo ed ecco perché ha voluto accompagnarlo personalmente. Mentre il Vescovo presiedeva la Celebrazione Eucaristica, un Sacerdote pellegrino ha raccontato: Ho pensato all’infanzia di fra Slavko a  Čerin, al tempo che ha trascorso in seminario, ai suoi studi di Teologia, al suo ministero presbiterale a Čapljina e a Mostar, ai numerosi ritiri e conferenze che egli ha tenuto per così tante persone. Quante anime ha strappato dai lacci del male e ha messo nelle mani di Dio? In lui ha vissuto e operato la Chiesa.

Fra Slavko ha confermato la sua appartenenza alla Chiesa specialmente col suo immenso amore verso Gesù nella Santissima Eucaristia. Il fondamento della sua appartenenza alla Chiesa è la sua vita profondamente unita a Gesù Eucaristico.

Nel libro “Pregate col cuore” fra Slavko lascia ai pellegrini di Medjugorje il suo testamento spirituale. Ecco cosa dice:

„Caro pellegrino, cercatore di Dio! Quando vieni a Medjugorje sei invitato a pregare in Chiesa, ad andare a Messa, a confessarti, ad adorare Gesù nel Santissimo Sacramento dell'Altare e a pregare sul Križevac e sul Podbrdo.

Ma poi devi tornare a casa, alla tua Gerusalemme, alla tua vita quotidiana! Dimentica la comunità di Medjugorje e ritorna alla tua comunità. Porta con te i luoghi e gli eventi di Medjugorje. A casa hai il tuo Križevac, la tua croce e la tua sofferenza. L’avevi lasciata a casa e a casa ti aspetta, ma non temere. Con lab tua croce e il tuo Križevac, fai nella tua casa un piccolo monte, la Collina delle apparizioni e il tuo Tabor.

Allora, vicino alla Collina delle apparizioni, il monte Križevac riceverà un nuovo colore, sarà avvolto da una nuova pace e speranza.

Costruisci la Collina delle apparizioni in un angolo del tuo appartamento o della tua casa. Mettici una piccola Croce, una candela, la Bibbia il Rosario e l’inginocchiatoio. Qui capirai anche il tuo Križevac, il tuo passaggio e il tuo tramonto. Con la Collina delle apparizioni, il Križevac diventa il luogo della risurrezione, perché nessun Križevac è per distruggerti, ma per aiutarti a giungere alla salvezza.

Ricorda bene! La Gospa ha preso seriamente le parole di Gesù. Lei viene con te e sul tuo Križevac, sul tuo Calvario come è andata con suo Figlio”. Questo dice e testimonia il nostro fra Slavko.